Dopo le manifestazioni sarebbe necessario individuare un progetto, una via che sin dal giorno successivo diano sostanza e forza alle analisi illustrate con le parole. Questa necessità è ribadita da una opinione (ancora attuale nonostante i molti anni trascorsi) che è utile riproporre: “Si combatte l’onda montante del fascismo nelle sue molteplici forme solo con le manifestazioni, utili e doverose, …e poi dimenticare di essere antifascisti tutti i giorni con l’avvio di un percorso culturale a partire dalla scuola e nei programmi scolastici”.
Innanzi tutto è necessario far conoscere la Carta Costituzionale, tanto elogiata quanto disattesa e calpestata. Si può facilmente dedurre quanto sia poco conosciuta la Costituzione fra i giovani anche solo rilevando la differenza della platea dei partecipanti alla manifestazione dei No Green Pass (strumentalizzata da Forza nuova) con l’assalto alla CGIL con quella del giorno dopo davanti alla sua sede. Nelle due manifestazioni si sono registrate diverse percentuali di presenze di cittadini nella fascia di età tra i 18 e 50 di età. Questa scarsa conoscenza della Costituzione, del suo valore antifascista, la crisi della democrazia, quella in particolare del ruolo e della credibilità dei partiti hanno prodotto una sempre più larga astensione dal voto, dalla partecipazione alla vita politica.
D’altronde come ci si può lamentare della scarsa valorizzazione della Costituzione quando alcuni Ministri “…prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica“ (art.93) con questa formula: “giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse della nazione” e poi, nella loro azione sono degli spergiuri e dei bugiardi? Basterebbero alcuni esempi per sostenere questa cruda (e irrispettosa?) denuncia quando nell’articolo 10 della Carta viene stabilito: “…lo straniero, al quale viene impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà garantite dalla Costituzione….ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge” e la poco onorevole Meloni vuol dare asilo, dopo la tragedia afgana, alla sole madri con prole. Come non rilevare che lo spergiuro on Salvini ( a suo tempo Ministro degli interni che oggi ha il coraggio di denunciare le presunte inefficienze di quello attuale) teorizzava e teorizza ancora respingimenti di tutti i migranti a prescindere mentre disertò sistematicamente le riunioni in sede europea quando si cercava di varare norme utili a gestire i flussi migratori. Come non rilevare, ancora, che si rifiutò di dare spiegazioni sui presunti finanziamenti illeciti al suo partito mentre l’art. 64 della Costituzione al quarto capoverso afferma: “I membri del Governo anche se non fanno parte delle Camere, hanno diritto, e se richiesti obbligo, di assistere alle sedute”.
La scarsa conoscenza della Costituzione deve indurci a fare ulteriori riflessioni utili ad indirizzare l’azione politica nei prossimi mesi e prima della scadenza della legislatura per evitare crisi istituzionali e difendere la democrazia parlamentare. Ad esempio l’art, 67 della Carta afferma: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione [e non i partiti] ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” e l’articolo 94, quarto comma, dichiara: “il voto contrario di una o entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni”. Il combinato disposto dei due articoli indica, dunque, che i padri costituenti vollero risaltare il ruolo primario del Parlamento in un regime democratico.
Bisognerebbe quindi con urgenza, per arginare la crisi democratica e istituzionale, varare una nuova legge elettorale che non serva alle convenienze dei partiti ma che ci dia un Parlamento rappresentativo della società. Una nuova legge elettorale che non potrà non essere che proporzionale per motivi storici, culturali, antropologici. Una legge elettorale proporzionale che, per garantire la governabilità, possa prevedere lo sbarramento, il diritto di tribuna per quei partiti che non lo superino ma che siano rappresentativi di una parte numericamente considerevole di cittadini, il diritto di sfiduciare il Governo ma con l’obbligo contestuale – con l’avallo della Presidenza della Repubblica – di proporne un altro.
Bisognerebbe, anche e semplicemente per via legislativa, affrontare la crisi di rappresentanza dei partiti per evitare che siano lobby di potere e burocrazie ristrette (dove prevale la fedeltà al capo a scapito della libertà di giudizio e dello spirito critico) e tornino ad essere centri democratici e autonomi di elaborazione di pensiero. Si chiarirebbe, così, l’ indirizzo costituzionale dato alla finalità di azione dei partiti con l’articolo 49 dove: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Bisognerebbe che venisse distribuito agli studenti, almeno una volta nel corso della vita scolastica, il testo della Costituzione con la previsione di più sedute di studio per illustrarla nella sua storia e nei suoi contenuti. Infine per comprendere perché contrastare “il fascismo nelle sue molteplici forme” basterebbe leggere l’intervento di Umberto Eco al convegno su “il fascismo eterno” alla Columbia University il 25 aprile 1995 dopo l’attentato di Oklahoma City. Da quel convegno si potrebbe apprendere come una piccola minoranza di destra estrema può diventare maggioranza con la violenza, alimentando la rabbia, con una strategia che specula sul disagio sociale, sulla crisi economica. Questa strategia contro le istituzioni la possiamo vedere messa in opera in questi giorni dove si strumentalizzato il disagio dei No Green pass, della disoccupazione, della perdita di solidarietà, dove si alimenta l’incultura.
Eco concluse l’intervento con un pensiero e con parole che non si dovrebbero mai dimenticare: “L’Ur-fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo. Do ancora la parola a Roosevelt: “Oso dire che se la democrazia americana cessasse di progredire come forza viva, cercando giorno e notte con mezzi pacifici, di migliorare le condizioni dei nostri cittadini, la forza del fascismo crescerà nel nostro Paese” (4 novembre 1938).