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GKN For Future: il riscatto operaio e popolare nella latitanza istituzionale

di Tommaso
Chiti

E’ l’ultima settimana della campagna di azionariato popolare 100×10.000 lanciata dal Collettivo di Fabbrica ex-GKN per la riconversione ecologica della produzione, socialmente integrata nel tessuto cittadino. C’è infatti tempo fino al 30 settembre per la sottoscrizione di quote azionarie a sostegno del progetto industriale elaborato insieme alla nuova cooperativa operaia GFF, fondata a luglio 2023.
Da allora la vertenza sindacale più longeva della storia della Repubblica Italiana è entrata in una nuova fase, votata alla riconversione produttiva per la realizzazione di cargo-bike e pannelli fotovoltaici con tecnologie eco-compatibili, un progetto condiviso nell’ambito del comitato tecnico-scientifico solidale, dettato dall’incapacità manageriale di rilanciare l’azienda e dalla latitanza delle istituzioni.
I lavoratori, il territorio, le competenze solidali, i movimenti climatici e sociali, hanno difeso la fabbrica dalla speculazione finanziaria – scrive il Collettivo sulla sua pagina web -, oggi dal rischio di quella speculazione, questa resistenza si è fatta progetto. Ha partorito un piano di reindustrializzazione dal basso, con l’obiettivo di ridare al territorio i posti di lavoro bruciati, creare una fabbrica socialmente integrata al servizio della collettività che l’ha difesa, ripartire con produzioni ecologicamente avanzate, con una struttura di controllo e decisione cooperativa e socialmente avanzata, con una comunità solidale e basata sul mutuo aiuto reciproco”.
Lo scopo dell’azionariato popolare riguarda la costituzione di un “pacchetto solidale” pari ad 1 milione di euro, detenuto da cittadine e cittadini, associazioni, movimenti, lavoratrici e lavoratori, delegate e delegati sindacali, solidali, che diventeranno così parte dell’assemblea della cooperativa, esercitando un controllo sociale sul processo di reindustrializzazione. Il regolamento della cooperativa GFF permette quindi a soci ordinari, come persone fisiche o giuridiche di partecipare con l’acquisto di una quota minima di 5 azioni dal valore unitario di 100€.
Come spiegano le RSU degli operai il termine GFF rappresenta “una sigla ripresa da Fff (Fridays for future) in sintonia con il movimento climatico internazionale; e che allude a Gkn for future. Ma potrebbe essere anche tranquillamente Gkn Fabbrica di Firenze, in riferimento alla forte integrazione con la lotta del territorio”.

Dopo la costituzione della società di mutuo soccorso SOMS INSORGIAMO! nel novembre 2022 con affiliazione ad ARCI e alla Rete FuoriMercato per la piena soggettività nelle attività mutualistiche, oltre che culturali e ricreative dell’assemblea permanente, ai sensi dell’art.11 dello Statuto dei Lavoratori; si è infatti resa necessaria una nuova iniziativa il recupero cooperativistico dell’impresa. Questo ulteriore soggetto collettivo vedrebbe la stessa SOMS capofila di un consorzio per lo sviluppo industriale, proposto in forma di legge regionale per la realizzazione di un polo di eccellenza nel settore della mobilità leggera e delle rinnovabili.
Lo stesso prospetto illustrativo di GFF definisce che l’oggetto societario riguarda sviluppo, produzione, commercializzazione ed installazione di pannelli fotovoltaici, pannelli solari e batterie, così come di cicli, cargo bike, e-bike, motocicli e risciò a pedalata assistita con alimentazione anche solare; ed infine la realizzazione di stazioni di ricarica e/o ricovero protetto per veicoli elettrici, incluse la commercializzazione delle stesse ed il noleggio sia medio che lungo termine.
Alla base dell’iniziativa di oltre un centinaio di operai dello stabilimento fiorentino, che non si rassegnano al ricatto della speculazione finanziaria e della desertificazione industriale con delocalizzazioni da parte delle multinazionali, che come GKN: prima prendono finanziamenti pubblici per poi trasferire le sedi in paesi a basso costo del lavoro; c’è la necessità di affrontare la congiuntura di crisi, che anche in Toscana colpisce in particolare i settori automobilistico e metalmeccanico, oltre che del tessile e moda.
Le ripercussioni in termini di perdite di occupazione anche specializzata e d’impatto negativo sull’economia regionale dell’indotto potrebbero così essere superate puntando proprio alla transizione ecologica in settori ad alto valore tecnologico. Intanto la gestione scellerata del fondo Melrose prima e di QF dopo ha bruciato quasi trecento posti di lavoro nel solo impianto fiorentino.

