Cara Valentina,
ti conosco da molti anni, come studiosa di Gramsci e dell’America Latina, iscritta alla IGS Italia, e come appassionata militante politica di sinistra. Abbiamo organizzato insieme convegni internazionali, abbiamo partecipato più volte agli stessi eventi gramsciani (l’ultima volta a Bruxelles, il convegno promosso dal GUE/NGL e dalla IGS presso il Parlamento europeo). Ho salutato a suo tempo con piacere la tua elezione a sindaca di Marzabotto con una lista civica di sinistra.
Ora leggo che sei diventata Presidente del Partito democratico. La cosa mi sorprende non poco. Ciò che mi sorprende non è tanto la scelta di un partito che resta distante dal mio modo di pensare alla soluzione dei problemi del Paese: è una tua scelta, che non intendo discutere in questa sede. Ciò che mi sorprende è soprattutto che la sindaca di Marzabotto diventi dirigente in un partito, il PD, che pochi mesi fa ha votato l’indecente Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre, ovvero un documento che equipara nazismo e comunismo, riscrivendo in modo errato – con partigianeria e strumentalità – alcuni eventi fondamentali del Novecento.
Scrissi allora, per conto di Transform! Italia, un appello contro la Risoluzione, sottoscritto da moltissime persone. A partire da quell’appello, e dalle firme raccolte, abbiamo chiesto al Presidente del Parlamento europeo Davide Sassoli di incontrarci per discuterne, cosa che non ha mai voluto fare. Siamo stati purtroppo buoni profeti sugli effetti di quel documento: esso già ha trovato, anche nel nostro Paese, ovviamente a destra, soggetti interessati che lo hanno assunto come vessillo, che ne hanno fatto un’arma contro i comunisti, i quali in Italia e altrove sono stati, come sai bene, tra i principali protagonisti della Resistenza al nazifascismo, della lotta di liberazione, della stesura della Costituzione repubblicana, della rinascita della democrazia in Italia. Del resto, proprio con questo scopo quel documento è stato concepito e fatto approvare dal Parlamento europeo: per contribuire a ridisegnare i contorni di una memoria collettiva che in molti Paesi (tra i quali anche alcuni di quelli che hanno dato vita al processo di unificazione europea) ha ricordato per decenni e tutt’ora ricorda la storia drammatica del Novecento in modo del tutto diverso.
Ora tu, cara Valentina, siederai a fianco di quei parlamentari europei del Pd che vergognosamente hanno votato la Risoluzione, a quel Presidente Sassoli che non ci ha voluto ricevere e non ha voluto discutere con noi la questione. Ti chiedo: hai intenzione, come sindaca di Marzabotto, e direi a nome di Marzabotto, e anche come gramsciana, di fare qualcosa perché i tuoi nuovi compagni di partito, i parlamentari europei che ora ti riconoscono come loro Presidente, ripensino quell’ignobile Risoluzione, quella vergognosa equiparazione di nazismo e comunismo, la cui assurdità storica da Marzabotto, soprattutto da Marzabotto, appare del tutto evidente? Hai intenzione di chiedere loro di mettere in discussione quella Risoluzione e di operare perché essa sia posta in revoca?
Aspetto fiducioso. Ti saluto con affetto,
Guido Liguori
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Una domanda che non si può eludere. Noi, che non siamo più nulla, né vecchie militanti P.C.I., né gramsciane, né aventi diritto a dirsi di sinistra, ringraziamo Liguori per averci restituito almeno uno sprazzo di memoria, il diritto di replica, il dovere di reclamare decenza.
Caro Liguori ti ringrazio per la tua puntuale precisazione puntuale e ben argomentata,sappi che l’hai fatto anche per me!!
Perfettamente d’accordo nel merito. Ci sia permesso aggiungere che siamo gli ispiratori e fondatori del gruppo di discussione “Parliamo di socialismo” e la prima iniziativa del gruppo, nato a settembre fu una mozione contro quella risoluzione del Parlamento europeo che raccolse ben 2.293 firme. Uno di noi inviò anche una lettera aperta a Giuliano Pisapia (il quale invero si guardò bene dal rispondere ), chiedendo quali motivazioni li avessero spinti a votare quella infame risoluzione, ora però vorremmo aggiungere a quanto detto da Liguori che Valentina Cuppi non dovrà chiedere conto solo di quel voto espresso dai parlamentari europei del pd, ma dell’intero processo di revisionismo storico in atto nel partito di cui è divenuta presidente. L’ultimo episodio in ordine di tempo è la lettura storica degli anni settanta che Walter Veltroni ha recentemente argomentato in un articolo sul Corriere della Sera. Per ricordare Sergio Ramelli giovane neo-fascista che fu massacrato brutalmente da estremisti di sinistra nel 1975 in un agguato, e morì dopo una lunga agonia, l’ineffabile buonista ex segretario del Pd equipara fascisti e antifascisti e chiosa così: «Bisognerebbe scrivere l’antologia di Spoon River di quegli anni balordi e bastardi. Sono tanti, i ragazzi che non ci sono più. Potevano avere una divisa addosso, potevano essere di destra, potevano essere di sinistra. ‘Tutti, tutti dormono sulla collina’». Vorremmo ricordare all’illustre Walter le stragi, le aggressioni, le tante piazze in cui mon si poteva neppure transitare se vestiti in un certo modo, vorremmo ricordagli i servizi segreti deviati, le collusioni con agenti stranieri e con le logge massoniche ma sinceramente ci auguriamo che sappia farlo Valentina Cuppi, lo deve alla sua città, a Marzabotto, ai tanti partigiani in maggior numero comunisti che sono caduti per la libertà di tutti e perché tutti potessero un giorno esprimersi liberamente in democrazia anche chi come Veltroni oggi tutto questo vorrebbe rimuoverlo dalla nostra memoria.
Gruppo parliamodisocialismo -Roma-
Sì! e a metà febbraio abbiamo ri-pubblicato da jacobin italiano il bell’articolo di Christian Raimo “I cuori nerissimi di Walter Veltroni“