editoriali

Pace proibita

di Maurizio
Acerbo

“I convenuti della cosiddetta ‘pace proibita’ non sanno neanche dove sia l’Ucraina e non gliene può fregare di meno della guerra e della pace. A loro interessa sputare su Draghi, sugli Usa e sull’occidente. Quando dall’altra parte c’è il peggior dittatore fascista del dopoguerra.” Yoda*

Vanno ringraziati Michele Santoro e tutte/i le/i partecipanti alla serata al Teatro Ghione di Roma. “Pace proibita” si è dimostrato un titolo azzeccato vista la canea di reazioni. Chi ha preso parola è immediatamente entrato nelle liste di proscrizione degli esaltati sostenitori della guerra fino all’ultimo ucraino.

L’iniziativa segna un’ulteriore incrinatura del fronte guerrafondaio che è partito con un parlamento quasi unanime schierato a favore dell’invio di armi all’Ucraina e all’aumento spropositato delle spese militari.

Verso “Pace proibita” si è scatenata la stessa campagna di delegittimazione che ha colpito l’Anpi e in particolare il presidente Gianfranco Pagliarulo. Qualsiasi opinione critica e dissonante rispetto al coro bellicista viene tacciata di putinismo. Non stupisce che anche chi ha partecipato a “pace proibita” sia entrato nella lista dei “putiniani d’Italia”.

Ci siamo finiti persino noi di Rifondazione Comunista solitamente oscurati e che fin dall’inizio abbiamo lanciato lo slogan “Né con Putin né con la NATO”. Persino un nostro striscione al corteo del 25 aprile che recava la scritta “Basta guerre! Contro Putin e contro la Nato” è finito sotto accusa.

Ormai criticare la guerra per procura e il ruolo destabilizzante della NATO è diventato un peccato mortale. Anche solo ricordare il ruolo dei neonazisti ucraini o che la guerra civile è cominciata nel 2014 con la rivoluzione/golpe di EuroMaidan fa passare automaticamente dalla parte di Putin.

Era prevedibile quindi che lo schierarsi collettivamente di personaggi assai noti risultasse indigesto.

E’ evidente che infastidisce che a criticare le posizioni belliciste del governo siano voci e volti che sono assai popolari tra elettrici e elettori del centrosinistra e che furono in prima fila nello scontro contro il berlusconismo in anni ormai lontani.

Il rifiuto da parte di tutti i media mainstream di mandare la diretta dell’evento fa emergere una realtà con cui bisogna fare i conti nel nostro paese e che non riguarda solo la questione della guerra.

Il successo dell’iniziativa di Michele Santoro che ha coinvolto 400.000 persone (cifra che crescerà e di molto con i contenuti che hanno cominciato a circolare sui social) dimostra che in questo paese c’è bisogno di un polo informativo alternativo e che le competenze messe in campo con “Pace proibita” possono aiutare tantissimo la crescita del movimento pacifista.

Diventa ormai sempre più urgente che tutte le personalità e le soggettività che si sono schierate per una politica di pace, contro l’invio delle armi e l’aumento delle spese militari convochino una manifestazione nazionale.

E da questo punto di vista il coinvolgimento e l’impegno diretto di chi ha organizzato e partecipato a “Pace proibita” sarebbe assai importante.

Ma un’altra questione è stata posta da Santoro stesso al termine della serata quando ha evocato “la sinistra”.

I giornali si sono affrettati a scrivere che un “partito pacifista” non andrebbe oltre il 2% ma dalla Francia i risultati dei nostri compagni dicono altro.

Ad assistere a “Pace proibita” c’eravamo noi di Rifondazione Comunista (con me Elena Mazzoni e Eleonora Forenza, unica parlamentare europea ad essere andata in Donbass), Luigi De Magistris e diversi esponenti di Sinistra Italiana.

Questa guerra ha visto il PD assumere, fatto non nuovo, la posizione più coerentemente guerrafondaia e atlantista tra le forze politiche italiane. In quel partito non c’è nessuna sinistra che si sia schierata su posizioni pacifiste.

Il M5S ha dimostrato un’omologazione impressionante e corregge parzialmente la posizione dopo aver votato il via libera al governo a inviare le armi senza nessun ulteriore passaggio parlamentare.

Mentre moltiplichiamo gli sforzi per costruire un grande movimento per la pace noi stiamo immaginando con Luigi De Magistris, le parlamentari di Manifesta e tante/i altre/i una coalizione popolare, pacifista, ambientalista, dalla parte delle classi lavoratrici come in Francia.

La parola pace è oggi proibita e quasi priva di rappresentanza parlamentare. Abbiamo il dovere di non rassegnarci a scegliere tra due schieramenti neoliberisti e guerrafondai. Ci sono milioni di persone che la pensano come noi sulla guerra e anche su tante altre questioni fondamentali.

