articoli

Legittima violenza

di Elena
Coniglio

5 aprile. Roma, La Sapienza. Il collettivo di Giurisprudenza la definisce una data storica. Nel comunicato di occupazione gli studenti dichiarano La Facoltà di Giurisprudenza si è finalmente trasformata da luogo statico, che influenza e indirizza migliaia di studenti a seguire lezioni e studiare con passività, a luogo dinamico di dibattito”. Viene organizzata un’assemblea pubblica particolarmente partecipata nella quale decidono di occupare la Facoltà in seguito ai fatti di violenza che hanno colpito l’Aula Autogestita “Bianca Guidetti Serra”, intitolata all’avvocata militante, femminista e protagonista della Resistenza.

Il caso non è isolato, denunciano gli studenti e desta allarme il tentativo di normalizzazione della gravità dei fatti, la banalizzazione della preoccupazione per l’esistenza di un “pericolo fascista”, comprovato in realtà dalla connotazione dei gesti balzati alle cronache in tempi recenti. Dall’attacco alla sede CGIL nel 2021, ai fatti di violenza del 22 ottobre scorso presso la Facoltà di Scienze Politiche1, dove una manifestazione di protesta degli studenti volta a contestare i contenuti di un convegno sul cosiddetto ‘capitalismo buono’2, con la presenza di Fabio Roscani, neo parlamentare e presidente di Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, è stata repressa con un intervento della polizia che ha fatto il suo ingresso all’interno dell’università, senza dimenticare l’aggressione di fronte al liceo Michelangiolo a Firenze ai danni di alcuni studenti da parte del gruppo di Azione Universitaria, protagonista a quanto pare anche di quest’ultimo attacco.

Massimo D’Angelo, membro del collettivo di Giurisprudenza, ha risposto ad alcune domande sui fatti che hanno portato alla decisione di occupazione da parte della comunità studentesca, che in primo luogo rivendica il diritto di vivere gli spazi universitari in sicurezza e libertà, continuamente negato a causa della “presenza di associazioni e personalità fasciste all’interno dell’Ateneo”.

Ci puoi raccontare quanto è accaduto e cosa ha portato a questo crescendo di violenza al quale si assiste all’interno dell’Università? 

L’aggressione all’aula non rappresenta un caso isolato… come dici tu si pone in continuità con una serie di atti che in realtà inizia dall’inizio dello scorso semestre. L’ultimo collettivo di giurisprudenza muore nel 2012 e ne nasce uno nuovo due anni fa. Durante il primo anno di attività politica non abbiamo avuto alcun problema in facoltà, ma da questo semestre abbiamo notato una serie di attacchi alle nostre attività.. gesti volti ad impedire le comunicazioni sulle assemblee di facoltà da principio, poi l’8 novembre, quando abbiamo chiamato un presidio relativamente al nuovo art. 434-bis del codice penale, il cosiddetto decreto anti-rave. Durante quell’assemblea, esponenti di Azione Universitaria, hanno occupato l’atrio con una trentina di esterni, persone più anziane degli studenti, che in questi giorni è stato confermato anche in consiglio di facoltà e in Presidenza avessero con sé spranghe e catene. Noi avevamo già percepito una presenza intimidatoria, ma il fatto che queste persone fossero addirittura armate… ne è la prova della prova. 

Arriviamo ai giorni scorsi. Alla settimana scorsa. Gli studenti del collettivo di facoltà organizzano un’assemblea in merito al diritto di studio in un atrio di fronte all’aula magna, da poco riaperto ma che non è dotato di tavoli. Manifestano, ci dice Massimo perché la nostra facoltà, così come tutte le altre in ateneo, in quanto strutture vecchie nate per un’università diversa rispetto ad un’università di massa, non è in grado di poter garantire posti studio sufficienti”.

La sproporzione all’interno della struttura universitaria in merito all’effettivo godimento del diritto allo studio in questi termini è particolarmente evidente. La Facoltà di Giurisprudenza, continua Massimo, offre 117 posti studio per 5.642 iscritti e l’azione degli studenti è consistita semplicemnte nell’aggiungere una quarantina di posti con dei tavoli portati dal magazzino di facoltà. 

Azione universitaria, così come è sempre venuta alle nostre iniziative, è venuta in massa, in gruppo, con fini intimidatori..e il giorno dopo alcuni di questi sono venuti nell’aula autogestita. Sono venuti a cercare quello che loro hanno definito “il capo” del collettivo… che chiaramente  per sua stessa natura non può avere dei capi. Ad ogni modo, cercavano i nostri recapiti telefonici con insistenza e con fare particolarmente aggressivo. I numeri non sono stati diffusi, ma poco dopo ho ricevuto una telefonata da parte di un esponente di Azione Universitaria che continua nell’intimidazione chiedendo un incontro fuori dall’università per parlare personalmente… nulla di simile era mai accaduto prima ma è totalmente coerente con tutti gli eventi precedenti.

Il fine settimana trascorre in apparente tranquillità, ma il lunedì successivo gli studenti trovano l’Aula “Bianca Guidetti Serra” devastata e indicono immediatamente un’assemblea di collettivo, poi un’assemblea straordinaria con le varie realtà della sinistra universitaria e gli altri collettivi di facoltà. In quest’assemblea decidono di chiamarne invece una pubblica data la gravità del gesto e  per denunciare apertamente il fatto.

Così mercoledì ci siamo incontrati tutti nell’atrio di giurisprudenza..l’assemblea è stata molto partecipata. C’erano circa 300 persone e nonostante giurisprudenza non sia una facoltà come lettere o scienze politiche, storicamente più politicizzate e partecipative, l’atrio si è riempito. Ci siamo spostati nell’Aula Calasso, che era uno spazio studio e che da poco è stato trasformato in aula conferenze… nel corso dell’assemblea è appunto stata dichiarata l’occupazione della facoltà.

