Di Roberto Musacchio
È dal 1994 che esiste una direttiva europea che prevede la formazione di CAE, Comitati Aziendali Europei. Doveva consentire la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici alle decisioni prese dalle multinazionali che operano in varie sedi europee. Le forme di “partecipazione” dei lavoratori alle decisioni di impresa sono molto diverse negli Stati membri. Si va dalla presenza nei consigli di amministrazione, alle parti inserite nei contratti, alla totale assenza. CAE esistono a livello europeo e hanno cercato anche di operare. Nella mia attività parlamentare ho partecipato alla revisione migliorativa della direttiva avvenuta nel 2009, oltreché a provare ad aiutare momenti di relazione europee tra i lavoratori. Ma la realtà dei fatti è che le multinazionali operano politiche di dumping e di delocalizzazioni per massimizzazione dei profitti anche all’interno della UE. Vicende come quella della Gkn sono tanto esemplari quanto ripetute. Ora il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione che chiede una nuova stesura della direttiva CAE. Guarda anche alle attività speculative delle imprese. Sarebbe stato utile essere più netti nel dare ai sindacati poteri di veto. Però si è aperta una iniziativa che deve premere su Commissione e Consiglio. Personalmente, come ho scritto in materia di salario minimo e piattaforme che sono oggetto di una nostra petizione, sono perché i CAE divengano soggetti di un livello di intervento contrattuale e legislativo europeo che aiuti una armonizzazione verso l’alto di salari e diritti e pesi sulle scelte produttive.
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0508_IT.html