Bari non è l’eccezione, nel Mezzogiorno (di cui posso parlare con qualche informazione) è la regola. L’eccezione, nel Partito Democratico, sono gli amministratori e i quadri politici onesti. In Calabria ci sono circoli di questo partito frequentato da personaggi con cui non sarebbe prudente neppure prendere il caffé al bar. E tuttavia quello che sta emergendo in questi giorni, grazie al lavoro libero della magistratura, non può essere ridotto alla cosiddetta “questione morale”: sintagma passepartout che appaga le menti pigre di gran parte del giornalismo italiano.
Elly Schlein è sufficientemente intelligente da sapere che gli affaristi sguazzano nel suo partito come i pesci nell’acqua, grazie alla sua politica moderata e perché esso costituisce un pilastro del sistema di potere italiano. Un sistema vassallo di più ampie architetture di dominio, e tuttavia sufficientemente infiltrato nella polpa degli affari nazionali e locali da offrire ampi spazi e opportunità di arricchimento e controllo.
Forse il più grave danno che il PD ha recato all’Italia, almeno a partire dall’apparire di Matteo Renzi sulla scena, è derivato dalla sua capacità di fare una politica di destra come partito di sinistra, sterilizzando così ogni reazione e opposizione. E’ attraverso questo camuffamento che l’Italia intera è stata privata di un partito di opposizione, presente in tutti i paesi democratici. L’abolizione dell’art. 18, che Berlusconi non aveva osato toccare, rappresenta il più eloquente messaggio che questo partito ha lanciato al capitalismo italiano, al mondo degli affari e alla grande stampa. Il PD ha perseguito questo percorso strategico con una ambivalenza che è stata elettoralmente fruttuosa, ma che ora sta esplodendo. Filopadronale in politica economica, ha contribuito, con sue iniziative o col proprio silenzio-assenso, a fare dei partiti italiani un aggregato di oligarchie trasformistiche, e ha proiettato tutto il progressismo delle sue origini nella rivendicazione dei diritti liberali: tutela delle persone lgbt, antirazzismo, protezione delle donne, antifascismo, difesa genericamente umanitaria dell’emigrazione (senza nessuna modifica delle leggi vigenti, senza un vero piano di accoglienza, per non parlare dei progetti di politica estera con cui affrontare i problemi economici di paesi che soffrono ancora i resti del colonialismo europeo.) Questo versante liberale della politica del PD è stato di grande utilità ai suoi gruppi dirigenti. Gli ha permesso di presentarsi come prosecuzione aggiornata del riformismo cattolico e soprattutto del grande PCI, di cui ha ereditato per anni il vasto insediamento sociale, soprattutto in tante regioni dell’Italia centrale. Le Feste dell’Unità (giornale passato dalle mani di Gramsci a quelle di Renzi) sono state il grande inganno con cui il PD ha sfruttato un meccanismo profondo dei fenomeni psichici e politici: l’inerzia mentale degli uomini.Molti vecchi elettori del PCI hanno trasferito il loro consenso al PD non tanto per una trasmissione di cultura politica, ma grazie alla sua degenerazione, a quella che è diventata una inerte mentalità. E «la mentalità – scriveva Fernand Braudel – è la più tenace delle strutture».
La veste di sinistra di questa eredità fasulla e la politica dei diritti hanno avuto anche successo su molti intellettuali italiani. Completamente allontanati da ogni contatto col mondo operaio e popolare, queste figure si sono progressivamente adattate al sostanziale moderatismo del PD – che garantiva collocazioni in radio e TV, potere nelle università, presenza o favori della grande stampa, ecc – per presentarsi come paladini della democrazia e della libertà. E’ questa la ragione fondamentale per cui tantissimi di loro si sono schierati per le armi all’Ucraina. Perché il loro problema era e rimane Putin e il sistema illiberale della Russia, senza capire alcunché del grande gioco mondiale che sta dietro a quella guerra. O capendolo e schierandosi secondo convenienze.
Questo camaleontismo del PD, che costringe la Schlein ai suoi inconcludenti contorcimenti tattici, è ormai diventato insostenibile. Affrontare la questione morale per la segretaria non può essere indolore. Questo partito deve essere ripulito e ciò comporta di necessità una riduzione traumatica delle sue dimensioni. Il PD, per la politica sostanzialmente antipopolare che ha condotto e gli insediamenti affaristico-elettorali su cui si regge, non merita e non può conservare l’ ampio consenso di cui gode, se non snaturando le sue aspirazione progressiste e così rendendo impossibile l’alleanza con i 5S.
