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Il piano spagnolo è il futuro, il Mes è il passato

di Roberto
Musacchio

di Roberto Musacchio – Quando arriva la proposta di piano spagnolo sotto forma di un non paper sostenuto dal governo di sinistra tra Psoe e Unidas Podemos si capisce che la partita è ancora aperta.

Dopo la squallida esibizione del Parlamento Europeo appiattito su quanto proposto dall’eurogruppo e quindi sostanzialmente insignificante, tanto che il suo Presidente, il piddino Sassoli si manifesta principalmente per le sue uscite pro Mes ad uso del “dibattito” italiano, si capisce che finalmente qualcosa si muove.

Per giorni in Italia c’è stato il fuoco a favore del Mes. Si sono distinti Monti, Prodi, Berlusconi e buona parte del Pd. In particolare il Pd si conferma sostanzialmente il partito del vincolo esterno. Cioè quello la cui funzione e la cui base di consenso è l’interpretare la governance europea. Poco importa che questa governance si basi su una ideologia ordoliberale. Le riflessioni sul bisogno di altro sono affidate appunto agli intervalli seminariali ed alle autocritiche. Gli Eurobond vanno bene per i documenti e le polemiche con Salvini che non li vota. Ma in Parlamento Europeo si sta col Mes e senza Eurobond in un testo condiviso con popolari e liberali che hanno votato contro l’emendamento dei verdi sugli Eurobond al pari di Salvini. Tanto è chiaro il giochino un po’ squallido che i verdi che avevano firmata la mozione di maggioranza alla fine si astengono o votano contro.

Alle autocritiche di Prodi di qualche anno dopo, come sul patto di stabilità o sulle privatizzazioni, siamo abituati. Al dunque però lui c’è sempre e il dunque ora è che l’Italia entri nel Mes. Come anche per Monti anche lui in “feroce” polemica con Salvini ma che ricordiamo per il governo che ha fatto più austerity della storia.

Ma perché il Mes è tanto importante per tutti loro ed è importante che ci stia l’Italia? Per riconoscere l’eroico lavoro dei nostri sanitari, come titola Repubblica l’intervista a Timmermann, socialista olandese vicepresidente della Commissione Europea? Timmermann farebbe bene a chiedere scusa per i tagli alla nostra sanità fatti anche per le lettere ricevute dalle autorità europee che vigilano sul nostro bilancio. E magari si dovrebbe occupare delle regole fiscali olandesi.

La verità del Mes è quella che su Transform abbiamo detto tante volte.

È un fondo costruito sul modello del Fmi, indegno di una Unione politica. È intrinsecamente coondizionato dal suo statuto e dall’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione appositamente modificato per questo. Ha pochi soldi rispetto a quelli che servono. Per altro andrebbe ora finanziato dagli Stati per riavere indietro prestiti. Serve per l’emergenza sanitaria e dunque ben poco almeno che qualcuno non pensi di rendicontare altro.

Dunque a cosa serve? A perpetuare il vecchio. A tenere a bada chi vorrebbe far altro.

E l’altro è indicato dal piano spagnolo. Cominciare a funzionare quasi come una Unione politica normale.

Che usa la Commissione come responsabile giuridica di un fondo di investimenti massicci per una ripresa dell’Europa garantito dalla Bce e con titoli perenni, cioè non con nuovo debito, tanto meno penalizzante alcuni.

Una cosa normale come è normale che non sia penalizzata più la Lombardia della Calabria perché più colpita dal virus.

E il Mes? Logica vorrebbe che fosse sciolto e i suoi fondi confluissero subito nel nuovo strumento.

Ma le cose normali in questa Europa reale sono difficilissime. Dunque la battaglia sarà durissima e l’esito incerto.

Pubblichiamo qui il non paper avanzato dal governo spagnolo e anche il documento del Bloco de Esquerda che sostiene il governo. in Portogallo

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