La decisione dell’International Centre for Settlement of Investment Disputes ICSID (Istituzione appartenente al gruppo della Banca Mondiale, con sede a Washington, costituita con lo scopo di fornire supporto di conciliazione e arbitrato nelle controversie che sorgono in relazione agli investimenti fra Stati e fra cittadini di Stati diversi) ha condannato l’Italia al pagamento di un indennizzo di 190 milioni di euro a favore della società petrolifera Rockhopper Exploration con sede nelle North Falkland per aver bloccato il progetto di realizzare la piattaforma petrolifera off-shore Ombrina, che doveva essere posizionata a 9 Km dalla costa,
Così come si temeva nel caso del trattato TTIP che, tra altre cose, affidava ad arbitrati privati le controversie tra Stati e multinazionali, abbiamo avuto la dimostrazione dell’assurdità dell’adesione dell’Italia al Trattato sulla Carta dell’Energia o altri simili.
L’Italia aderendo a questi trattati rinuncia a decidere sul proprio territorio. Nel caso dell’Ombrina neppure una norma dello Stato e l’opposizione di un’intera regione riescono a tutelare gli interessi dei cittadini contro le potenti multinazionali dell’energia fossile. Questo trattato, come gli altri simili, si colloca nel processo di spoliazione delle sovranità degli stati nazionali a favore dell’organizzazione mondiale del commercio (WTO), in sostanza un superamento del concetto stesso di democrazia. Ciò vale nel caso dei temi ambientali, come nel caso delle questioni sociali. (ad esempio, una multinazionale potrebbe impugnare norme che difendono le retribuzioni dei lavoratori!).
Mentre la propaganda nei nostri partiti atlantici ci satura della superiorità delle democrazie occidentali nei confronti delle varie autocrazie, noi ci facciamo governare dalle multinazionali (un giorno da quelle dell’energia e l’altro da quelle del farmaco).
L’opposizione contro Ombrina Mare fu portata avanti dalle associazioni ambientaliste, dagli enti locali, dalla Regione e organizzazioni di categoria, oltre a migliaia e migliaia di cittadini che parteciparono a tantissime manifestazioni per difendere la propria costa e il mare.
Anche oggi le lobbies del fossile gridano allo scandalo e contro la miopia degli ambientalisti, che in una logica retriva hanno rinunciato a usare risorse nazionali invece di dipendere da gas russo. Ad esse si sono associate le voci dei vari partiti di destra e di parti del cosiddetto centro sinistra.
In passato, i petrolieri e molti settori di Confindustria per confondere, hanno, detto che non si trattava di una raffineria ma solo di estrazione appoggiata da una “nave galleggiante”. A prescindere che anche solo l’estrazione da fondali marini vicini alla costa crea molti problemi di inquinamento e, come si sta verificando nella vicina all’Emilia, problemi di subsidenza, la nave galleggiante, serviva allo stoccaggio, al trattamento e allo scarico.
Infatti il petrolio e il gas dovevano essere sottoposti a una delicata operazione di eliminazione di scarti sulfurei e non, che includeva una fase di incenerimento di rifiuti a fiamma costante, 24 ore su 24. (Il petrolio di Ombrina è di qualità scadente, ricco di impurità sulfuree). Ovviamente peggiore la qualità del petrolio, maggiori sono gli impatti sull’ambiente. Sono proprio le impurità sulfuree a dare maggiori problemi perché causano corrosione e difficoltà di trasporto del greggio, rendendo necessaria la desolforazione – l’eliminazione dello zolfo – in loco, vicino al posto di produzione. Tutto ciò con l’aggravante che l’Adriatico è un mare a bassissimo ricambio.
Ma poi, l’estrazione del petrolio abruzzese non avrebbe cambiato di molto lo scenario energetico nazionale. Gli stessi interessati a pompare petrolio in Adriatico avevano previsto che il petrolio pompato avrebbe coperto una bassissima percentuale del fabbisogno nazionale e per pochi anni! Sarebbe stato certamente meno pericoloso e più utile finanziare l’istallazione di un parco eolico!
La morale di tutto ciò è semplice: A) non bisogna firmare trattati che sottopongono le istituzioni nazionali al giudizio di “arbitrati privati”; B) per la sostenibilità ambientale dobbiamo definitivamente smettere di avviare nuove trivellazioni (in terra e tanto più in mare). la transizione energetica si fa attraverso le energie rinnovabili, l’efficienza, l’uso razionale e il risparmio di energia. Altre strade servono solo a favorire interessi privati e a rinviare l’avvio vero alla transizione energetica.
di Riccardo Rifici
3 Commenti. Nuovo commento
Persino per gli eventi più frivoli e ‘ previsto che chi giudica sia estraneo alla contesa,ma non per questioni così vitali. Le banche ad esempio hanno un arbitro,ma…pagato da loro stesse!
Sono pienamente d’accordo
Chiarissimo, grazie. Un articolo che non lascia “ombrina”….