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Governo e democrazia contro il virus

di Roberto
Musacchio

di Roberto Musacchio –

Nell’epoca della globalizzazione e dei nazionalismi un virus dice che entrambi i re sono nudi.

Di fronte a quella che è una diffusione intercontinentale  non c’è uno straccio di governo mondiale che sia in grado di dare regole e garanzie.

Se si pensa che la Banca Mondiale non ha trovato niente di meglio da fare che mettere sul mercato i CAT (catastrophe bond), cioè titoli legati all’ipotesi di catastrofi naturali (tra cui le pandemie) che rendono tra il 6 e l’11 per cento ci rendiamo conto di a che punto siamo arrivati.

D’altronde anche nella UE gira da tempo la proposta di una assicurazione sanitaria privata transfrontaliera, finora rigettata.

La stessa UE che invece di armonizzare servizi sanitari molto diversi tra loro (tra Germania e Italia c’è una spesa sanitaria quasi doppia a favore della Germania) manda 50 lettere per chiedere tagli sulla spesa sanitaria in ottemperanza del bilancio!

La Cina ha messo in campo misure drastiche di contenimento mentre gli USA di Trump stanno tra minimizzazione e immissione rapida di denaro (8 miliardi dal congresso, taglio dei tassi dalla Fed) per “ovviare” a un sistema sanitario che copre solo una parte della popolazione.

Ma il virus si allarga.

La UE non riesce neanche a varare misure di riferimento per i vari Stati. Ognuno per sé.

E in Italia si vedono gli effetti dello sfascio istituzionale e sociale creato da questo trentennio devastante.

Dei tagli al Servizio Sanitario nazionale si è parlato, finalmente.

Voglio qui affrontare invece il nodo di chi governa. L’Italia aveva uno “Stato ordinamento” con elementi programmatori resi importanti dalla stagione delle riforme, quelle vere come la 833 (la riforma sanitaria).

La catena di governo era chiara. Legge, ministero, servizi scientifici (deboli e da potenziare) con compiti istituzionali di supporto, partecipazione ordinata del sistema delle autonomie.

Ora siamo al caos. Invece che il Piano Sanitario Nazionale in attuazione della 833 c’è un “Patto per la salute” fra Stato e regioni. L’emergenza sta in mano alla protezione civile al termine di un processo decennale che è passato per la proposta di un ente grande rischi, tecnocratico e che si accompagnava all’installazione del nucleare, e poi per la fascinazione per gli Zamberletti e i Bertolaso.

L’Istituto Superiore di Sanità è derubricato a fornire esperti nel comitato tecnico scientifico gestito dalla Protezione civile. Proliferano i comitati scientifici “fai da te” come quello che si è fatto addirittura il calcio.

I governatori si “lamentano” per i loro “poteri” e intanto i messaggi si sovrappongono e si confondono tra autorità centrali e “locali”.

Naturalmente ci sta anche il dibattito sul ruolo dei media e quello molto serio sulla democrazia.

Ma capire cosa è successo dello Stato ci aiuta a non essere astratti.

La mia idea è che lo Stato si sia reso funzionale al Sistema della globalizzazione liberista che ha eletto la governance al posto del  governo.

La governance è la semplificazione e l’esclusione di alternative. Infatti l'”antagonista” della globalizzazione è il nazionalismo che ha lo stesso modello economico di riferimento esercitato con altri mezzi.

Il governo come funzione della democrazia espressa dalla sovranità popolare e capace di scelta è in realtà derubricato. E tantomeno è pensato, con queste caratteristiche, a livello europeo e mondiale.

Il governo mondiale fu una proposta profetica di Enrico Berlinguer.

Abbiamo invece una governance del capitalismo globale finanziarizzato che è autoritaria ma non autorevole. E che è “trincerata” sull’esistente, cioè è incapace di cambiare paradigma di fronte alle “retroazioni negative” della realtà. Anche, e ancor più,  quelle catastrofiche.

L’informazione si è fatta parte embedded della governance con in più le “esigenze” economiche  della sua condizione e del suo ruolo di connessione della rete della globalizzazione.

A cittadine e cittadini rimane l’autoritarismo senza autorevolezza, la catastrofe individuale in quella collettiva. Salute e reddito messi a repentaglio.

Mai come oggi appare evidente che serve un cambio di paradigma. Il capitalismo è incompatibile con la complessità. Governo e democrazia sono due facce della stessa medaglia.

Base della democrazia è poter scegliere, cambiare, rivoluzionare.

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