Sarebbe davvero importante il contributo di chi si è ritrovato al Teatro Ghione al tentativo di ricostruire una sinistra in questo paese alternativa all’estrema destra di Giorgia Meloni e al PD macroniano.

Maurizio Acerbo

*nickname usato su twitter da un esponente politico che sostiene il governo Draghi

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5 Commenti. Nuovo commento

  • Raffaele Napoli
    04/05/2022 19:19

    NON È QUELLO DI SANTORO IL PACIFISMO NEL QUALE CREDO – Ieri sera, mosso dalle migliori intenzioni, mi sono collegato per seguire l’iniziativa “PACE PROIBITA”, trasmissione televisiva ideata e condotta da Michele Santoro e dai suoi collaboratori. Durante il giorno ho anche sostenuto con forza le ragioni di chi, nel panorama inneggiante alla guerra e che censura qualunque tentativo di riflessione sulla pace, provi a dire qualcosa di alternativo.
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    Persone di destra che ritengono Santoro un “arruffapopoli”, mi hanno attaccato con veemenza arrivando alla profezia che si sarebbe trattato della solita “VUOTA RETORICA” inconcludente dei pacifisti da divano, arricciabaffi.
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    Da subito ho scritto nella chat in diretta che per rispondere a questo svillaneggiamento costante ed insistente, la serata si sarebbe dovuta concludere con due proposte:
    1 – Dare una risposta concreta a chi aizza con “e tu che faresti al posto di inviare ed usare armi?” nella logica di o GUERRA o SUBIRE, proponendo una qualche iniziativa diplomatica
    2 – Concentrare le energie della pace su un nome, una persona che sia riconosciuta da tutti come sintesi di equilibrio, statura morale, capacità di mediazione, per intenderci ho in mente come modello di riferimento, DAVID SASSOLI, ex Presidente del Parlamento Europeo, che purtroppo però è recentemente scomparso, un nome da sostenere come negoziatore credibile perché di provata efficacia.
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    La delusione è stata cocente. La trasmissione, pur con interventi di personaggi famosi come Elio Germano, Fiorella Mannoia, Donatella Di Cesare, Tomaso Montanari, Marco Tarquinio, Sabina Guzzanti, Moni Ovadia, solo per citarne alcuni, è diventata una carrellata di proclami, di denunce, di rivendicazioni, con dei distinguo inevitabili sul “peso” qualitativo dei vari interventi, ma alla fine è rimasto l’amaro in bocca, come un film-sola, nel quale non ci sia stato né capo né coda e ad un certo momento scorrono i titoli di coda e finisce così… nel nulla inconcludente, perché “la ragione per la quale è comparso era troppo debole”, [ Sergiu Celibidache sulle ragioni che rendono plausibile l’esistenza di un brano di musica fin dalla prima nota] quindi senza una motivazione che ne giustificasse l’esistenza.
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    Peccato, una occasione persa, è mancata la parte propositiva, quel “alla luce di questi fatti noi adesso…”, noi adesso niente… ripeto… peccato e quello che più mi amareggia è che si è rivelata un boomerang dando corpo e motivo alle critiche di chi accusa la sinistra di VUOTA RETORICA inconcludente. Bisogna ritentare in altre direzioni, aggregando forze capaci di essere propositive.
    Raffaele Napoli – Musicista che cerca… pace.

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  • Ludovica Barassi
    05/05/2022 10:03

    Eccomi!!! No neoliberista, no guerrafondaia.

    Rispondi
  • Ludovica
    05/05/2022 10:04

    Eccomi!!! No neoliberista, no guerrafondaia.

    Rispondi
  • Marco Ferrando su Putin e la guerra in Ucraina: “Il rossobrunismo è realtà internazionale, malapianta dello stalinismo”
    Meditate compagni, state perdendo ogni credibilità….

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  • Maria Teresa Punzo
    06/05/2022 23:56

    Io credo che bisogna andare oltre la plemica sterile! La pace proibita di Santoro è una lodevole iniziativa che deve spingere i potenti della terra a prendere delle decisioni definitive contro la guerra! Non è Santoro o chi ha parlato di pace insieme a lui a trovare soluzioni di pace, sono i potenti della terra che devono smettere di fare la guerrra per i loro sporchi interessi! Basta con le prepotenze, le superiorità territoriali, le armi nucleari, gli uomini che hanno deciso di governarci devono una volta per tutte rinunciare alle armi, al predominio sugli altri, basta con la volontà di potenza.
    Mi rivolgo alle donne che hanno potere sia in Unione Europea, sia nei singoli Stati: dove è finito lo spirito di pace che è nel nostro DNA? le donne non possono e non devono assecondare scelte che portano alla distruzione, devono cercare soluzioni di pace, basta spirito di vendetta. La pace è più difficile della guerra, il dialogo, l’ascolto sono le uniche armi che possono salvarci e le donne devono percorrere questa strada!

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