Le elezioni comunali del 13 ottobre scorso in Belgio hanno rafforzato la presenza del Partito del Lavoro Belga (PTB) in molte amministrazioni comunali delle tre regioni che costituiscono il paese: Bruxelles, Fiandre, Vallonia. Il partito di orientamento comunista e marxista, guidato da Peter Mertens, presenta un profilo particolare nel quadro della sinistra radicale europea ed è andando progressivamente allargando la sua influenza politica e sociale dopo avere rotto con la fase dogmatica e gruppuscolare che lo aveva caratterizzato al momento della sua fondazione. Era sorto da una frangia del movimento studentesco fiammingo e la sua adesione al maoismo non era aliena al retroterra cattolico nel quale era radicato.
L’unico elemento che lo aveva in parte sottratto dalla trasformazione in una setta politica erano le strutture dei Medici del Popolo, con le quale fornivano assistenza sanitaria di base a prezzi contenuti in un paese dove tale servizio non è garantito dallo Stato. Per molto tempo l’influenza elettorale non era uscita al di fuori della stretta zone di influenza dell’attività dei Medici del Popolo, denominazione nella quale traspariva la rilettura occidentalizzante dell’esperienza maoista.
La svolta avvenuta nel 2008 ha portato questo partito a rompere con il dogmatismo ed il settarismo precedente per avviare una lenta ma positiva ricostruzione di legami sociali che hanno assunto nel tempo dimensioni di massa sia sul terreno strettamente militante che su quello elettorale. Le elezioni comunali dell’ottobre scorso hanno indubbiamente rappresentato un ulteriore elemento di svolta segnalato non solo dai numeri assoluti ma anche dalla composizione degli eletti e dalle decisioni politiche assunte nella fase successiva al voto.
Il PTB è passato da 169 eletti locali nel 2018 ai 258 ottenuti nel 2024, nonostante la direzione del partito avesse deciso di concentrare la propria presenza nel centri maggiori, rinunciando alla presentazione anche in realtà dove in precedenza era riuscito ad eleggere. Il dato totale è ancora più significativo se si considera che fra questi vi sono un terzo di operai e operaie, inclusi non pochi delegati sindacali particolarmente radicati nel proprio ambiente di lavoro, e un sesto ha meno di 30 anni. Il PTB è riuscito a mobilitare una nuova generazione di militanti in un contesto nel quale i partiti politici sono sempre meno presenti sul territorio.
La crescita e il rafforzamento del PTB ha confermato la volontà sempre più esplicita di accedere a funzioni di governo, almeno nella dimensione locale, smentendo la critica da parte socialista, il cui leader Paul Magnette aveva proclamato che il voto per il PTB era inutile (lo aveva definito un partito di “idioti”) dato che mai avrebbe accettato di partecipare all’amministrazione delle città belghe.
“Nella capitale del paese – ha scritto il segretario del PTB Peter Mertens – i nostri risultati sono impressionanti. A Saint-Gilles, siamo il secondo partito con il 24,4%, come a Molenbeek (22%) e a Forest (21%). Noi aiutiamo la sinistra a ottenere una maggioranza di voti. Come a Bruxelles, Schaerbeek, Ixelles e Anderlecht. Possiamo trasformare i nostri risultati a Moleenbeck e Forest in una maggioranza progressista, portata da personalità fermamente ancorate localmente quali Dirk De Block (Moleenbeck) e Simon De Beer (Forest).
Ottimi risultati anche in Vallonia e in particolare nella provincia di Liegi, nelle zone dove era un tempo forte il Partito Comunista Belga, grazie al radicamento di cui disponeva nelle tradizionali comunità operaie. Nonostante i mutamenti sociali avvenuti, alcuni centri mantengono un carattere simbolico per il loro carattere popolare. A Herstal il PTB ha raggiunto il 31,29% dei voti, con un aumento del 7%. A Seraing l’aumento è stato del 2% e il partito è arrivato al 26%. Nei due centri più importanti, Liegi e Charleroi, il PTB raggiunge il 18%.
Anche in Fiandra i risultati sono buoni compresi i centri dove il partito partecipava ad amministrazioni progressiste con i socialisti, come nella storica roccaforte di Zelzate, dove ha raccolto il 21,7%. I socialdemocratici di Vooruit hanno però deciso in tutta la regione di arrivare all’accordo per una spartizione del potere con la Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA), partito nazionalista di destra che al parlamento europeo siede nello stesso gruppo di Fratelli d’Italia. Si può rilevare come in questi casi non si parli di “rossobrunismo”, categoria così spesso utilizzata, più o meno a ragion veduta, in altri contesti. Nelle Fiandre i socialdemocratici hanno perseguito l’alleanza con la destra anche dove era possibile una maggioranza progressista, come ha fatto notare lo stesso Peter Mertens.
L’orientamento socialdemocratico è stato contraddittorio non solo tra il partito fiammingo e quello francofono (come tutti i partiti belgi, tranne il PTB, anche la socialdemocrazia di si è divisa in partiti etnici differenziati) ma pure all’interno di quest’ultimo. Mentre nella Regione di Bruxelles i socialisti hanno accettato di allearsi col PTB, a Liegi hanno sottoscritto un accordo, che doveva restare segreto ma che è diventato rapidamente di pubblico dominio, con il Movimento Riformatore, sorto dalla fusione della destra liberale con i democristiani, che sotto la guida di Georges-Louis Buchez ha subito una torsione populista di destra.
