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Le patologie dell’Occidente. Intervista ad Elena Basile, ex ambasciatrice d’Italia a Bruxelles

di Alba
Vastano

Riprendiamo da blog-lavoroesalute.org –

L’Europa quale costruzione sovranazionale e democratica, in grado di perseguire il bene dei popoli europei purtroppo oggi non esiste. La realtà tragica è dovuta a mio avviso al fatto che l’Europa resta l’unico possibile orizzonte ma è divenuto sempre più difficile riformarla. Essa oggi è costituita da una burocrazia asservita alle elite finanziarie statunitensi” (Elena Basile)

Sulle cause del conflitto in Ucraina in tutto l’Occidente corre un mantra spacciato per verità assoluta e avallato dai media mainstream: E’ stato Putin, il pazzo, il criminale, il sanguinario, carnefice del popolo ucraino’. Così per il conflitto in Palestina che per la narrazione occidentale ha“avuto inizio il 7 Ottobre con l’attacco ad Israele per mano di Hamas. L’invasione di Putin e l’attacco di Hamas sono fatti innegabili, ma sono la goccia che…

E sulle cause reali che hanno generato i conflitti si continua a produrre uno sfacciato quanto menzognero revisionismo storico su cui alcuni storici e analisti politici tentano di riportare qualche barlume di verità, nonostante il boicottaggio del potere dominante che strumentalizza i media di sistema con la totale compiacenza di chi vi è asservito.

E mentre si tenta di scoprire il vaso di pandora per far sì che si evidenzino le malefatte di chi fa gioco, pro domo sua, sulla pelle di interi popoli, si relega nel cono d’ombra chi tenta di svelare le reali cause e i responsabili dei massacri. Conflitti che vedono totalmente coinvolta l’Europa, schiava volontaria e masochista degli Usa e della Nato.

Elena Basile, ex ambasciatrice d’Italia in Svezia e in Belgio (fino al 2021), è un’illustre saggista ed analista politica, attenta alla verità sostanziale dei fatti e contraria ad ogni revisionismo storico. Per tali motivi è stata rinchiusa nel cono d’ombra dell’informazione e della politica e molte volte contestata dai sostenitori del pensiero unico dominante nei talk show televisivi. ‘L’Occidente e il ‘nemico permanente’ è la sua ultima opera, un saggio illuminante sulle cause e le responsabilità che hanno scatenato la guerra in Ucraina e in Palestina.

L’autrice vi descrive ‘..come i giochi strategici globali siano frutto di una visione patologica del“mondo dell’Occidente che, braccato dal declino che esso stesso ha creato, porta avanti disegni imperialistici ed espansionistici, focalizzandosi sulla supremazia militare e relegando in un angolo diplomazia e mediazione. Si allontana così l’idea di un Occidente sano … e si alimenta il bisogno di un nemico permanente…’ (ndr, dalla seconda di copertina del saggio citato)

Del suo pensiero sulle patologie dell’Occidente, descritte nel suo saggio, Elena Basile ne fa cenno“nell’intervista che segue:

Alba Vastano: “All’origine della più che secolare vicenda che abbiamo alle spalle vi è il suicidio“dell’Europa….tale fu la genesi della Grande Guerra…”  così Luciano Canfora nella prefazione del suo ultimo saggio ‘L’Occidente e il nemico permanente’. ‘Oggi l’Europa, così com’è gestita“dalle èlite dominanti, è ancora possibile definirla un partenariato sovranazionale basato sulla solidarietà e la democrazia o non esiste più in tal senso?

Elena Basile: L’Europa quale costruzione sovranazionale e democratica, in grado di perseguire il bene dei popoli europei purtroppo oggi non esiste. La realtà tragica è dovuta a mio avviso al fatto“ che l’Europa resta l’unico possibile orizzonte, ma è divenuto sempre più difficile riformarla. Essa oggi è costituita da una burocrazia asservita alle elite finanziarie statunitensi

A.V.: Alcuni storici e studiosi di economia politica tentano, da inizio del conflitto Russia –Ucraina di  svelarne le motivazioni, contrastando lo schema, ormai mantra: Putin criminale invasore e Zelensky,  salvatore  dell’Ucraina  invasa da un folle. Basterebbe avere conoscenza dei fatti storici, “come le proteste del 2013 di Euromaidan e gli accordi mancati di Minsk nel 2014-2015. Lei nel suo ultimo saggio descrive  in modo assai trasparente le responsabilità dell’Occidente, riguardo questo conflitto. Vuole farne cenno?

