I Paesi del Mediterraneo, specie quelli della sponda sud, attraversano un periodo di profonda crisi, economica, sociale e culturale; tra gli effetti di questa crisi, il più evidente e grave è forse l’acuirsi del fenomeno migratorio, pericoloso anche per la tenuta dei Paesi della sponda nord. Tra i migranti, i più sono giovani; il più comune tra i motivi che spingono a emigrare, e ad affrontare i rischi del viaggio, è la mancanza di lavoro e di una prospettiva di vita; è un problema che, sia pur con differenze, li accomuna a tanti giovani di Paesi europei mediterranei, come Spagna, Italia, Grecia. Problema dovuto anche alla progressiva scomparsa di lavori tradizionali. I metodi con cui si affronta questa problematica sono diversi, e forse, vista la costanza delle statistiche, poco efficaci. Esiste dunque l’esigenza di sperimentare, in settori innovativi, nuove metodologie con cui affrontare il problema della disoccupazione giovanile nei Paesi del Mediterraneo.
Nei secoli scorsi, la navigazione, la circolazione delle idee, delle scienze e delle arti hanno contribuito alla creazione delle basi dell’Europa di oggi, unendo popoli diversi nella cultura e nel pensiero. Attraverso il mare, le idee e il richiamo delle tradizioni, ancora oggi potrebbe essere il Mediterraneo a trasmettere all’Europa parole di solidarietà e di civiltà, indirizzando al proprio interno un messaggio di pace e fratellanza, nella condivisione di valori e culture e nell’anelito alla realizzazione di una comunità integrata, coesa e paritetica che faccia giustizia dei residui strascichi colonialistici e costruisca le fondamenta di un nuovo processo federativo ispirato ai principi enunciati da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi per il riequilibrio delle relazioni internazionali e la diffusa riforma della società.
Forse questo appare come un sogno; tuttavia le rapide mutazioni che vediamo nella ristrutturazione del modo, e le sfide poste da accelerazioni tecnologiche in grado di stravolgere la vita dell’umanità, potrebbero trovare risposte proprio nel recupero dello straordinario retaggio di valori e tradizioni, nella rivalutazione della visione mediterranea della storia, nell’antropologia, nelle tradizioni alimentari e gastronomiche, nelle arti e tendenze consolidate, nella navigazione, nei cammini che hanno attraversato la nostra regione; in definitiva nella storia e nelle tradizioni che ci hanno condotto fin qui, pur ovviamente declinate nella modernità. Utopie come la costituzione di una “Federazione Mediterranea” non si realizzeranno, probabilmente, ma potranno indicare una via, un filone di pensiero in grado di associare i popoli mediterranei di entrambe le sponde nel far fronte alle sfide di un destino che oggi come sempre appare comune su temi, tanto per indicare i più importanti, quali l’ambiente, le risorse, la sicurezza, l’uso dei fondali, i commerci e la navigazione, e così via.
Sono questi gli obiettivi cui si dedica l’Associazione OMeGA (Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica e Antropologia), nel proposito di offrire contributi di pensiero e di idee attraverso progetti curati e seguiti da soci e personalità di rilievo di volta in volta competenti. Nello svolgimento delle proprie attività, l’Associazione cura in particolare il coinvolgimento dei giovani e la creazione di opportunità per il loro stabile inserimento nel mondo del lavoro, anche dando massimo rilievo agli aspetti culturali educativi e divulgativi al fine di contribuire alla formazione di generazioni di giovani dediti alla ricerca e allo sviluppo delle infinite opportunità offerte dal Mar Mediterraneo e dall’intera regione dei Paesi rivieraschi.
Nel descritto quadro, OMeGA persegue mete di medio periodo, come l’istituzione di una rete tra i Comuni delle piccole isole, piccole ma sede di grande bellezza, di storia, di cultura e di memorie; rete che consentirà di alimentare un turismo regionale sostenibile, interrelato e non stagionale, basato anche sui temi dell’ambiente e su itinerari culturali tratti dai miti e dalla Storia che hanno attraversato il nostro mare. La cooperazione fra le isole, e tra queste e la terraferma, varrà anche ad alimentare la ricerca nel campo della mobilità e dei servizi e in quelli della protezione delle coste, della gestione delle migrazioni, della salubrità delle acque, della comune realizzazione di progetti a valere su finanziamenti europei.
L’Associazione formula tuttavia anche progetti e iniziative che possano avere visibilità e mediaticità, e in tal modo sostenerne le visioni e i possibili orizzonti. In questo quadro, è meditato convincimento di OMeGA che il Sud della Sardegna, che oltre ai grandi meriti culturali può vantare un hinterland dotato di un complesso infrastrutturale logistico e industriale in forte espansione, unitamente alle vaste aree di sviluppo campidanesi e sulcitane ed alle considerevoli facilities aeroportuali e portuali di Cagliari, costituisca un hub ideale per la confluenza dello sforzo cooperativo nell’area del Mediterraneo occidentale. Proprio con questa regione OMeGA ha elaborato progetti di viaggio, incontro e scambio con i paesi della sponda meridionale del Mediterraneo.
Due di tali viaggi sono stati già compiuti, nelle estati del 2017 e 2018, quali antesignani di una campagna che prevede tappe annuali in Paesi sempre diversi, accomunati da suggestivi percorsi culturali e da una sovrapponibile visione e interpretazione della vita e dei suoi valori. La partenza avverrebbe dal porto della città che sembra essere il sito ideale: Cagliari, cui non mancano adeguate potenzialità nel campo della gestione di eventi nautici, musicali, artistici, commerciali, artigianali, archeologici. Quanto ai Paesi da raggiungere, considerato il concomitante desiderio di contribuire allo sviluppo dell’attività marinara, della navigazione e della pratica degli sport nautici, la lontananza dal porto di Cagliari privilegiano le mete maggiormente vicine, da scegliere tra Algeria, Spagna, Malta, Grecia, Serbia, Croazia. Nel 2025 è programmato il porto di Algeri.
Il progetto, in definitiva, consiste nell’organizzazione di viaggi che tocchino alcuni importanti siti costieri del Mediterraneo, con l’intenzione di trattare con specialisti dei Paesi visitati la situazione geopolitica ed economica della regione e individuando forme di collaborazione nei campi nei quali sia più forte la similitudine e in quelli con i quali sarebbe più proficua la sintonia: commercio, trasporti, artigianato, turismo, agricoltura tradizionale ed alimentazione tipica regionale.
Si tratta di una piccola cosa nell’attuale marasma del mondo e della nostra regione mediterranea. Tuttavia, vista l’inazione, e forse la perdita di orientamento, delle dirigenze politiche mondiali, saranno proprio le piccole cose, in un’ottica bottom up, a indicare la via.
Mario Boffo
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Articolo molto bello e ricco di speranza.
C’è molta voglia di pace nel Mediterraneo e iniziative come quella descritta, ancorché minuscole nel grande marasma che ci “governa”, determinate e largamente partecipate, possono fare la differenza e dare una portentosa spinta alla definitiva emancipazione ed alla rinascita di tutta l’area mediterranea e di quella circostante.