euronews.com – È giunta l’ora del bilancio. A due mesi dal suo avvio, il Grand Débat National voluto dal presidente Emmanuel Macron per placare la rabbia dei gilet gialli è terminato. Da gennaio in poi, lo stesso presidente ha partecipato a diversi incontri in scuole, municipi e palestre locali per incontrare ed ascoltare i cittadini selezionati a partecipare.
Questa mattina, sotto l’immensa volta di cristallo del Grand Palais, nel cuore di Parigi, il premier Edouard Philippe, ha presentato i risultati dell’insieme delle consultazioni, in attesa che Macron analizzi la sintesi e faccia annunci concreti per i cittadini a metà aprile.
All’odierno esercizio di restitution – vale a dire, la sintesi delle otto settimane di consultazioni ai quattro angoli della Francia, con oltre 1,5 milioni di contributi – partecipa metà del governo, oltre che i cinque ‘garanti’ del Grand Débat, ma anche cittadini, associazioni e parti sociali. Secondo i conteggi ufficiali, oltre 1,5 milioni di persone hanno partecipato al grande dibattito nazionale, di cui un terzo attraverso il sito web creato dall’esecutivo, un terzo partecipando direttamente alle circa 10mila riunioni organizzate sul territorio, l’altro terzo via mail o attraverso i cosiddetti cahiers de doléances come all’epoca pre-rivoluzionaria.
I punti principali
Secondo Philippe sono stati quattro i punti principali emersi nel dibattito: la riduzione delle tasse; la necessità di un legame più forte tra città e zone rurali; la lotta per una democrazia partecipativa; la necessità di affrontare il problema del cambiamento climatico senza imporre ulteriori tasse.
Tolleranza zero per l’aumento delle tasse
“La prima cosa su cui dobbiamo lavorare è ridurre lo stress che circonda l’argomento delle tasse”, ha detto il primo ministro in conferenza stampa. “il mio governo ne è consapevole ed è per questo che abbiamo cancellato la carbon tax. Il paese ha raggiunto un livello di tolleranza zero verso un aumento della tassazione ed è disponibile ad una sola soluzione: abbassare le tasse, e farlo rapidamente”.
Limite degli 80 km/h sulle strade secondarie: “Devo imparare ad accettare il rifiuto”
Lo stesso primo ministro ha ammesso la propria responsabilità per aver proposto l’abbassamento del limite di velocità a 80 km/h sulle strade secondarie, entrato in vigore l’anno scorso: “Devo imparare ad affrontare i malintesi o il dissenso da parte di alcuni cittadini”. Ha lasciato la porta aperta per un potenziale cambiamento di questa misura di sicurezza stradale, fortemente contestata in patria.
Colmare il divario tra aree urbane e rurali
Philippe ha sottolineato la necessità di ristabilire un legame tra i cittadini francesi che vivono nelle città e nelle zone rurali. “Dobbiamo ristabilire un equilibrio tra le città e le zone meno popolate”, ma anche “investire di più nel trasporto pubblico” per collegare le zone rurali e quelle urbane.
Affrontare l’emergenza climatica
“I francesi sono consapevoli dell’emergenza climatica, sanno che la posta in gioco è vitale”, ha affermato Philippe, aggiungendo che i francesi non sono scettici sul clima come gli altri paesi, ma che non vogliono che siano le tasse ad indirizzare il loro operato. “Il messaggio è stato ricevuto al 100%”, ha confermato.
Costruire una democrazia più “deliberativa” e “partecipativa”
Per stimolare una maggiore fiducia tra i cittadini e i loro politici, Philippe ha indicato che spiegherà meglio “come funziona il governo” al fine di “costruire una democrazia più deliberativa e partecipativa”. I francesi vogliono “una democrazia più rappresentativa, che sia anche più trasparente e più efficiente”.
Ora inizia il bello
Da parte sua, l’opposizione ha criticato con forza il Grand Débat di Macron parlando piuttosto di ‘grande bla bla bla” o di un grande spot elettorale nei mesi che precedono le Europee. Per il presidente, in ogni caso, la parte più difficile e delicata arriva ora, con il rompicapo di trasformare in proposte concrete e soddisfacenti per i cittadini le rivendicazioni emerse dal Grand Débat. Verdetto a metà aprile.