editoriali

Per la Pace, contro il capitalismo

di R. Morea,
R. Musacchio

Abbiamo entrambi sottoscritto l’appello lanciato da Raniero La Valle e Michele Santoro per creare le condizioni affinché la lotta per la pace trovi nelle prossime elezioni europee lo spazio politico e la rappresentanza anche istituzionale necessaria.
Ci è sembrato giusto firmare per l’autorevolezza e la coerenza dei promotori. E perché in tutto questo tempo di conflitto armato, costato già 500 mila morti, abbiamo più volte segnalato anche dagli spazi di transform!italia questa esigenza.

Vi invitiamo innanzitutto a leggere l’appello. A noi sembra lucido e coraggioso con tre semplici e profonde richieste: Pace, Terra e Dignità.
Ci dice che la guerra è incubata e voluta da tutti quei potenti che vogliono spartirsi il Mondo.

Che l’Europa dovrebbe fare l’esatto contrario di ciò che fa, e cioè non solo non partecipare alla guerra ma rinunciare alla logica militare, ad avere un proprio esercito.
Quest’ultima proposta è veramente di rottura con le vecchie idee, quelle per cui è la forza a fare la Storia. Connessa e “giustificata” da quella che sono gli Stati, espressioni di democrazia, ad averne “utilmente” il monopolio.

Oggi ci sembra quanto mai necessaria questa rottura. Perché la forza è diventata lo strumento dei dominanti che si combattono tra loro mentre tutti insieme si arricchiscono a partire dalla produzione e dalla vendita sempre più massiccia di armi.
I potenti si arricchiscono, i dominati si impoveriscono e muoiono in guerra. E gli Stati sono sempre meno democratici e più “privatizzati”, come le monete e gli eserciti.

E le guerre si moltiplicano. Militari, economiche, sociali. Aveva visto bene il movimento dei movimenti a parlare di guerra preventiva e permanente. Aveva visto bene Luciano Gallino a parlare di lotta di classe rovesciata. Quanto è attuale Jean Jaurès dicendo che il capitalismo porta la guerra come le nubi portano il temporale. Lui ucciso da un estremista di destra proprio allo scoppio della grande guerra, prima che si dovesse usare i numeri per identificarle. Come resta attuale Karl Marx che aveva già individuato nello scontro tra imperi la tendenza che avrebbe prodotto il capitalismo finanziario, con sempre più conflitti tra imperi che centralizzano il dominio. E così Don Milani nella sua lettera ai cappellani militari, addirittura del 1965, in cui scrive che l’unica guerra giusta è quella partigiana, dei civili contro i militari.

La UE ha deciso di prendere parte a questa macabra danza di morte. Le sue classi dirigenti, globaliste e sovraniste insieme, scelgono di nascondere la crisi climatica che il capitalismo produce, e far pagare ai popoli la crisi energetica a cui non pongono rimedio. L’Europa che nasceva per la Pace, contro il nazifascismo, dopo gli orrori delle guerre mondiali, muore con la UE che si costituisce sulla guerra e il riarmo. D’altronde Hiroshima e Nagasaki erano stati tragici annunci di come i deliri suprematisti rialzassero subito la testa dopo l’indicibile dei lager nazisti. Allora era l’anticomunismo. Dopo l’89 si è palesato che è il dominio tout court che si basa sulla forza e non sulla ragione, come ha scolpito nella Storia la vicenda di Allende con il suo sacrificio.

transform!italia ha iniziato questo sforzo che ci porta settimanalmente a fare una battaglia delle idee descrivendo una guerra dei trent’anni che è seguita all’89 trasformando l’Europa sociale in una sorta di non luogo del capitalismo ademocratico. Che ora, per giunta, si vuole armato. Questo oggi passa per la guerra, quella ucraina, che non si vuole vincere nel solo modo possibile e cioè con la Pace. Dicono i sondaggi che il popolo italiano aspira alla Pace. Dice la Storia del trentennio che abbiamo perso la capacità di esprimere politicamente la volontà popolare. Noi pensiamo sia il momento di riconquistarla.

Roberto Morea, Roberto Musacchio

Articolo precedente
Una visione da rovesciare
Articolo successivo
Sciopero generale per il salario

2 Commenti. Nuovo commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.