Da diverso tempo gli studenti dei collettivi rivendicano un’università libera dal fascismo. Ci puoi spiegare meglio cosa sta accadendo all’interno dell’ateneo? 

Ciò che noi denunciamo come collettivo di Giurisprudenza, ma tutti i collettivi di facoltà e le realtà della sinistra radicale dell’università denunciano, è che da quest’autunno, dal 25 settembre in modo particolare, le forze di destra e di estrema destra si muovono su un terreno particolarmente ambiguo. Se da una parte esse pretendono una discontinuità con il loro passato, che in realtà non c’è mai stata e che appunto gli concede una zona grigia, di legittimità politica come qualsiasi altra forza democratica, dall’altra mantengono gli stessi comportamenti squadristi e intimidatori che la destra e l’estrema destra hanno sempre avuto nella storia politica italiana e non solo. Ed è questa ambiguità che denunciamo. È la legittimazione del loro operato che noi denunciamo, che deriva dal fatto che la rettrice e le istituzioni dell’università abbiano un legame legittimante con gli eventi pubblici che Azione Universitaria propone… si fanno fotografare con loro, appongono il logo univeristario ai loro eventi… bisogna sapere che nonostante da parecchi mesi ci siano questi attacchi violenti, l’università non si è mai esposta sul punto. 

Voi domandate nuovamente le dimissioni della Rettrice Antonella Polimeni? 

Diciamo che il modo in cui la rettrice gestisce il Rettorato è caratterizzato proprio da questo suo democristiano non esporsi. Non si è esposta sui fatti, unici nella storia dell’università, accaduti in ottobre a Scienze Politiche. Nonostante abbia scritto un’e-mail pubblica, il testo era connotato da una totale ambiguità. Non ha infatti davvero parlato dell’accaduto, anche se molti studenti sono stati picchiati all’interno dell’università dalla celere. Da quel momento chiediamo le dimissioni della rettrice, che invitammo in quell’occasione ad avere un’interlocuzione politica… che ci ha sempre negato, ma che ha sempre invece intrattenuto con Azione Universitaria..

Quindi a voi è negata l’interlocuzione politica dopo quanto accaduto il 5 aprile? 

L’unica che abbiamo avuto è stata con la presidenza. Ma per tutti gli altri collettivi non vi è mai stata alcuna interlocuzione diretta, se non per mezzo di un prorettore. Anche noi di Giurisprudenza ad esempio abbiamo avuto la ‘fortuna’ di essere visitati da un prorettore non appena dichiarata l’occupazione della facoltà. Conoscendomi quale membro del collettivo, mi ha fermato per parlare. Ho così colto l’occasione per domandare per quale motivo il rettorato e la rettrice non si fossero esposti sull’accaduto e la sua risposta è stata, cito a memoria, “l’ateneo è così grande che non si può occupare di tutto ciò che accade nelle varie facoltà”. Una frase  emblematica.. ho così chiesto anche che dichiarasse a me, se non di fronte all’opinione pubblica, la matrice fascista dell’aggressione, e lui non ha voluto rispondere. Mi ha chiesto se volessi parlare con la persona o con il prorettore.. per me era chiaro che volessi parlare con lui in funzione della sua carica e quindi dopo aver definito genericamente il fatto come un grave atto vandalico politicamente denotato, non ha voluto definirne la matrice. Dopo le mie punzecchiature, l’ha ironicamente definito come di matrice ‘non comunista’.

Si nota una correlazione rispetto a quanto accaduto in ottobre a scienze politiche. Eravamo molto vicini alle elezioni politiche in quel caso e in quest’altro molto prossimi alle gravi dichiarazioni del Presidente del Senato su Via Rasella…

Non è un caso. Vorrei ricordare che Azione Universitaria è il fratello maggiore di Azione studentesca, ovvero quella formazione che è coinvolta nell’aggressione del liceo Michelangelo ed entrambi i gruppi sono le giovanili del partito di governo. Tutto è collegato e queste persone si preparano ad essere le nuove braccia di Fratelli d’Italia. Da questo 25 settembre possiamo infatti notare un processo di legittimazione di questi atti di violenza. Ricorderei ancora che il ministro Valditara ha infatti disconosciuto la matrice politica per il caso di Firenze, definendola al pari di una ragazzata. Penso che se si fosse esposto sull’aggressione che c’è stata ad uno spazio di studio e socialità come il Guidetti Serra, avrebbe detto lo stesso…

Questo processo di legittimazione si basa davvero su una mancanza di memoria storica sia a breve che a lungo termine – collettivamente non si ricorda abbastanza del fascismo, ma neppure chiaramente di fatti accaduti pochi mesi fa o addirittura di quelli freschi di qualche settimana perché travolti da un enorme flusso di informazioni – oppure sulla possibilità di far emergere una lettura adeguata degli eventi? Ci si può davvero sbagliare nel giudizio di fronte alla violenza metodica dei gesti e del tentativo di manipolazione della storia alla quale assistiamo in questi mesi? L’intervista resta aperta.

Elena Coniglio

  1. https://video.repubblica.it/edizione/roma/nella-sapienza-occupata-dopo-le-cariche-della-polizia-la-ricostruzione-degli-studenti-violenza-gratuita/430564/431519.[]
  2. https://www.radiosapienza.net/capitalismo-profilo-nascosto-del-sistema-domani-convegno-scienze-politiche/.[]
antifascismo
Articolo precedente
Fratelli d’Italia e il passato che verrà
Articolo successivo
Da Sfax a Lampedusa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.