Riprendiamo da osservatoriodiritti.it l’articolo di Laura Pasotti –
Deforestazione, contaminazione da metalli pesanti e problemi di salute. Sono i principali effetti dell’estrazione del nichel in due province delle Filippine, Zambales e Palawan, evidenziati da Amnesty International nel rapporto “E noi cosa otteniamo in cambio? Come il boom dell’estrazione di nichel nelle Filippine sta danneggiando i diritti umani”, pubblicato dall’organizzazione per i diritti umani il 9 gennaio 2025.
Il nichel è uno dei principali componenti delle batterie al litio utilizzate nei veicoli elettrici, la cui domanda è in aumento a livello mondiale, e le Filippine sono il secondo produttore mondiale di nichel dopo l’Indonesia e il maggiore esportatore di minerale di nichel.
Il costo in termini di inquinamento e problemi sanitari però è enorme per i popoli indigeni che, come documentato nel rapporto, non sono state adeguatamente informate sul potenziale impatto negati dell’espansione dei progetti minerari nei territori da loro abitati.
Nichel: l’impatto della transizione energetica sui popoli indigeni
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, l’attuale mercato dei minerali essenziali per la transizione energetica, tra cui il nichel, è destinato a più che raddoppiare entro il 2040 (dati Iea 2024).
A pagarne le conseguenze sono però le popolazioni indigene e le comunità locali che, spesso, non vengono nemmeno coinvolte nei progetti che riguardano direttamente le terre su cui vivono e dalle quali ottengono il proprio sostentamento.
È ciò che sta accadendo nelle Filippine: «Non solo queste comunità sono state sottoposte a processi di consultazione gravemente errati, viziati da travisamenti e mancanza di informazioni, ma ora sono costrette a sopportare gli impatti negativi di queste operazioni minerarie sulla loro salute, sui loro mezzi di sussistenza e sull’accesso all’acqua potabile», ha detto Veronica Cabe, presidente di Amnesty International Filippine.
Nichel: i danni dell’estrazione del metallo a Zambales e Palawan
Tra settembre 2023 e ottobre 2024, Amnesty International ha intervistato 90 membri delle comunità che vivono nella regione costiera di Santa Cruz, nello Zambales, e a Brooke’s Point nell’isola di Palawan, dimora del popolo indigeno Pala’wan, dove si trovano alcuni dei più grandi giacimenti di nichel delle Filippine.
Nelle interviste gli abitanti delle due province hanno parlato di danni causati dalla deforestazione e dall’estrazione del minerale, tra cui l’esposizione alla contaminazione da metalli pesanti nell’aria, nell’acqua e nella catena alimentare. In particolare, hanno dichiarato che la qualità dell’acqua è diminuita – molte fonti di acqua dolce sono state descritte come di colore marrone-rossastro – con un impatto negativo sul sostentamento dei pescatori e sui raccolti.
Dall’apertura delle miniere sono anche aumentati i problemi di salute. Quelli più diffusi sono asma, tosse, difficoltà respiratorie, malattie della pelle, irritazione di occhi e gola.
Le aziende coinvolte nei progetti estrattivi hanno negato le accuse mosse contro di loro.
Popolazioni locali informate poco e male
Le comunità di Santa Cruz e Brooke’s Point hanno riferito ad Amnesty di non aver avuto accesso alla documentazione relativa ai progetti di estrazione che avrebbero permesso loro di capire quali sarebbero state le conseguenze sulla loro vita. In molti casi, le valutazioni di impatto ambientale non sono state fornite.
Anche l’ong per i diritti umani non è riuscita a reperire online gli studi di impatto ambientale: ne ha localizzati solo 3 (i progetti approvati sono 7). Li ha richiesti alle altre società e al Dipartimento filippino per l’ambiente e le risorse naturali, ma non ha ottenuto risposta.
Le leggi nazionali e internazionali prevedono che lo Stato deve garantire che le comunità siano consultate in modo significativo. Ciò significa che le comunità devono essere informate sui potenziali impatti dell’estrazione del nichel, vanno ascoltate e le loro preoccupazioni devono avere risposta. Nel caso di progetti che hanno un impatto sulle popolazioni indigene, queste devono dare il loro consenso libero, preventivo e informato.
In entrambe le aree, gli intervistati hanno dichiarato che i membri della comunità contrari all’estrazione del nichel sono stati deliberatamente esclusi dalle consultazioni. Tra quelli che hanno partecipato, alcuni hanno dichiarato di non aver capito le informazioni che sono state loro presentate e di essere stati respinti o ignorati quando hanno sollevato preoccupazioni sui potenziali rischi dei progetti minerari. Il consenso spesso è stato ottenuto pagando tangenti.
«Il governo filippino deve sospendere queste operazioni minerarie fino a quando non avrà condotto un’indagine urgente sugli abusi ambientali e sui diritti umani, mentre gli operatori delle miniere di nichel devono mettere i diritti umani al centro delle loro operazioni», ha detto Alysha Khambay, ricercatrice di Amnesty International su imprese e diritti umani.