Ultime notizie dall’Europa, la BCE ha deciso di alzare il tasso di riferimento per l’ottava volta1. L’ultimo aumento spinge il tasso di deposito della BCE, che viene pagato sui depositi delle banche commerciali, al 3,5%, il più alto dal 2001. Le sue principali operazioni di rifinanziamento, che è il tasso che le banche pagano quando prendono in prestito denaro dalla BCE, sono salite al 4%, il più alto dal 2008. Inoltre è stato annunciato un successivo innalzamento dei tassi nel prossimo futuro. Lo stesso presidente della Banca d’Italia nella sua relazione del 30 maggio ha messo in dubbio la correttezza di questa impostazione. In molti definiscono il processo inflazionistico -che la BCE intende ridurre in modo tradizionale con l’innalzamento dei tassi- come inflazione da profitti, certo non dipende dalla spinta salariale.
Contemporaneamente la FED negli Stati Uniti si prende una pausa2 avendo innalzato i tassi al livello del 5-5,25%, dopo già aumenti consecutivi partendo zero. L’obiettivo di una inflazione al 2% annuo è lontano per ambedue le due banche centrali.
L’azione della BCE conferma una metodologia che si è dimostrata fallimentare, destinata a spingere verso la recessione l’economia continentale, conferma la gabbia di ferro in cui si è stata costretta l’Unione Europea dallo stabilimento dell’Euro3. Detto questo l’economia della UE non è quasi per nulla paragonabile a quella degli Stati Uniti la quale, sia pure nella dinamica di trasformazione straordinaria che l’economia mondo sta attraversando, continua a finanziare i propri deficit grazie al ruolo del dollaro come equivalente generale, e nella competizione con quella cinese mantiene una posizione primaria nell’innovazione tecnologica.
La guerra scatenata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, ha concluso il periodo storico caratterizzato dall’avanzata della NATO verso i confini della Federazione, mentre il ciclo economico tradizionale si alimentava dell’energia a basso costo fornito dalla stessa. Quell’ordine è deflagrato e ciò avviene dopo la cesura indotta dalla pandemia e nel contesto di un processo di trasformazione radicale dei rapporti sociali di produzione indotto dal cambiamento climatico, strutturato dall’innovazione tecnologica, trainata dal digitale, dal sistema dell’Intelligenza Artificiale. Il grande gioco tecnologico tuttavia vede protagonisti USA e Cina, l’Europa con l’Artificial Intelligence Act, appena approvato dal parlamento, emette la norma più avanzata al mondo per tenere sotto controllo l’utilizzo dell’I.A. in termini di controllo sociale, tuttavia appare fuori gioco nel suo sviluppo più avanzato. Contemporaneamente l’Europa costituisce un hotspot del riscaldamento globale. L’Europa è caratterizzata dal riscaldamento più rapido di tutte le regioni WMO, riscaldandosi il doppio della media globale dal 1980. Nel 2022, la temperatura media annuale è stata tra la seconda e la quarta più alta mai registrata, a seconda del set di dati utilizzato, e l’estate è stata la più calda. In molti paesi dell’Europa occidentale e sud-occidentale, il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato4. In Italia ne abbiamo una esperienza particolare poiché siamo nostra volta immersi nel mediterraneo un altro punto di massima espressione del riscaldamento globale.
Abbiamo intitolato il nostro ultimo articolo, che contestualizzava le reazioni alla morte di Berlusconi ‘La glorificazione del passato nell’incertezza del presente e nell’angoscia del futuro’5, fatto salvo lo specifico italiano della parabola berlusconiana, l’incertezza del presente e l’angoscia del futuro definisce lo ‘spirito del tempo’ europeo, nell’incapacità di trasformare radicalmente quell’architettura barocca che ne definisce le forme di governo, trascinata nel gorgo di una guerra che succhia le risorse e propone nuove gerarchie con la Polonia che ambisce a costruire l’esercito più potente d’Europa. La fortificazione dei confini è l’espressione più drammatica dell’implosione continentale, l’incapacità di sottrarsi alla riproduzione delle crisi e dei conflitti, di trasformare gli esiti drammatici del cambiamento climatico, la devastazione degli ecosistemi in un grande processo di trasformazione, di rottura della gabbia del modo di produzione capitalistico, invertendo il segno che lega l’Europa al continente africano. I processi sono drammaticamente globali; la guerra locale tra Federazione Russa ed Ucraina si può concludere, dipende in ultima analisi da una trattativa tra Usa e Cina, il cui confronto si dispiega in tutti gli hotspot del confronto strategico; la crisi climatica, i flussi migratori non sono governabili in un sistema chiuso. La logica dei sistemi aperti, nei quali l’organizzazione interna si riproduce ed evolve grazie allo scambio con l’ambiente, con altri sistemi dove l’identità di ogni sistema dipende dall’essere in relazione con gli altri, in un rapporto di coevoluzione con l’ambiente, è l’opposto di ciò che accade in Europa.
