Viviamo, alle volte sopravviviamo nonostante non ci piaccia, nel mondo dei contatti edulcorati, ridotti per chi ci crede ai social usati come catarsi e identità, mentre chi li usa per lavorare o non li usa già accetta di vivere, coi suoi pro e i suoi contro.
Viviamo in un mondo che è stato trasformato contro la volontà di alcuni ma con la collaborazione di molti, che hanno abiurato ai loro principi mentre si indeboliva la spinta riformista del PCI e nasceva la controrivoluzione imprenditoriale di Craxi e Berlusconi.
Nascevano gli elettori di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, al posto di quelli della DC e del vecchio centrosinistra, mentre quelli del PSI e PCI non erano compensati da quelli del PD.
Col cambiamento di nome prendevano piede partiti leggeri, si allontanavano i militanti dai loro rappresentanti, ma questa riflessione, trattata su queste pagine più volte molto degnamente, non farà parte di questo ragionamento.
Siamo stati sostituiti come persone, come ideali, la comunicazione ha fatto cortocircuito.
Chi lotta per i diritti collettivi anche delle nuove figure, non rappresenta né si incontra con il nuovo concetto di libertà, per cui piuttosto che avere una sicurezza di contributi, continuità di impiego, sempre più inarrivabili, si scelgono impieghi nuovi, che danno la sensazione di libertà di scelta rispetto ad esempio alla scuola, alla sanità ed al pubblico impiego, ma non producono in molti casi beni comuni. Si rinuncia poi a molti diritti e si finisce ad essere sfruttati credendo di essersi conquistati un’autonomia. Nella cesura fra diverse risposte alla crisi alle volte si riescono ad impiegare i sindacati di base, i centri sociali, più difficilmente i sindacati confederali.
In un mondo così contraffatto è difficile sostenere i propri, i nostri valori, non perché abbiamo pochi mezzi di diffusione delle nostre idee e delle nostre pratiche, ma perché viene operata dall’altra parte la sostituzione di persone, immagini, volontà e simboli.
Mercoledì 14 giugno 2023, ore 11.01. Leggo un messaggio su una chat da parte di un compagno che dà la notizia che sta girando: un nuovo naufragio di migranti al largo della Grecia. In pochi minuti molti compagni e compagne rispondono, alle 12.20 si sa che un’attivista molto affidabile, ha risposto alla telefonata in data 13 giugno, poi lei stessa da sola e in collaborazione con altri ci informerà in maniera dettagliata della penosa vicenda.
Oltre 750 persone, abbandonate dal conducente al largo di Pylos, lanciano il loro appello, che viene girato a Italia, Malta e Grecia. Una nave si avvicina e tenta di legare l’imbarcazione dei rifugiati ma c’è il pericolo che questa si rovesci. A bordo ci sono molte persone che rischiano di morire di sete, poi si scoprirà che alcune erano già morte. Ci sarà poi raccontato della necessità di gestire la situazione di panico sull’imbarcazione, dell’incertezza di fronte al tentativo di aiuto ricevuto, ma della determinazione degli occupanti di ricevere aiuto da chiunque. Poi la domanda terribile: possono questi loro timori di aiuti non chiari essere una valida giustificazione perché le autorità greche non siano intervenute?
Poi la sostituzione con altri simboli, altre necessità, altre persone. Un telegiornale greco ha dichiarato che il soccorso avrebbe messo in difficoltà la Grecia per l’alta richiesta di auto ambulanze.
L’imprudenza di avventurarsi in mare costituì la condanna pronunciata da membri del governo italiano in occasione del naufragio di Cutro, dal quale fu partorito un decreto che colpevolizza solo le vittime, perché non può colpire i trafficanti, men che meno i mandanti della manovalanza che può essere arrestata.
Giorgia Meloni incontra con Ursula von Der Layen il dittatore Saied, ma è lui a partire da punti di forza. Non farà la guardia al soldo dell’Europa.
Allora la necessità di difendere i nostri confini viene siglata a Strasburgo, la presidente del consiglio che rivendica il risultato ottenuto a livello europeo con il trasferimento verso luoghi terzi(trovarli!) i migranti irregolari (da cosa?)
I paesi europei dovranno o partecipare al ricollocamento dei 30.000 richiedenti asilo o pagare 20.000 € per ogni migrante non accolto.
Credo che nei confronti di animali d’allevamento, che peraltro rispetto moltissimo per le condizioni in cui vivono, ci sarebbe più rispetto.