E.B.: Nel libro “ L’Occidente e il nemico permanente” edito da Paperfirst ho tentato una ricostruzione oggettiva delle cause del conflitto che ad avviso di molti studiosi risalgono al 1997, “anno in cui il Dipartimento di Stato decise la linea dell’espansione della NATO fino ai confini con la Russia. Una vasta documentazione prova l’escalation di cui l’Occidente ha pesanti responsabilità.

A.V.: I suoi interlocutori in Europa e nei media hanno tentato di relegarla nel cono d’ombra dell’“informazione, per evitare che possano emergere le verità sostanziali sui conflitti in corso. Lei come si è trovata ad affrontare chi fa revisionismo storico e nega le sostanziali verità storiche sulle origini dei conflitti? E quanto le è costato sostenere la verità dei fatti in alcuni ambienti in cui ha prestato la sua conoscenza e il suo impegno come ambasciatrice?

E.B.: Ho perso molti amici. Personalità della politica con cui avevo interloquito per anni nel corso del  servizio diplomatico e soprattutto come Ambasciatrice hanno preferito chiudere ogni tipo di comunicazione. Sebbene mi sia dimessa rinunciando a un’ottima retribuzione sono stata linciata da i miei ex colleghi riuniti nel sindacato corporativo del SNDMAE. Hanno avuto la sfrontatezza di considerarmi traditrice dei valori della Repubblica. Ho risposto di avere giurato sulla Costituzione“italiana che ripudia la guerra. La mia critica alla strategia bellicista della NATO è in linea con la mia fedeltà alla Repubblica e non al potere esecutivo contingente.

A.V.: Il conflitto in corso in Ucraina viene  citato come una’ guerra per procura’. Più esplicitamente “come una guerra voluta e gestita dagli Usa e dalla Nato per indebolire e far cadere Putin. L’Europa, nel continuaread inviare armi quanta responsabilità ha nell’impedire i tavoli negoziali per una “possibile risoluzione pacifica del conflitto?

E.B.: L’Europa ha una responsabilità maggiore di quella degli Stati Uniti. Washington persegue i propri interessi, di potenza e economici, energetici. L’Europa ha rinunciato alla pace e alla prosperità, ideali stabiliti nei trattati. Le elite finanziarie europee sono elite transnazionali legate al“capitale statunitense.

A.V.: Riguardo le proposte e i tentativi di accordi per il ‘Cessate il fuoco’ risulta anche un tentativo per una mediazione, subito respinto, dello stesso Putin.  Nessuna volontà anche a seguire di aprire un tavolo negoziale per la pace fino alla distruzione della Russia e la testa di Putin. Incoscienza o demenza visto che si va verso una escalation?

E.B.: Povera Ucraina, carne da cannone, dei disegni geopolitici stranieri. Il sogno irrealistico era lo smantellamento della Federazione russa. Non è andata cosi. Ora si persegue la durata della guerra a beneficio delle oligarchie delle armi e dell’energia, a dispetto delle perdite di vite umane e del“rischio nucleare.

A.V.: L’Europa, così com’è oggi nello scacchiere geopolitico, può essere considerata a tutto tondo“un protettorato Usa?

E.B.: Purtroppo si

A.V.: Spostando l’attenzione sul conflitto israelo/palestinese in corso, per  trasparenza della storia di quel martoriato territorio, risulta una evidente menzogna affermare che ha inizio con l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Occorrerebbe una sintesi chiara dei passaggi“sostanziali storici che hanno portato al 7 Ottobre.

E.B.: Nel libro già citato la seconda parte è dedicata al conflitto israelo-palestinese. La ricostruzione storica dalla dichiarazione Balfour in poi fa emergere responsabilità condivise tra Stati Uniti, Europa, Stati Arabi, Israele. La lobby di Israele ha fatto grandi danni al popolo israeliano e“alla politica USA.