Negli articoli di questo numero della rivista si descrivono e si analizzano sia la deriva a destra -il convergere dei programmi delle forze politiche conservatrici e della destra estrema- che gli esiti drammatici delle politiche che pretendono di regolare o meglio di ridurre ai minimi termini i flussi migratori. L’Europa si difende, questo è il mantra che viene recitato ci viene ripetuto in ogni occasione. In realtà il continente è attraversato e subordinato ai processi globali che altrove trovano i loro indirizzi strategici, mentre si chiude a quelle forze e tendenza che quegli orientamenti sarebbero in grado di stravolgere.
Qui si potrebbe chiudere il cuore del giudizio sullo stato delle cose nel continente europeo, nella UE in particolare, tuttavia vale la pena ampliare l’analisi ricollegandosi ad un filo che attraversa articoli precedenti.
Un carattere fondante dello sviluppo tecnologico –certo non da oggi, ma oggi particolarmente rilevante– è il carattere duplice delle tecnologie, il loro uso duale definito sinteticamente nel titolo ‘Dottor Jekyll e mister Hyde, la doppia faccia dello sviluppo tecnologico’6, l’una rivolta agli usi civili, l’altra quelli militari.
Ciò che rende più drammatico (attributo che si ripete necessariamente nelle righe di questo articolo) il passaggio è la velocità, la pervasività, la profondità degli effetti dell’innovazione, ben esemplificate dai toni che sta assumendo la riflessione sull’Intelligenza Artificiale. Si realizza, in particolare negli USA la convergenza tra Big Tech e Big Defence -su cui abbiamo già fatto alcune annotazioni- e che è ben descritto ed attualizzato nell’articolo del Transnational Institute (TNI) Militarising Big Tech – The Rise of Silicon Valley’s Digital Defence Industry7
“Il divario tra il Pentagono e la Silicon Valley è per lo più un mito – non è mai esistito davvero, almeno non in modo significativo. Le differenze sono superficiali e formali. Ormai da circa di un secolo, l’economia e la cultura regionale sono state modellate da quello che potrebbe essere chiamato il complesso militare-industriale-universitario. Durante la Guerra Fredda, il Pentagono ha contribuito a costruire l’industria informatica assegnando contratti militari in settori come l’elettronica a microonde, la produzione di missili e satelliti e la ricerca sui semiconduttori.”
Le prestazioni delle varie forme di I.A. in particolare gli LLM (Large Language Module) hanno creato la preoccupazione condivisa a tutti i livelli che si sia superata una soglia oltre la quale le conseguenze siano in gran parte imprevedibili ed il sistema diventi quindi ingovernabili. Proprio negli USA il presidente Biden ha incontrato i rappresentanti di associazioni fortemente critiche verso la strategia delle Big Tech8; le quali a loro volta stanno incrementando la propria azione lobbistica per evitare la messa in atto di norme troppo restrittive sull’I.A9. Il 2 maggio il presidente aveva incontrato sulla medesima problematica i dirigenti di Big Tech10. In Aprile Biden affermò che era da stabilire se e quanto l’I.A. fosse pericolosa, ma che comunque le società avevano la responsabilità di garantirne la sicurezza prima di renderle pubbliche11. Il confronto negli USA -tra imprese, società civile, politica e amministrazione- avviene nell’occhio del ciclone che sta investendo i sistemi di produzione e di relazione a tutti i livelli, nel frattempo l’Europa -che non è del tutto esclusa da questa filiera tecnologica, ma certamente occupa una posizione secondaria- ha promulgato la legislazione più avanzata e comprensiva di ogni fattispecie per quanto riguarda sia l’acquisizione e la gestione delle informazioni attraverso la rete con i due provvedimenti Digital Markets Act e Digital Services Act, che lo sviluppo e l’uso dell’I.A. con l’Artificial Intelligence Act, appena approvato dal parlamento europeo. Il problema è che questo quadro normativo è chiamato a regolare un sistema tecnologico sviluppato e gestito fuori dell’Europa. Il contesto nel quale questa regolazione avviene è sostanzialmente depressivo, dove la difesa dei diritti digitali e sostanziali -stante la pervasività delle tecnologie e la concretezza delle loro conseguenze- è poi in buona parte pregiudicata da un modello di governo dell’economia e della finanza che non ha fatto altro che aumentare le diseguaglianze, fare spazio alle privatizzazioni ed imporre strette recessive al ciclo economico. Entro questo quadro di debolezza nella competizione globale in campo tecnologico, il coinvolgimento sempre più intenso nella guerra russo-ucraina, stante il carattere duale delle tecnologie stesso non farà che valorizzarne il carattere militare da parte del sistema produttivo europeo. Se negli USA il nesso tra Big Tech e Big Defence è costitutivo del modello di sviluppo attuale, nel nostro continente la realtà è la stessa con l’aggravante di trovarsi in un ruolo subordinato, dove i Big stanno altrove.
