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“Incuria e cura. Il mondo alla prova della pandemia e oltre… Pensieri e pratiche femministe”

di Nicoletta
Pirotta

Sabato 23 e domenica 24 ottobre dalle 14.00 alle 17.30 si terrà il seminario femminista internazionale “Incuria e cura. Il mondo alla prova della pandemia e oltre… Pensieri e pratiche femministe”.
Il seminario è organizzato da FemmSdc, il gruppo femminista attivo nella Società della Cura, in collaborazione con Global Dialogue for Systemic Alternatives e Transform!Europe.
Nelle due sessioni nelle quali si struttura il seminario vi saranno interventi di donne (attiviste sociali e politiche, sindacaliste, ricercatrici, studiose, …) da moltissimi paesi del mondo: Afghanistan, Algeria, Brasile, Germania, Grecia, India, Iraq, Italia, Kurdistan, Libano, Messico, Palestina, Polonia, Russia, Rwanda, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Tunisia, Turchia, Ungheria.
Il seminario potrà essere seguito in presenza, nel rispetto delle norme Covid, o tramite diretta streaming dalla pagina FB della Società della Cura e da altre pagine collegate.
In entrambi è prevista la traduzione in italiano.

Tre sono i nodi italiani dove si potrà partecipare in presenza e cioè il Centro donne dell’ Associazione Orlando di Bologna, la Casa delle donne di Lecce e la Casa Internazionale delle donne di Roma.
Per partecipare in presenza è necessario registrarsi attraverso un modulo che si trova sulla pagina web dei tre nodi.

Dopo un’introduzione nella quale si proverà ad indicare il genere di mondo in cui viviamo segnato da violenza, ingiustizie, ipocrisie, guerre, seguiranno due sessione nelle quali si affronteranno alcune questione di fondo.
Questioni di fondo che abbiamo ritenuto ineludibili per affrontare il tema della cura cercando di evitare stereotipi o banalità.
Perché le parole o i concetti possono sostenere percorsi trasformativi e liberatori ma anche di mantenimento dello status quo o, peggio, di involuzione.

La cura è un gesto di riparazione di un guasto? O la somministrazione di un farmaco che faccia scomparire il sintomo? Oppure essa può e deve essere un nuovo paradigma di senso che presuppone un riorientamento radicale di pensiero insieme all’esigenza di un modo diverso di stare al mondo? Curare non può che implicare dunque il confliggere con l’ordine economico, sociale e politico che governa il mondo, modificando al contempo anche noi stesse/i?

Queste sono state le domande di fondo che, come gruppo femm della Società della Cura, ci siamo poste e dalle quali ha avuto origine la scelta di organizzare il seminario. Un seminario che abbiamo voluto internazionale perché è solo nella complessità e nell’intreccio che si riesce a comprendere meglio il presente.
Nella prima sessione ci confronteremo sull’ incuria neoliberista che ha determinato individualismo, privatizzazioni, diffusione della precarietà del lavoro e della vita, tagli sociali che hanno hanno influito sugli effetti della crisi. E ragioneremo su come gli Stati hanno reagito alla pandemia accettando supinamente il potere delle multinazionali che hanno imposto la proprietà privata sui brevetti dei vaccini con la drammatica conseguenza che la maggior parte della popolazione mondiale non può essere vaccinata.
Si metterà in evidenza quello che la pandemia ha rivelato: la fragilità dei nostri corpi, l’ interdipendenza fra l’umano, il vivente non umano, e l’ambiente, l’importanza del prendersi cura di sé e del mondo,per denunciare quanto sia ancor più anacronistico il rapporto gerarchico tra produzione e riproduzione sociale e domestica.

Nella seconda sessione parleremo di possibili alternative per la trasformazione a partire dalle proposte concrete – nuove forme di organizzazione sociale e del lavoro, i beni comuni, la riconversione produttiva, la messa al bando delle spese militari e del commercio di armi – e di alcune pratiche – il neo-mutualismo popolare l’autogestione, i luoghi di donne.

Chi volesse può trovare il programma completo può a questo link: https://societadellacura.blogspot.com/p/gruppo-femm.html

Il seminario ha contenuti, dimensione e struttura ambiziosi. Non so se saremo all’altezza delle aspettative, Però ci proveremo.
Inshallah!

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