Credo giusto condividere con i lettori di questo sito e con chi mi conosce le ragioni del perché ho scelto di candidarmi alle elezioni comunali con la lista “Roma ti riguarda”. Cosa mi ha spinto essendo io come presidente di transform! Italia impegnato da anni sulle tematiche, e le battaglie europee? precisamente questo. L’Europa non è qualcosa che vive solo nelle elezioni per Bruxelles ma è il terreno quotidiano e centrale della politica. È ciò che proviamo tenacemente a sostenere con transform! italia nel nostro costante impegno.
Partiamo da Roma. Fondamentale e simbolica perché è la capitale, ma il discorso potrebbe valere per qualsiasi altra città, farlo per Roma ha un grandissimo valore. Questa città sta male, soffre, è degradata socialmente e fisicamente. Perché? Certo le responsabilità sono di chi l’ha amministrata, da ultimo Raggi e i cinquestelle che hanno profondamente deluso e, diciamolo, tradito le speranze di un cambio, per dirla alla spagnola, che li aveva portati ad un successo plebiscitario, raccogliendo un bisogno di rottura con tutto quello che c’era stato prima. Ma, appunto, prima c’erano stati sia il centrosinistra sia il centrodestra.
La domanda sul perché tutti hanno contribuito allo sfascio a me sembra ineludibile. L’altro giorno un intellettuale impegnato come Scandurra scriveva sul Manifesto con molto disincanto, rispetto alle proposte politiche per la città. Io penso che il disincanto nasca dalla incapacità nel dare risposte a quelle che ritengo siano le giuste domande.
La domanda per me è: come siamo arrivati qui?
La mia risposta è che c’è stata una rottura profonda con un passato in cui si poteva fare del bene alla città alle sue cittadine e cittadini, con esempi limpidi come Argan, Petroselli, Benzoni, Nicolini ecc… Una rottura che risiede principalmente nell’aver cercato un ruolo “di governo” accettando tutto ciò che veniva imponendosi con la costruzione della Unione Europea. Questo vale per la destra che nell’idea di mercato regolatore ha trovato la propria comoda collocazione, ma soprattutto per il Centro-Sinistra, che si è erto a autentico garante della voce europea, liberista prima e dell’austerity poi, a costo di rompere con l’Europa sociale che avevamo costruito nel dopoguerra e che viveva pienamente i valori di quella Europa, il lavoro, il pubblico, i servizi, che facevano il bene delle città e di chi le abita.
Nei comuni nelle città, c’è un pezzo della lotta di classe, antica e modernissima. Contro la rendita e per i beni comuni. Ci sono il lavoro e il welfare.
Quanto male hanno fatto le privatizzazioni, le liberalizzazioni, i tagli e l’austerity, voluti dall’Europa liberista, a ciò che era stato costruito negli anni gloriosi dell’Europa sociale? Pensiamo alla sanità tagliata e privatizzata. Alle municipalizzate trasformate da erogatori di servizi a servizio degli interessi privati.
Alla fine dell’edilizia pubblica e al dilagare di un modello culturale ed economico usa e getta che precipita in b&b e centri storici senza più residenti. Alla nuova rendita urbana, commerciale e finanziaria insieme. Alla direttiva Bolkenstein imposta ai mercati rionali.
Ebbene, questa UE liberista l’hanno fatta praticamente tutti. Tutti hanno imposto l’austerity con la deforma della Costituzione, sfregiata dal pareggio di bilancio. Il governo Monti, con tutti dentro, come adesso con Draghi, ha imposto il patto di stabilità sui comuni. E infatti i bilanci di Marino prima e della Raggi poi, sono stati osservati o bocciati in nome del pareggio e del patto con le richieste di mettere a mercato il patrimonio pubblico, le municipalizzate e ridurre il costo del lavoro. Marino fece quella delibera 140 che ha colpito l’uso sociale del patrimonio e la Raggi ha continuato su questa strada.
Durante la pandemia Roma, le città, hanno resistito, non grazie alle politiche fatte ma nonostante le ferite inferte.
Si può oggi con la pandemia ancora in atto, piani di rilancio che ignorano il pubblico e consegnano al privato il ruolo centrale dell’ennesima ristrutturazione capitalistica, tra l’altro col patto di stabilità sospeso ma non cancellato, con sfratti e licenziamenti, aumenti tariffari in arrivo, fare amministrare chi ha creato e imposto queste politiche, in Italia e in Europa?
A chi affidare le chiavi delle città? allee destre liberiste e falsamente sovraniste? An un centrosinistra che propone un candidato sindaco che da presidente della commissione economica del Parlamento europeo ha partecipato attivamente a fare le norme dell’austerità e da ministro voleva il Mes?
A chi, partita lancia in resta contro la speculazione e la rendita immobiliare è finita con essere la più ardua sostenitrice del sacco di tor di valle? Per non parlare della stella caduta dell’Acqua bene Comune e della difesa del ruolo dei privati in ACEA.
Certo, pesa che la rappresentanza democratica in Italia sia ormai profondamente ferita. Abbiamo documentato su transform! italia come le istituzioni legislative nel nosro paese sia ormai la più scarsa per numero e più blindata per leggi in Europa. Il bipolarismo maggioritario in un Paese dove in 30 anni tutte le cose più gravi sono state votate da tutti e da Ciampi a Monti a Draghi si succedono i governi di centrosinistradestra è una presa in giro che copre il restringimento democratico.
Tuttavia in Europa c’è una sinistra non compromessa a tutto ciò e che riesce a pesare. Che lotta contro i brevetti e per l’Europa sociale. È a questa che transform! italia fa riferimento, anche per contribuire a ricostruirla in Italia una Sinistra degna di questo nome.
Ho scelto di candidarmi perché anche nelle elezioni per la Capitale del Paese di Draghi, questa battaglia possa essere fatta e per contribuirvi per quello che posso!
Roberto Morea