Diffondiamo anche noi questa Lettera Pubblica –
Noi sottoscritti desideriamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per gli attacchi in corso da parte delle aziende Big Tech e dei loro alleati alla sovranità digitale del Brasile. La disputa tra il Brasile ed Elon Musk è solo l’ultimo esempio di uno sforzo più ampio volto a limitare la capacità delle nazioni sovrane di definire un’agenda di sviluppo digitale libera dal controllo delle grandi multinazionali con sede negli Stati Uniti.
A fine agosto 2023, la Corte Suprema brasiliana ha bandito X dal ciberspazio brasiliano per non avere rispettato le sentenze dei tribunali che chiedevano la sospensione degli account che l’8 gennaio 2023 avevano istigato estremisti di estrema destra a prendere parte a rivolte e a occupare le sedi del potere legislativo, giudiziario e governativo. Successivamente, il presidente Lula da Silva ha chiarito l’intenzione del governo brasiliano di perseguire l’indipendenza digitale: diminuire la dipendenza dei paesi da entità straniere quanto a dati, intelligenza artificiale e infrastrutture digitali e promuovere lo sviluppo di ecosistemi tecnologici locali. Perseguendo questi obiettivi, lo Stato brasiliano intende anche obbligare le aziende Big Tech a pagare tasse eque, a rispettare le leggi locali e a rispondere delle esternalità sociali dei loro modelli di business, che spesso promuovono violenza e disuguaglianza.
Questi sforzi sono stati accolti con attacchi da parte del proprietario di X e dei leader di estrema destra che si lamentavano della mancanza di democrazia e libertà di parola. Ma proprio perché lo spazio digitale è privo di accordi normativi internazionali, decisi democraticamente, le grandi aziende tecnologiche operano come governanti, determinando ciò che deve essere moderato e ciò che viene promosso sulle loro piattaforme.
Inoltre, X e altre aziende hanno iniziato a organizzare sé stesse e i loro alleati all’interno e all’esterno del paese per minare le iniziative volte all’autonomia tecnologica del Brasile. Oltre a mettere in guardia il Brasile, queste azioni inviano un messaggio preoccupante al resto del mondo: i paesi democratici che cercano l’indipendenza dal dominio delle Big Tech corrono il rischio di vedere le loro democrazie sotto attacco, con alcune compagnie Big Tech che sostengono movimenti e partiti di estrema destra.
Il caso brasiliano è diventato il fronte centrale nel conflitto globale in corso tra le multinazionali Big Tech e coloro che cercano di costruire un’agenda digitale democratica che metta al centro le persone e promuova sviluppo sociale ed economico.
Le grandi aziende tecnologiche non solo controllano il mondo digitale, ma esercitano anche pesanti pressioni e operano contro la capacità del settore pubblico di creare e mantenere un’agenda digitale indipendente basata su valori, bisogni e aspirazioni locali. Quando sono in gioco i loro interessi finanziari, collaborano volentieri con governi autoritari. Ciò di cui abbiamo bisogno è uno spazio digitale autonomo dal Big Tech affinché i governi possano guidare le tecnologie mettendo le persone e il pianeta al di sopra dei profitti privati o del controllo unilaterale dello stato.
Tutti coloro che aderiscono a valori democratici dovrebbero sostenere il Brasile nella sua lotta per la sovranità digitale. Chiediamo che le aziende Big Tech cessino i loro tentativi di sabotare le iniziative del Brasile volte a costruire capacità indipendenti nell’intelligenza artificiale, nelle infrastrutture pubbliche digitali, nella gestione dei dati e nella tecnologia cloud. Questi attacchi minano non solo i diritti dei cittadini brasiliani ma in senso più ampio anche le aspirazioni di ogni nazione democratica a raggiungere l’obiettivo della sovranità tecnologica.
