Catarina Martins (Bloco d’Esquerda, Portogallo): “Se l’UE non sarà in grado di rispondere alla crisi, l’UE difficilmente sopravviverà” Catariana Martins, coordinatrice nazionale del Partito portoghese Bloco d’Esquerda (blocco di sinistra), nella prima intervista di una serie di webinar “Meeting the Left” di trasnform! europa, propone la “creazione di un fondo di recupero di 1,5 miliardi di euro, finanziato direttamente dalla BCE e sostiene la costruzione di alleanze tra economie periferiche, come quella portoghese, ad esempio, attorno alla domanda di ristrutturazione del debito pubblico“.
“Incontro con la sinistra”, una serie di interviste ai principali leader della Sinistra europea ospitate da transform! europa, ha messo in scena ieri la sua prima intervista con Catarina Martins, coordinatrice di Bloco de Esquerda (Portogallo). Catarina Martins ha affrontato sia la situazione portoghese che le sfide europee in tempi di pandemia. Dal punto di vista sanitario, il Portogallo è riuscito a “appiattire la curva” sia a causa del confinamento volontario di gran parte del popolo portoghese, in un primo momento, sia a causa di misure di blocco che sono state rapidamente attuate dalle autorità. Ciò ha giustificato una risposta solida ed efficace da parte del SSN, che è stata possibile solo perché questo servizio pubblico, che in Portogallo è universale e quasi gratuito, è quasi interamente gestito dallo Stato, qualcosa che è stato approfondito attraverso politiche attuate nel passato, e che si è rivelato determinante per far fronte a questa crisi sanitaria ed evidenzia la necessità di solidi servizi pubblici. Catarina ha anche affrontato la situazione dei lavoratori nella crisi pandemica. Un numero molto significativo di lavoratori, specialmente quelli nelle situazioni di lavoro più precarie (come quelli che lavorano nel settore turistico) hanno perso il lavoro o si trovano in situazioni di licenziamento (quasi mezzo milione di lavoratori). Circa 1 milione di lavoratori portoghesi ha perso parte del proprio reddito (in una popolazione attiva di circa 5 milioni di persone), una situazione aggravata nel caso del lavoro informale o dei lavoratori privi di documenti. Ci sono molte situazioni che non sono prese in considerazione nei numeri ufficiali, che pongono un grave problema sociale ed economico sulla scia della pandemia. Come mezzo per monitorare la situazione dei lavoratori precari in tempi di pandemia, il Bloco ha lanciato una piattaforma online per la segnalazione di licenziamenti, abusi di lavoro e mancanza di condizioni di sicurezza e igiene del lavoro. In un solo mese sono stati registrati reclami relativi a 100.000 lavoratori.
Questa piattaforma ha un duplice scopo: da un lato, monitorare la realtà concreta di questi lavoratori, consentendo l’elaborazione di proposte politiche che soddisfino le loro esigenze e, dall’altro, creare una rete di supporto e conoscenza tra i lavoratori, in un contesto in cui l’intervento dei sindacati non è abbastanza forte. Nell’intervista stata anche affrontata la ripresa sociale, politica ed economica sulla scia della crisi pandemica. Catarina Martins ha spiegato che, durante i periodi di chiusura, il dibattito politico all’interno del Bloco non solo non si è fermato, ma è stato ulteriormente rafforzato, raccogliendo le opinioni dei membri del partito e degli esperti fuori dal Bloco.
Ciò ha consentito al Bloco di elaborare un programma che risponda all’emergenza sociale ed economica e che costituisca la base per le politiche che, in futuro, risponderanno alla sfida climatica, al rafforzamento dello stato sociale e dei servizi pubblici e alla lotta per l’occupazione e diritti del lavoro.
A livello dell’UE, Catarina Martins ha dichiarato che il ricorso al meccanismo europeo di stabilità è sbagliato e che l’assenza nel fornire una adeguata risposta alla crisi riflette il fallimento dell’UE, tale risposta deve basarsi nel promuovere la capacità di investimento degli Stati membri. A tal fine, l’impegno delle forze della sinistra europea nella costruzione di alleanze e cooperazione non è solo possibile ma anche auspicabile, e ciò deve avvenire sulla base della richiesta di revoca dei trattati che incarnano la governance economica del UNIONE EUROPEA. Martins ha menzionato inoltre la possibilità di costruire alleanze tra economie periferiche, come quella portoghese, ad esempio intorno alla domanda di ristrutturazione del debito pubblico. Il Bloco propone la creazione di un fondo di recupero di 1,5 miliardi di euro, finanziato direttamente dalla BCE (una proposta sostenuta anche dal governo statale spagnolo e da altre forze di sinistra europee).Dal punto di vista di Bloco se l’UE non sarà in grado di rispondere alla crisi, l’UE difficilmente sopravviverà e tale risposta