Pubblichiamo l’introduzione di Nicoletta Teodosi, presidente CILAP-EAPN, al Rapporto Poverty Watch 2024 di CILAP-EAPN, il Coordinamento Italiano per la Lotta alla Povertà che ogni anno elabora un’analisi sullo stato della povertà in Italia per conto della rete europea EAPN. L’intero rapporto è scaricabile qui.
Siamo alla quinta edizione del Poverty Watch e continua il nostro Osservatorio sulla povertà e esclusione sociale in Italia e in Europa.
Quale è l’Osservatorio di cui parliamo? Quello dell’attività quotidiana di chi opera a diverso titolo negli ambienti dove si trovano le persone in povertà: la strada, i mezzi di trasporto, le stazioni, i luoghi di lavoro, i servizi sociali e sanitari. Le persone in povertà sono ovunque, perché non sono né invisibili, né trasparenti, sono in mezzi a noi, siamo noi.
Siamo professionisti e volontari che accanto al lavoro uniamo l’impegno di guardare la società che ci circonda e di cui facciamo parte con uno sguardo critico e solidale. Perché non tutti hanno avuto le stesse opportunità e la nostra società rafforza le esclusioni rendendosi ancora di più escludente.
L’esclusione sociale, economica, dal mondo del lavoro, ambientale, sanitaria o abitativa porta le disuguaglianze: c’è chi ce la fa, ma anche chi non riesce ad integrarsi, a rientrare in un circuito che lo conduca ad una vita minimamente dignitosa.
Da quando è stata costituita la Rete europea di lotta alla povertà, Eapn, nel 1990 e poi a seguire le sezioni nazionali (quella italiana nasce nel 1992) negli Stati membri, abbiamo creduto che la povertà e l’esclusione sociale in Europa potessero essere sradicati; poi davanti alla realtà delle crisi finanziarie ed economiche, le guerre anche alle porte della UE, gli obiettivi fissati dalle istituzioni si sono fatti sempre meno ambiziosi; è arrivata la volta della riduzione della povertà non più la sua eradicazione, stante lo sviluppo economico e sociale e delle condizioni di vita sicuramente migliorate, ma non per tutti: scarsa salute, mancanza di lavoro, difficoltà nel trovare un alloggio, redditi insufficienti. L’Europa sociale è andata riducendosi e così il modello che speravamo di costruire.
La povertà ha seguito le fasi alterne delle politiche nazionali e delle strategie europee. Dopo Lisbona (il Trattato di) è stata lanciata la Strategia per l’inclusione sociale, cui è seguito l’anno europeo di lotta contro la povertà (2000), e poi le Strategie decennali, i Piani nazionali per l’Inclusione sociale, i fondi ad hoc per gli indigenti e i deprivati con le distribuzioni di beni di prima necessità. Unico risultato comune: la povertà non è stata sradicata, né è diminuita come speravamo come da obiettivi fissati.
Come organizzazioni non profit, reti nazionali ed europee ci abbiamo creduto, abbiamo lavorato e ci siamo attivati affinché in Europa si costruisse un modello sociale che fosse accettato e permesso in tutti i Paesi. Sarebbe meglio dire da tutti i Governi. Così non è stato, però qualcosa di quel lavoro è rimasto. Non tutto è andato perduto. Noi ci siamo ancora, perché crediamo fermamente che molto si possa fare. Alcune risposte le troviamo all’interno dei capitoli del PW 2024.
Nel Capitolo 2 sull’Analisi critica del sistema di protezione sociale in Italia, il Prof. Luigi Colombini con un preciso aggiornamento delle leggi in materia, a partire dalla laicizzazione dello Stato, ci fa capire che il sistema di welfare è iniziato dalla Costituzione con il riconoscimento del diritto di cittadinanza, del principio di sussidiarietà e di solidarietà. Il Sistema di protezione sociale si basa sulla individuazione del ruolo dello Stato (funzione di indirizzo e coordinamento), delle Regioni (legislazione, programmazione e controllo) e dei Comuni singoli o associati organizzati in Ambiti Territoriali Sociali. È un sistema con una Governance allargata e complessa che necessita di elevate competenze.