Benché le norme cerchino di limitare il carattere invasivo delle tecnologie e le pratiche di profilazione a livello sociale, il loro sviluppo e utilizzo a fini militari non potrà che influire sulle pratiche relative alla sicurezza interna, laddove è facile arrivare a definire determinati comportamenti come pericolosi per la sicurezza dello stato da cui la necessità di osservarli in modo particolare. Un campo dove sostanzialmente non esistono limiti è quello del controllo dei flussi migratori, dove il primo obiettivo non è certo il diritto alla vita dei migranti, e di quella quota di popolazione che vive e opera nei diversi paesi, ma non ha diritti di cittadinanza ed è colpita da uno stigma di pericolosità. Vale poi la considerazione che lo sviluppo delle tecnologie è sempre almeno un passo avanti rispetto alle norme che mirano a regolarle.
Abbiamo quindi sommariamente descritto un contesto nel quale l’Europa primeggia quanto a incremento delle temperature medie, un hotspot del riscaldamento globale, è totalmente subordinata ad altri poli nello sviluppo tecnologica, ha una economia sottoposta a vincoli con profonde conseguenze recessive che ne bloccano i processi di trasformazione radicale e ne esaltano le contraddizioni interne, si chiude ai flussi migratori fingendo politiche solidaristiche nei confronti dei paesi di origine. Questa condizione fa sì che si introietti nel profondo dei suoi cittadini una sostanziale paura del futuro, di qualsiasi cambiamento, una paura di ciò che è visto come straniero, estraneo ad una propria storia immaginaria, una incapacità quindi cambiare lo stato delle cose anche in nome della solidarietà e dei principi di eguaglianza tra gli autoctoni.
In buona sostanza si promuove la passività e l’isolamento nei confronti di processi di trasformazione radicale che operano a livello globale e che richiedono per essere affrontati di superare alcune soglie nella partecipazione, nel protagonismo sociale, nella connessione in tute le dimensioni economica, sociale, culturale e geografica. Le conseguenze politiche non possono che essere quelle che stiamo osservando.
Un’ultima annotazione riguarda il cimitero mediterraneo. L’ultima tragedia del mare vede un gran numero di vittime provenienti dal Pakistan, paese in sostanziale bancarotta, in crisi politica endemica, mentre nel mediterraneo centrale gioca un ruolo centrale la Tunisia, altro paese in sostanziale bancarotta, punto di origine e di attraversamento dei flussi migratori verso l’Europa attraverso l’Italia. Il fallimento sostanziale delle strategie guidate dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario è evidente non da oggi, queste istituzioni appaiono ormai come un residuo di una fase storica ormai tramontata, i cui equilibri sono saltati; la scena è dominata dalla competizione tra Cina e stati Unit, si costruiscono alleanze e schieramenti a geometria variabile, si prospettano nuove configurazioni nei rapporti internazionali, ma siamo ben lontani dallo stabilirsi di nuovi assetti durevoli, prevale l’instabilità, l’incapacità di governare processi globali a fronte della loro crescente imprevedibilità, come accade ormai da anni nei fenomeni metereologici che non solo sono sempre più estremi, ma le cui dinamiche sono sempre più imprevedibili.
C’è una urgenza di riconnettere movimenti, organizzazioni e pratiche politiche attraverso i mari ed i continenti.
Roberto Rosso
- https://www.theguardian.com/business/2023/jun/15/european-central-bank-raises-interest-rates-quarter-of-a-point-to-tame-inflation [↩]
- https://www.theguardian.com/business/2023/jun/14/fed-interest-rate-pause-inflation [↩]
- Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) contiene le due principali regole di finanza pubblica che devono rispettare gli Stati Membri dell’UE: la prima prevede che il debito pubblico non debba eccedere il 60 per cento del Pil, mentre la seconda afferma che il deficit pubblico non debba superare il 3 per cento del Pil ogni anno [↩]
- State of the Climate in Europe 2022 – WMO World Metereological Organization https://public.wmo.int/en/our-mandate/climate/wmo-statement-state-of-global-climate/Europe-2022 [↩]
- https://transform-italia.it/la-glorificazione-del-passato-nellincertezza-del-presente-e-nellangoscia-del-futuro/ [↩]
- https://transform-italia.it/dottor-jekyll-e-mister-hyde-la-doppia-faccia-dello-sviluppo-tecnologico/ [↩]
- https://www.tni.org/en/article/militarising-big-tech https://www.tni.org/en/about. [↩]
- https://www.washingtonpost.com/technology/2023/06/20/biden-tristan-harris-ai-meeting/
The meeting included Tristan Harris, the executive director of the Center for Humane Technology who became well-known for his criticism of social media companies over the past few years, Algorithmic Justice League founder Joy Buolamwini, who has highlighted how AI and algorithms can propagate racist and sexist biases, and Jim Steyer, chief executive of Common Sense Media, a longtime children’s advocate. [↩]
- https://www.washingtonpost.com/technology/2023/04/08/washington-artificial-intelligence-regulation/ [↩]
- https://www.reuters.com/technology/google-microsoft-openai-ceos-attend-white-house-ai-meeting-official-2023-05-02/ [↩]
- https://www.reuters.com/technology/biden-discuss-risks-ai-tuesday-meeting-with-science-advisers-2023-04-04/ [↩]