Da ormai più di 1.170 giorni infatti lavoratrici e lavoratori dello stabilimento ex-GKN Driveline di Campi Bisenzio cercano di riscattare prospettive di occupazione dignitosa per sé e per il territorio, chiedendo il commissariamento dell’azienda QF di Borgomeo – che ha rilevato la proprietà senza mai presentare un piano industriale ed è ora già in liquidazione -, così come una legge regionale per la definizione di un consorzio; e non ultimo il pagamento degli stipendi, che da gennaio scorso non vengono corrisposti, nonostante le numerose sentenze giudiziarie, che impongono all’azienda il loro pagamento.
Parallelamente alla legge regionale occorre poi sbloccare l’operatività dello stabilimento, finora condannato allo smantellamento dal fondo finanziario Melrose, che già prima della cessione del sito a QF aveva cercato di dismettere la produzione, licenziando in massa i dipendenti. Per questo si attende da ormai oltre tre anni un’iniziativa da parte del governo di turno per il commissariamento dell’azienda.

Sul fronte politico a muoversi in maniera più incisiva anche rispetto alle proprie competenze è stata la nuova amministrazione del Comune di Campi Bisenzio, che nei mesi scorsi ha approvato il piano operativo di urbanistica, ponendo il vincolo produttivo alla destinazione d’uso dell’area dell’ex-Gkn, di fatto arginando gli appetiti immobiliari di una potenziale speculazione edilizia.
Di diverso tenore invece la recente mozione approvata dal Consiglio della Regione Toscana, in cui il cosiddetto “campo largo” della maggioranza a sostegno dell’attuale Presidente Giani si è limitato a sollecitare il governo per gli ammortizzatori sociali e per l’avvio del commissariamento, solo a fronte di una massiccia chiamata in causa da parte del Collettivo e dei solidali.

E’ indiscutibile che il raggiungimento del milione di euro di azioni popolari rappresenterebbe l’ennesima vittoria di un riscatto operaio e della partecipazione solidale, che cercano di riscrivere la storia in un contesto sempre più disumano di arretramento dei diritti e delle conquiste sociali, prefigurando nella lotta del Collettivo un riferimento contro questo sistema iniquo e predatorio.
E’ altrettanto impensabile sul piano regionale che le ambizioni di ricandidatura alla Presidenza da parte del governatore uscente possano derubricare la vertenza, lasciandola insoluta al momento del confronto con il consenso popolare.
Questo piano non cade dal cielo, ma da due anni di rinvii e immobilismo da parte di un capitale privato assente e incapace. – scrive sempre il Collettivo di Fabbrica sulla sua pagina web – Il tempo gioca contro di noi. Ogni giorno che passa la resistenza diventa sempre più difficile e questo è il calcolo della nostra controparte. Il tempo è ora: spiccare il volo o cadere. Ci meritiamo una vita migliore, noi e tutta la nostra solidarietà, si merita di vedere nascere sotto l’impulso della lotta un polo produttivo a servizio della mobilità sostenibile e un polo di avanguardia delle energie rinnovabili. “

Proprio in occasione della chiusura della campagna di azionariato, in questi giorni le molte realtà solidali del territorio ed in giro per l’Italia, incontrate lungo l’Insorgiamo tour e tramite la convergenza culturale, si stanno mobilitando con nuove iniziative di sostegno, che culmineranno domenica 29 settembre con lo spettacolo ‘Radio Clandestina’ di Ascanio Celestini nello spazio antistante la fabbrica in via Fratelli Cervi a Campi Bisenzio.
E mentre il traguardo è proprio ad un passo, viene rilanciato l’appello per un migliore slancio dell’azionariato popolare, invitando a sottoscrivere e diffondere la campagna, che si può consultare sul sito del Collettivo di Fabbrica: insorgiamo.org.

Tommaso Chiti

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