Nel Capitolo 3 “Quali buone prassi esistono in Italia? Quali soluzioni mettere in atto per renderla più efficace? di Vincenzo Maesano sono presentate le misure in favore dei cittadini avviate nel 2024 in particolare anziani, disabili e minori. Il Sistema integrato dei Servizi sociali e assistenziali, istituito con la legge n.328 nel 2000, prevede misure ed interventi nei confronti dei cittadini, perché è universalistico, quindi chiunque può farne richiesta, più difficile è ricevere una risposta adeguata. Infatti il problema è legato alle disuguaglianze regionali, tra Nord-Centro-Sud e Isole dove il Sistema integrato non è uguale in tutti i territori, i servizi non sono presenti ovunque, le aree periferiche e meno urbanizzate vivono processi di spopolamento e quindi di riduzione dei servizi sociali e assistenziali. Discorso a parte è per chi non ha la residenza, come gli immigrati irregolari, tra cui i Rom, i senza dimora che possono accedere ai servizi sanitari di urgenza, ma non ai servizi sociali per cui è necessaria la residenza. Quindi nessuna presa in carico, volta alla loro integrazione e inclusione.
Nel Capitolo 4 di Storie e testimonianze: interviste a persone in povertà, di Giulia Segna, abbiamo ascoltato chi lavora direttamente con le persone che non hanno una casa e che trovano accoglienza in centri protetti come è Casa Sabotino, la residenza romana di Europe Consulting che accoglie donne, cisgender e transgender in condizioni di difficoltà economica o emarginazione sociale, il cui slogan è “Non è sufficiente il necessario”, progetto che fin dalla sua nascita, è orientato alla bellezza: dalla posizione strategica nel centro di Roma al design moderno degli arredi, dalla scelta di colori caldi alla terrazza sempre fiorita e agli spazi curati in ogni dettaglio. Il ruolo dell’operatore è educativo, “più vicino alla figura del genitore che non dell’amico”: la pedagogia al centro del progetto, il rispetto al centro della relazione.
Coerenti con il dare voce a chi non ce l’ha, la seconda intervista è stata svolta con Janek Gorczyca, dalla Polonia all’Italia, passando per la strada, il carcere e un romanzo. Arrivato in Italia, nel 1992, l’intenzione era quella di fare le cose per bene, ma poi qualcosa è andato storto, dal lavoro come saldatore a 600 mila lire al mese, alla “stupidità” che lo ha portato a entrare in un brutto giro e poi in carcere: adrenalina, senso di libertà, bella vita, guadagni facili. Anni trascorsi per strada, ospite di amici e conoscenti, fuori e dentro la prigione, tra tribunali, condanne e sospensioni della pena. Anni in cui ha scritto un romanzo. Storia di mia vita (Sellerio, 2024).
Il Capitolo 5 politiche di austerity e stigmatizzazione dei poveri: analisi e riflessioni di Alessandro Scasselati Sforzolini, è una doccia gelata nella realtà italiana: “un paese precario, in cui è cresciuta la povertà a livelli record, è crollato il potere di acquisto, è cresciuto il lavoro povero, i salari fermi, funestato dalle disuguaglianze, quasi punitivo per i giovani che studiano e/o lavorano (per cui ogni anno oltre 450mila giovani tra i 18 e i 24 anni abbandonano la scuola prematuramente e circa 55mila se ne vanno via dall’Italia)”. Una lettura implacabile dei dati Istat, un confronto con i Paesi Ue, una fotografia di un paese con un modello di sviluppo che non riesce a stare al passo con le aspettative dei suoi cittadini. Part-time involontari, sotto-inquadrati, contratti a termine, lavoro a chiamata e somministrato dimostrano che la retorica per cui c’è troppa gente che non ha voglia di lavorare è falsa. La descrizione di un paese che arretra sul piano del benessere e dove aumentano le disuguaglianze dopo 30 anni di politiche restrittive e di austerity.
Il PW 2024 contribuisce da quest’anno alla realizzazione del progetto “Goal in rete” a valere sui finanziamenti per progetti a rilevanza nazionale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
“Goal in rete” è un progetto promosso da una rete di organizzazioni del Terzo settore tra cui MOVI, CIPSI, ACMOS, AICAT, CILAP e organizzazioni di base come Oghogho Meye, PHP, Casa dei Diritti Sociali.
Le priorità del progetto sono:
- sviluppo e rafforzamento della cittadinanza attiva della legalità e della corresponsabilità anche attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni comuni e dei beni confiscati alla criminalità organizzata
- promozione della partecipazione e del protagonismo dei minori e dei giovani perché diventino agenti del cambiamento
- sviluppo delle reti associative del Terzo settore e rafforzamento della loro capacity building funzionale all’implementazione dell’offerta di servizi di supporto agli enti del Terzo settore
Il compito di Cilap Eapn Italia in questo progetto è di diffondere i temi del PW 2024 e intervistare i volontari impegnati nei diversi settori di intervento (povertà educativa; cooperazione internazionale; promozione della cultura della legalità della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato; promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, nonché dei diritti dei consumatori e degli utenti delle attività di interesse generale). Un altro tassello nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale da parte di chi non si nasconde dietro false propagande.
Tutto questo e molto altro nel PW 2024.