Il primo comune dove si è formata una maggioranza progressista è proprio quello di Mons, dove Buchez ha iniziato la sua carriera politica. E’ una cittadina di 96.000 abitanti, nota per la festività detta del Doudou, una settimana caratterizzata da una processione religiosa in onore di Santa Valtrude e la ricostruzione folcloristica del combattimento tra San Giorgio e il drago.
Il contratto di governo è stato sottoscritto dalla Lista del borgomastro uscente, socialista, che dispone di 22 seggi, insufficiente per governare da solo, il PTB, che ha ottenuto 4 seggi (uno in più) e gli ecologisti, che dispongono di due seggi. L’accordo tra socialisti e marxisti del PTB è significativo perché i primi avrebbero potuto disporre della maggioranza assoluta con il solo sostegno del partito verde. Il leader del Movimento Riformatore Geoges-Luis Buchez aveva investito molti mezzi per vincere a Mons, ma come scrive il sito del PTB, il “tripartito progressista è stato messo in campo per fare diga” all’esponente della destra che ha reagito furiosamente sui social.
L’accordo di maggioranza prevede misure concrete che avranno un impatto sulla vita quotidiana degli abitanti di Mons. Verrano ridotte alcune tasse che colpiscono soprattutto i ceti popolari (rifiuti, parcheggi, ecc.), rafforzamento dei servizi pubblici in particolare di quelli di raccolta dei rifiuti, iniziative rivolte ai giovani tra cui la costruzione di un apposito centro culturale, costruzione di 200 nuovi alloggi pubblici e sistemazione di 1.000 alloggi sociali, assicurando contemporaneamente che vi sia almeno il 10% di abitazioni ad affitto calmierato in tutte i nuovi progetti immobiliari. Verranno prese anche misure destinate a rafforzare la sicurezza, con l’arrivo di nuovi agenti di quartiere che serviranno da punti di contatto diretto con gli abitanti per la prevenzione e mediazione dei conflitti locali. Durante le festività saranno istituiti dei “punti viola”, come chiesto dalle organizzazioni femministe locali, per tutelare le donne minacciate di violenze.
“Come avevamo annunciato prima delle elezioni, ovunque possiamo pesare e portare il nostro contributo ad una maggioranza di progresso, noi non esiteremo. La nostra presenza in questa maggioranza non è una formalità, ma un impegno forte per difendere gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, gli interessi delle famiglie e dei giovani e delle giovani di Mons. Come abbiamo ripetuto durante la campagna elettorale, noi saremo sempre al loro fianco”.
Il PTB è naturalmente consapevole della sfida difficile rappresentata dalla decisione di entrare nella maggioranza anche perché le norme locali consentono al sindaco, dopo un anno e mezzo dalla formazione della giunta, di escludere uno dei partiti che la compongono e questa clausola potrebbe essere fatta valere come una spada di Damocle sulla testa del partito. Inoltre il comune, come quasi tutti gli altri, è fortemente indebitato e la banca Belfius, commerciale ma con il compito istituzionale di supportare le collettività locali, sembrerebbe intenzionata ad escludere Mons dal proseguimento dei prestiti, così come Liegi e Charleroi. Ufficialmente perché il debito sarebbe troppo elevato, ma secondo un quotidiano economico belga, nel caso di Mons si tratterebbe anche di una “punizione” per l’accesso dei comunisti all’amministrazione locale. Possibile che questa sia la ragione non dichiarata anche se non si può escludere una campagna di disinformazione messa in campo dagli ambienti economico-finanziari attraverso i loro mezzi di informazione.
L’accordo prevede che il PTB abbia un assessore, incarico che è affidato a Celine De Bruyn, una traduttrice di 30 anni che dispone già di una discreta esperienza militante e può essere considerata rappresentativa della nuova leva di forze avvicinatesi al partito. E’ stata vicepresidente dell’organizzazione rappresentativa degli studenti, impegnata nel movimento per il cambiamento climatico, nelle organizzazioni femministe nonché nella struttura studentesca del PTB, la COMAC, una sigla che deriva dalle parole Cambiamento, Ottimismo, Marxismo, Attivismo, Creatività. Ha partecipato attivamente a tutti i picchetti di sciopero, alle manifestazioni sindacali e alle azioni della società civile del Mons-Borinage.
Disporrà delle deleghe relative alle politiche giovanili e degli alloggi e questo le consentirà di portare avanti il suo impegno contro la crescente precarietà degli studenti e la loro difficoltà ad accedere ad alloggi di qualità con affitti sostenibili. Tanti giovani, di fronte al costo crescente della vita, devono ricorrere ai banchi alimentari di solidarietà. Avendo anche la delega all’uguaglianza, si impegnerà, come sottolinea il sito del PTB, per fare di Mons una città esemplare nella lotta contro la violenza alle donne ma, più ampiamente, contro ogni forma di sessismo.
Se Mons, ha fatto scalpore, altri comuni gli hanno fatto seguito come Forest e Molenbeeck, in quest’ultimo caso senza la partecipazione degli ecologisti, che sono, in generale, in perdita di consensi. A Forest, la pressione popolare, con un esito elettorale che aveva dato una larga maggioranza alla sinistra, ha reso impraticabile per i socialisti pensare di allearsi con la destra locale.
Naturalmente per il PTB, come per tutte le formazioni della sinistra radicale, passare dal ruolo di partito di protesta a quello di gestore politico in alleanza con la socialdemocrazia, apre una sfida complicata di cui gli stessi dirigenti sono ben consapevoli. Una sfida che, comunque, è stata accettata per non perdere credibilità fra i propri elettori e per provare ad iniziare a mettere in pratica l’auspicato cambiamento a favore delle classi lavoratrici.
Franco Ferrari