La sostituzione: nelle stesse ore l’Italia osservava la sua giornata di lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi, l’uomo che insieme a Bettino Craxi spinse il nostro paese giù per la china.
Le bandiere a mezz’asta in onore del signore delle televisioni private, del partito-persona di Forza Italia, del sostenitore dell’evasione fiscale come motore dell’economia, dell’imbonitore del self made man, che ha convinto tanti lavoratori a credersi imprenditori, a dimenticare e far dimenticare i diritti tanto duramente conquistati. Le bandiere a mezz’asta per chi ha abbassato il livello culturale degli italiani, ha mercificato il corpo delle donne per poi passare al mercimonio in prima persona, che aveva fatto dire a una delle sue mogli, Veronica Lario: “State attenti, quest’uomo è malato”.
Gli inchini di fronte a costui delle istituzioni italiane ed europee si incrociavano sulla stessa chat con le nostre affermazioni “Non in mio nome” riferite al lutto nazionale. Nel nostro piccolo combattevamo la sostituzione, e qualcuno ha provato a farlo nel paese.
Rosy Bindi, il rettore dell’Università di Firenze Tomaso Montanari, alcune altre figure politiche, ma come per altre vicende tristemente distorte per non dire falsate, come la contrarietà di parte del popolo italiano all’invio di armi all’esercito ucraino come unica soluzione per concludere la guerra iniziata con l’aggressione russa il 24 febbraio 2022, si oscurano i sentimenti veri.
Un paese che dovrà prendersi la briga, anche per ottemperare ai doveri per il mantenimento degli accordi del PNRR, di portare al termine le riforme della giustizia iniziate dalla ministra Cartabia.
L’impianto liberale e garantista della riforma, che ha già suscitato l’avversione del mondo giustizialista, sarebbe un importante segnale anche del valore dell’eredità politica di Silvio Berlusconi. Nordio ha spiegato che si tratta di un’operazione che tende a impedire che il meccanismo mediatico-giudiziario danneggi in modo irreparabile gli indagati anche prima di qualsiasi sentenza di merito, contrastando gli abusi e le propalazioni indebite delle intercettazioni, oltre che a rasserenare e rendere più incisiva l’opera degli amministratori locali oggi paralizzati dal rischio di indagini sul presunto abuso d’ufficio.
Proviamo a tradurre questi primi impegni per una legge che sarà dedicata all’artefice primo della sostituzione, cioè sempre lui, Silvio Berlusconi, che ha tracciato la strada per mettere la furbizia e l’inganno al posto dell’onestà, l’individualismo col coltello in mano al posto della legge, del diritto, dell’ordine costituito.
L’abuso d’ufficio non ci sarà più: esultano tanti governanti, questa volta sì di destra e di sinistra. Non firmava più nessuno gli atti pubblici, per paura di incorrere in denunce. Ma non sarebbe più corretto lavorare con coscienza per poter essere ripreso per un errore non con lo spirito di un giudizio all’ultimo sangue, ma con lo spirito di un errore durante l’espletamento delle proprie funzioni? Ingannare, truffare, fanno parte di un sistema politico di affari e delinquenza che non si estirpano con la forza, ma con il rigore, e seminando l’esempio del rispetto e dell’amore per il bene pubblico, che è di tutti, e non di nessuno come si vuole indurre a pensare.
Falcone e Borsellino non erano stati ammazzati con lo scopo di negare il loro pensiero?
Non sono loro, assieme a tanti cittadini, ad avere subito questa contraffazione, per cui la pace è impossibile e si deve vivere in guerra permanente?
Non è la povertà la pietra su cui si costruisce lo sfruttamento e si giustificano la mancanza di regole, il mercato come unica regola, e l’esercito industriale di riserva torna a trionfare?
No, noi non siamo per la sostituzione dei corpi, dei popoli, degli affetti con i loro contrari.
Non vogliamo il razzismo e il maschilismo come stelle polari delle nostre vite e dei nostri popoli. Non abbiamo celebrato quella persona, e pensiamo che tutti e tutte si debbano scrollare di dosso il torpore, guardare in faccia una realtà che è brutta, ma proprio per questo non può restare tale.
Non invoco un partito, una federazione di partiti: la disaffezione alla mediazione, alla capacità di trovare meglio i punti che ci accomunano che quelli che ci dividono è grande, ma dove trovano la forza i migranti per continuare a fuggire dalle ingiustizie che subiscono ogni giorno?
Marcello Pesarini