editoriali

Lingue biforcute

di Roberto
Musacchio

I visi pallidi parlano con lingue biforcute. I nativi americani hanno descritto così in modo indelebile ciò che ha portato a costruire l’impero più grande del mondo su un genocidio. Il marchio d’infamia purtroppo non serve a modificare la storia e la realtà. E neanche il modo di essere di uno dei suprematismi più sanguinosi e persistenti.

Chissà se nel proclamare vittorioso nelle elezioni venezuelane Gonzalez, gli USA hanno avvertito Guaidò. E così la fantomatica UE, entità che prescinde da Costituzioni ed elezioni, si basa su nomine intergovernative e mette a fare la Presidente di Commissione Ursula von Der Leyen appena condannata dalla Corte dei Conti europea per mancanza di trasparenza negli acquisti di vaccini dalle multinazionali. Una cosa da niente evidentemente per chi ci è passato sopra. Chi legge Tex sa bene che il capitalismo yankee delle origini è pieno di storie di visi pallidi che facevano affari e “progresso” a spese dei nativi, con le multinazionali che allora erano trafficoni e company. D’altronde del far west sono tornati anche i bounty killer, solo che agiscono direttamente come Stato, senza taglie e fregandosene di tribunali e confini.

Colin Powell che mostra all’ONU le prove delle armi di distruzione di massa dell’Iraq, false e costate centinaia di migliaia di morti nella guerra che ne derivò, non aveva il viso pallido ma si comportava come lo fosse. Al servizio di un Presidente, Bush jr, eletto per una manciata di voti contro Gore, mai ricontati. Perché la Corte USA, 5 voti a 4, decise così per “ragioni di tempo”. In Venezuela si vota spessissimo da Chavez in poi. Sempre sotto assedio, prima, durante e dopo. A proposito, torno a chiedere, dove sta Guaidò?

Alle Olimpiadi abbiamo visto sfilare Israele ma non la Russia. Doppi standard. Soprattutto si è compiuto l’atto blasfemo di farle continuando le guerre. Anzi, intensificandole. Gli antichi le sospendevano e partecipavano tutti. I moderni sono andati indietro. Alle Olimpiadi hanno sfilato tutti i Paesi nati dalla dissoluzione della Jugoslavia. Tutti riconosciuti se non incentivati dai “democratici”. Allora non valeva il principio della intangibilità dei confini e venivano premiate e sollecitate le autodeterminazioni. Oggi per il Donbass è l’opposto che per il Kossovo. Intanto sono nati tanti Stati, tutti nazionalisti, se non etnici. Ma anche qui sono amici quelli nemici della Russia e viceversa. E In Georgia si grida allo scandalo per una legge contro gli agenti stranieri definendola russa. Peccato che sia in fotocopia con quella che gli USA hanno dagli anni ’30 del millennio scorso.

Neanche a dire che grazie alla democrazia le scelte possono cambiare. Gli USA il bloqueo su Cuba lo tengono lì da decenni, a prescindere dai Presidenti. Invece con i Talebani le cose sono cambiate a seconda della parte di lingua che parla. Eroi contro i russi. Terroristi poi contro cui fare la guerra. Alla fine gente a cui riconsegnare il Paese (e la vita delle donne). Tanto si è vinto, come scrive il rapporto ufficiale della NATO.

Soldato blu fu uno dei film che segnarono la mia formazione. Mi faceva vedere una realtà terribile che chiamava in causa il “mio mondo”. Mi diceva che anche in questo mondo si può essere diversi, facendo film così. Da quando si è fatto di tutto per distruggere ogni possibile diversità il “mio mondo” è diventato orwelliano, chiama pace la guerra, libertà la schiavitù.

Roberto Musacchio

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