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Tempesta di lacrime e terrore nei rifugi degli sfollati

di Alessandra
Fiumara

Il Consiglio della Shura di Hezbollah sostenuto dall’Iran, ha annunciato martedì di aver scelto il vice capo Naim Qassem come successore e nuovo leader di Sayyed Hassan Nasrallah, dopo la sua morte avvenuta il mese scorso in un attacco israeliano a sud di Beirut. Qassem ha 71 anni, ed è stato uno dei fondatori di Hezbollah nel 1982 e vice segretario generale del partito sciita dal 1991, l’anno prima che Nasrallah prendesse il comando.
Hashem Safieddine, capo del consiglio esecutivo di Hezbollah, era stato inizialmente indicato come successore di Nasrallah, ma anche lui è stato ucciso in un attacco israeliano alla periferia meridionale di Beirut, poco dopo l’assassinio di Nasrallah.
Hamas, l’alleato palestinese di Hezbollah, ha accolto in maniera favorevole l’elezione di Qassem.
Ma se da una parte il nuovo vice capo di Hezbollah si impegna a mantenere accesa “la fiamma della resistenza” fino al raggiungimento della vittoria contro Israele, dall’altra il ministro della Difesa israeliano promette che il nuovo leader di Hezbollah non durerà “a lungo”.
Come dichiarato dai media statali libanesi, negli ultimi giorni gli attacchi aerei israeliani si sono intensificati e hanno ucciso almeno 60 persone, ferendone altre 58 in varie località della Valle della Bekaa in Libano.
Il bilancio più alto è stato registrato nella città di Sahl Allak, nella provincia di Baalbek, dove sono state uccise 16 persone, secondo l’Agenzia nazionale di stampa, che ha elencato i morti in 12 diverse località della Bekaa.
“Il sindaco di Baalbek, Bachir Khodr, ha descritto gli attacchi come “il giorno più violento a Baalbek dall’inizio dell’aggressione”.
L’esercito israeliano ha lanciato qualche giorno fa, anche nuovi attacchi contro l’antica città costiera di Tiro, distruggendo un palazzo residenziale e secondo i media libanesi sarebbero rimaste uccise sette persone.
Secondo quanto riferito da una fonte municipale all’AFP, prima dell’attacco israeliano, l’unione dei comuni di Tiro avrebbero ricevuto una telefonata in lingua araba, apparentemente da parte dell’esercito israeliano, che invitava tutti i residenti ad evacuare diverse strade della zona.
“La National News Agency ha detto che l’unione dei comuni ha dato istruzioni alla protezione civile e al personale di emergenza di usare gli altoparlanti per esortare i residenti ad andarsene, il che ha creato uno stato di panico”.
“Israele ha attaccato tra gli obiettivi di Hezbollah a Tiro, depositi di armi e missili anticarro, edifici militari e siti di ricognizione di varie unità militari di Hezbollah, tra cui l’unità Aziz”.
L’unità Aziz è una delle tre unità militari di Hezbollah ed è responsabile del settore occidentale del Libano meridionale.
La paura tra la popolazione cresce sempre di più, Amir vive nel villaggio di Aito, nella provincia di Zgharta, divisa tra fazioni a maggioranze cristiane che sostengono e criticano Hezbollah e dichiara di trovarsi attualmente in una delle aree tradizionalmente definite “sicure”, ma che purtroppo molto spesso vengono attaccate dall’esercito israeliano. “Il mio popolo vive nel cercare di sopravvivere giornalmente dice, ma nello stesso tempo supportando ed ospitando gli sfollati a maggioranza musulmana.
“Alcuni legislatori cristiani critici nei confronti di Hezbollah hanno messo in guardia dai rischi per la sicurezza che potrebbero derivare dall’ospitare gli sfollati, per lo più appartenenti alla comunità musulmana sciita. Temono che molti possano avere legami familiari e sociali con Hezbollah, che oltre alla sua ala armata ha servizi civili in tutto il Libano meridionale e orientale. Alcuni temono anche che lo sfollamento a lungo termine possa creare cambiamenti demografici ed indebolire la quota cristiana nel fragile sistema settario di condivisione del potere del Libano. Il piccolo Paese ha una storia travagliata di lotte e violenze settarie, soprattutto nella guerra civile durata 15 anni e conclusasi nel 1990”.
Altri attacchi aerei israeliani hanno inoltre colpito martedì il sobborgo di Sidone di Haret Saida, uccidendo almeno cinque persone e ferendone molte altre.
L’attacco sulla storica città costiera di Sidone è il secondo dopo la recente escalation tra Hezbollah ed Israele.
“Secondo la National News Agency, gli attacchi hanno preso di mira un’area che ospitava sfollati, adiacente a un complesso di Hezbollah chiamato Sayyed Shohada, situato a poche centinaia di metri da una caserma dell’esercito libanese”.
L’obiettivo degli attacchi non è ancora chiaro e il numero delle vittime è destinato a salire.
Gli aerei da guerra israeliani negli ultimi giorni hanno bombardato diverse città del sud, tra cui al-Khiam, Nabatiyeh, Hanine, al-Tiri, Aita al-Shaab, Tebnine, Kfartebnit, Majdalzoun, Tayrharfa, al-Jebbayn e Aita al-Jabal, mentre l’artiglieria ha bombardato la città di confine meridionale di Rmeish. Un razzo ha ferito otto soldati austriaci dell’UNIFIL nel sud del Libano.
Un attacco ha preso di mira anche l’Associazione scout islamica Risala, affiliata ad Amal, e un dispensario a Shaqra.
Una continua tempesta di lacrime mortali sta distruggendo il Libano, c’è chi muore giornalmente a causa di un bombardamento, chi resta, vive nel terrore continuo e nell’oppressione dell’esercito israeliano.
Il cuore del popolo libanese non riesce più reggere questo massacro giornaliero, una guerra che si sta allargando sempre di più, in cui nonostante si speri nella fine di essa, non si vede ancora un vicino lieto finale.

Alessandra Fiumara

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