Chiediamo inoltre al governo brasiliano di essere fermo nell’attuazione della sua agenda digitale e di denunciare le pressioni contro di essa. Il sistema delle Nazioni Unite e i governi di tutto il mondo dovrebbero sostenere questi sforzi. Questo è un momento cruciale per il mondo. Un approccio indipendente per rivendicare la sovranità digitale e il controllo sulla nostra sfera digitale pubblica non può aspettare. C’è anche un urgente bisogno di sviluppare, nel quadro delle Nazioni Unite, un insieme di principi regolativi a livello transnazionale, rispetto all’accesso e l’utilizzo dei servizi digitali, promuovendo al contempo ecosistemi digitali che mettano le persone e il pianeta al di sopra dei profitti, in modo che quanto le compagnie Big Tech stanno cercando con il Brasile non diventi una pratica comune anche per altri paesi.
Prime firme in ordine alfabetico
Anita Gurumurthy, IT for Change
Çağrı Çavuş, SOMO
Assoc Prof. Cecilia Rikap, University College London, IIPP and CONICET
Prof. Cédric Durand, University of Geneva
Prof. C P Chandrasekhar, IDEAs and PERI, UMass
Dr. Cory Doctorow (h.c.), author, activist, journalist.
Prof. Cristina Caffarra, University College London, CEPR Competition RPN
Prof. Daron Acemoglu, MIT Economics
David Adler, Progressive International
Ekaitz Cancela, Center for the Advancement of Infrastructural Imagination (CAII)
Assoc Prof. Edemilson Paraná, LUT University
Prof. Emiliano Brancaccio, University of Sannio
Dr. Evgeny Morozov, author and producer of “The Santiago Boys” and “A Sense of Rebellion”
Assoc Prof. Francesca Bria, University College London, IIPP and Stifung Mercator
Prof. Gabriel Zucman, Paris School of Economics and UC Berkeley
Prof. Helena Martins, Federal University of Ceará
Prof. Jason Hickel, ICTA-UAB and LSE
Dr. Jathan Sadowski, Monash University
Prof. Jayati Ghosh, University of Massachusetts Amherst, Deparment of Economics
Dr. Joel Rabinovich, King’s College London
Prof. José Graziano da Silva – Zero Hunger Institute – former Director-General of UNFAO
Prof. José van Dijck, Utrecht University
Prof. Juan Martín Graña, CONICET and Universidad Nacional de San Martín
Prof. Julia Cagé, Sciences Po Paris, Department of Economics
Prof. Marcela Amaro, Universidad Nacional Autónoma de México
Prof. Marcos Dantas, Universidade Federal do Rio de Janeiro
Prof. Margarita Olivera, Institute of Economics, Universidade Federal do Rio de Janeiro
Prof. Mariana Mazzucato, University College London, author of Mission Economy
Margarida Silva, SOMO
Dr. Maria Farrell, writer
Marietje Schaake, Stanford University, author of “The Tech Coup”
Prof. Martín Becerra, CONICET and Universidad de Buenos Aires
Prof. Martín Guzman, School of International and Public Affairs (SIPA), Columbia University
Nandini Chami, IT for Change
Dr. Niall Reddy, Wits University
Prof. Nick Couldry, London School of Economics
Dr. Nick Srnicek, King’s College London
Prof. Paola Ricaurte Quijano, Tecnológico de Monterrey
Dr. Paolo Gerbaudo, Universidad Complutense de Madrid
Paris Marx, Host of Tech Won’t Save Us
Prof. Phoebe Moore, University of Essex
Dr. Raffaele Giammetti, University of Cassino and Southern Lazio
Renata Ávila, CEO – Open Knowledge Foundation, affiliated to CIS at CNRS France
Robin Berjon – Governance Technologist
Rodrigo Fernandez, SOMO
Prof. Sergio Amadeu da Silveira – Federal University of ABC
Prof. Shoshana Zuboff, Author “The Age of Surveillance Capitalism: The Fight for a Human Future at the New Frontier of Power”
Sofía Scasserra, Transnational Institute (TNI)
Prof. Stefano Lucarelli, University of Bergamo
Prof. Thomas Piketty, Paris School of Economics and EHESS
Prof. Ulises Mejias, State University of New York
Prof. Ugo Pagano, University of Siena
Prof. Wolfgang Streeck, Max Planck Institute for the Study of Societies
Yanis Varoufakis, General Secretary, MeRA25