A.V.: ‘Noi riteniamo che quello che sta accadendo a Gaza non sia un genocidio…’ lo afferma Jake Sullivan, consigliere per sicurezza nazionale della Casa Bianca, contrastando così anche il verdetto della Corte internazionale di giustizia che definisce genocidio quanto sta avvenendo a Gaza e condanna Netanyahu, quale responsabile della strage di un popolo. Secondo lei  è possibile dare una“definizione alternativa al genocidio su quanto sta avvenendo a Gaza?

E.B.: La CIG ha invitato Israele a non commettere un genocidio, a mettere in piedi gli strumenti atti a evitare un genocidio. Lo ha quindi considerato plausibile e ha obbligato il governo di Tel Aviv a riferire  sulle misure intraprese. Se si legge la convenzione sul genocidio si comprende che tutti i parametri da essa elencati sono consoni all’operato del criminale di guerra Netanyahu.

A.V.: Il fallimento degli accordi di Oslo, con l’uccisione di Rabin per mano sionista, quanto ha poi determinato e influito sul mancato riconoscimento dello Stato palestinese?

E.B.: Dal 2000 in poi , dopo il rifiuto di Arafat dell’offerta più generosa che i Palestinesi avessero ricevuto, quella di Barak, non vi è più stato un tentativo serio di pace. La causa palestinese è stata condannata all’oblio. Hamas è stato l’alibi della cosiddetta Comunità internazionale per giustificare la loro complicità con la politica coloniale israeliana, uno Stato che in Cisgiordania , dove non“esiste Hamas, applica l’Apartheid.

A.V.: Oggi, a conflitti ancora accesi e, per di più estesi, con l’Occidente consenziente  a proseguire la guerra fino alla vittoria dell’Ucraina e alla scomparsa della Palestina, lei quali pericoli reali vede per una escalation delle guerre fino all’uso delle armi nucleari?

E.B.: Le lancette dell’orologio dell’apocalisse sono state spostate verso la mezzanotte del mondo. Le logiche della guerra sono proprie e indipendenti dalla strategia politica. La situazione può sempre scappare di mano. L’escalation può divenire incontrollata anche se è credibile che le classi dirigenti occidentali e russe non vogliano ricorrere ora alle armi nucleari tattiche. Come ho scritto sul Fatto quotidiano dove pubblico in media un articolo a settimana, ho tuttavia il timore che il rischio del conflitto nucleare circoscritto sia stato messo in conto dagli occidentali. Il sacrificio di“un popolo può essere considerato necessario al predominio occidentale.

A.V.: Nel suo ultimo saggio  lei , oltre a descrivere con trasparenza i fatti storici che hanno condotto ai conflitti in corso, denuncia come e quanto l’Europa sia prona agli Usa e alla Nato e come i giochi strategici globali siano frutto di una visione patologica del mondo dell’Occidente. Se ne evince che le élite europee sentano il bisogno di un nemico permanente per continuare ad esercitare un potere solo apparente e che hanno da tempo ormai ceduto agli Usa?

E.B.: Nel libro nella quarta parte esamino i fattori geo-politici , economici e culturali che spiegano come mai l’Occidente abbia bisogno di un nemico permanente e lo costruisca a tavolino.

A.V.: Le dicono che è filo Putin. Cosa risponde?.

E.B.: Mi ritengo filo ucraina perché ho a cuore le sorti del Paese che la guerra per procura contro la Russia da parte dell’Occidente ha distrutto. Tengo alla vita dei giovani ucraini. Mettiamoci nei panni di una madre che ha il figlio al fronte e prega per un cessate il fuoco. Le elite occidentali dovrebbero vergognarsi per la loro immoralità. Hanno le mani sporche di sangue di una generazionedi ucraini. Questa guerra non ci sarebbe mai stata se avessimo concesso la neutralità all’Ucraina, cosa ottima per Kiev e per l’Europa.

Fonti:

‘L’Occidente è il nemico permanente’ di Elena Basile ed. Paperfirst- 2024

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