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Lo strabismo dei suprematisti

di Roberto
Musacchio

Votare Biden perché promette una tutela federale (certo con qualche decennio di ritardo) per l’aborto? O sentirsi innaturalmente attratti dai Repubblicani che dicono che bisogna dare una moderata alla guerra?

Scendere (giustamente) in piazza per le donne iraniane ma non accorgersi che quelle afghane sono scomparse dai media che creano indignazione da quando l’Afghanistan è stato riconsegnato ai talebani perché, come scrive il documento NATO 2030, il terrorismo è stato sconfitto mentre l’Iran resta stato canaglia?

Avere a cuore la lotta contro la discriminazione delle donne dal potere ma avere al potere Meloni, Von Der Leyen, Metsova, Lagarde? Su questo ha scritto in modo interessante Dominijanni e invito a leggere.

Io di mio vorrei che riflettessimo di come sia grande la confusione sotto al cielo ma la situazione non sia per nulla eccellente. Purtroppo per Mao e per noi.

Quando hai quelli che pensano che l’Ucraina sia il sequel del Vietnam puoi pensare che si siano addormentati mentre proiettavano i film sull’Iraq o sull’Afghanistan ma un problema c’è.

Le lotte per i diritti sono sacrosante. Tra queste, fondamentale è quella per il diritto a conoscere e a comunicare. Tutti i luoghi e i mezzi che dovrebbero garantire questi diritti sono gravemente compromessi dai dominanti. Da tutti i soggetti della guerra orwelliana in cui siamo precipitati. Bene dunque che si sappia di ciò che sta succedendo in Iran. Male che le donne afghane siano scomparse. E così vale per le guerre. E per le condizioni di vita e di lavoro. Il Parlamento europeo che sceglie per il premio Sakharov “il popolo ucraino rappresentato dalle sue istituzioni” piuttosto che Assange conferma questo strabismo. A parte che le istituzioni ucraine sono state mutilate di tutti i partiti sciolti e i mass media ridotti a canale unico, proprio se sostieni molto una guerra sarebbe bene privilegiare una volta chi della guerra ha svelato retroscena criminali e per questo viene criminalizzato.

Il movimento operaio nasce come grande movimento di liberazione a 360 gradi e su tutte le sfere della vita e per tutti i soggetti. Il lavoro, le condizioni delle donne, dei bambini, le parti del mondo sfruttate, le guerre. Tutto è stato scosso da un movimento gigantesco. Poi il socialismo reale ha costruito una gabbia. Per difendere il potere dall’assalto capitalista ha negato la propria missione liberatrice. Il capitalismo ha cominciato a usare quei diritti spesso strappatigli dal movimento operaio come arma propria. Però selezionando. Questo sì, questo no. Qui si, là no. Qui intervengo, là chiudo gli occhi. Ha lo stesso problema del socialismo reale, mantenere il potere, ma prova a essere più resiliente e selettivo. Ha raffinato la propria ideologia, rafforzato le sovrastrutture, costruito casematte su entrambi questi aspetti. Sfida impunemente il doppio standard, i tanti doppi regimi. E lo fa in nome di un vero e proprio suprematismo. Io sono superiore e perciò ho il diritto e il dovere di mantenere questa superiorità. Oggi poi il suprematismo si è biforcato. Fermo rimanendo che ogni prospettiva di rivoluzione contro il capitalismo deve essere bandita, parti consistenti di esso battezzano come suprematisti i valori reazionari.

Come è possibile tutto ciò?

Semplicemente il feroce contrasto alla Rivoluzione ha cambiato il segno della Storia volgendolo alla barbarie. Di contro il movimento rivoluzionario è ripiegato e non trova più il bandolo per riproporre un’egemonia. Ci allude l’intersezionalità. Ma è come se mancasse sempre la spinta complessiva capace di rivoluzionare il senso del tempo in cui si sta. Hic rodus, hic salta, dicevano i romani che di dare un segno ai tempi se ne intendevano. Il tempo è oggi, anche perché forse non ce ne sarà un altro.

Roberto Musacchio

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