Alla luce di queste considerazioni la scelta di Giuseppe Conte di interrompere la collaborazione del Movimento 5S in Puglia appare non solo giusta, ma coraggiosa e lungimirante per la costruzione di un fronte di opposizione a questa destra sguaiata e autoritaria. Non a caso la grande stampa si è affrettata a lapidarlo, riconfermando le sue simpatie per il blocco affaristico che regge il PD. Purtroppo in questo fronte le forze della sinistra sono disperatamente assenti.
Pietro Bevilacqua
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Leggo volentieri e apprezzo A questo, se non vuoi buttare la scheda, per chi votare? Un abbraccio, Piero
Fabio Fabbri
Ottima riflessione
Il PD da tempo è il partito degli eletti e di conseguenza delle correnti. Il voto di scambio è inevitabile quando si richiedono e si possono controllare migliaia di voti e non esiste più la selezione della classe dirigente. Ricordo che il vecchio PCI decideva non solo deputati e senatori ma sindaci e consiglieri comunali bloccando le preferenze e facendo su queste le campagne elettorali. Non so quale possa essere la soluzione ma con questo sistema il voto di scambio è incoraggiato ed inevitabile
Carissimo Piero, hai scritto un articolo di una lucidità straordinaria. Effettivamente causa prima della dissoluzione del partito di opposizione, indispensabile per la vita della democrazia, è stata l’idea di far fare al PD la politica della destra. Una idea realizzata da Renzi, ma che ha dietro di sè Mario Draghi (vedi le sue ultime proposte sul report per l’UE), Mario Mont, Giuliano Amato, ecc. È un fatto tristissimo, pensare che chi danneggia il Popolo Italiano acquista meriti in Europa (tranne eccezione per i meno avveduti). Ricordo che Draghi dopo aver chiesto, il 2 giugno 1992, sul panfilo Britannia, l’aiuto anglo americano per la “privatizzazione” dell’Italia, oggi insiste nel trasferimento della ricchezza nelle mani di pochi, cancellando i principi di libertà, eguaglianza e solidarietà. L’ultima proposta del nostro sgangherato governo è di privatizzare l’acqua di tutto il meridione, sottraendo questa immensa ricchezza alla proprietà pubblica demaniale del Popolo e trasferendola agli ingordi speculatori delle SPA, i cui soci impiegano i loro soldi per ottenere altro danaro e non certo per dissetare la gente. Un vero partito di opposizione è quello che si dichiari contro questo micidiale sistema economico predatorio neoliberista e attui il sistema misto voluto dalla vigente Costituzione per assicurare l’eguaglianza economica e sociale di tutti e il conseguente pieno sviluppo della Persona umana. Questo significherebbe risolvere la “questione morale “. Paolo Maddalena
Scrivo sul suggerimento ricevuto dall’analisi di Pietro Bevilacqua nell’articolo “Pd. Non è solo questione morale” del 17.4.2024, nel quale afferma senza giri di parole che un partito che aveva iniziato ad essere la codificazione dell’abbattimento della C di comunismo, senza sostituirla né col riformismo né con la socialdemocrazia. Ci sono segnali semantici usati per affrontare le differenze forse più odiose, insopportabili dell’attuale società dello spettacolo (brutto) che da soli indicano la strada da non seguire, anche per Elly Schlein: l’utilizzo dei termini “gli ultimi”, “i fragili”. Ora nelle Marche come in altre regioni in cui hanno fatto la loro parte nel privatizzare, con le sole opposizioni di Gruppo Solidarietà, Don Vinicio Albanesi e associazionismo diffuso anche nella giustizia, vorrebbero correre ai ripari dopo non avere assicurato neanche la piena applicazione della 194. Dopo i primi 3 morti nel carcere di Montacuto, Ancona, intervenuti solo Ilaria Cucchi e il sottoscritto di Sinistra Italiana, si rivolgono a Antigone e altri solo per dati e competenze, programmando conferenze sulla salute psichiatrica senza rendersi conto che mentre alle iniziative dell’Osservatorio permanente sulle carceri nel 2006 parlavano fianco a fianco Susanna Ronconi e la direttrice del carcere di Marino del Tronto, ora c’è un livello di intimidazione notevole. Spero di sbagliarmi, sicuramente io ho dentro un forte dolore per il suicidio di Matteo Concetti, ma ho avuto la sensazione di porre loro troppi problemi nel primo e unico abboccamento tentato. Saluti