Ferragosto, feriae Augusti, ricorrenza pagana, dedicata alla fine dei duri lavori agricoli, celebrata con feste nei campi e ricompense dell’imperatore, poi transitata nei culti cattolici dell’assunzione di Maria. Festa “elargita”, gestita anche dal fascismo. Nei film si mostra come raduno famigliare spesso pervaso da rancori. Certo ciò che è festa è sempre aperto ad essere tempo liberato. E dunque transform s’insinua anche lui nelle vite ferragostane.
È un ferragosto di fuoco. Il più caldo nella storia dei tempi che chiamiamo nostri, della specie homo sapiens. Chissà se questa esposizione di massa e prolungata a temperature che registrano ormai in modi direttamente percepibili i cambi climatici indurrà a qualcosa. Per ora si moltiplicano gli acquisti di impianti di climatizzazione. Seguendo la via tracciata dallo “sviluppo” industriale e parte costituente del capitalismo di cercare soluzioni tecnologiche a danni prodotti dal modo d’essere del sistema. Gli impianti a loro volta alzano la temperatura, consumando energia elettrica ed emettendo calore. Tant’è. Mai si è parlato tanto e a sproposito di transizione ecologica da quando il capitalismo l’ha scelta come sua arma. Insieme alle armi, quelle che sparano, ma ne parliamo dopo. La transizione ecologica capitalista è quella cosa per cui anche il ricorso alle energie alternative rinnovabili si fa secondo le regole di quelle fossili. Basta pensare all’eolico in Sardegna pensato non per soddisfare i bisogni del territorio in armonia col territorio stesso ma sulla base di “progetti” presentati dalla qualunque che se fossero tutti realizzati produrrebbero un grande surplus esportativo. Come già accaduto con l’energia delle turbogas “incentivata” dal famigerato Cip6 assimilandole alle rinnovabili. Grande mistificazione pagata caramente col denaro dei cittadini preso dalle loro bollette. Le fonti rinnovabili non sono per fare Hub, grandi centri di immagazzinaggio, e poi trasportarle. Sono per fare comunità energetiche capaci di passare all’economia circolare, attraverso solidarietà, controllo democratico delle tecnologie ed autosufficienza. È un cambio di paradigma non l’alibi per la sopravvivenza del capitalismo (e la nostra morte).
Come cambio di paradigma richiede la Pace. Questo ferragosto è rovente di guerre, in corso, in espansione, in esplosione. Si sono vilipese le Olimpiadi non chiedendo ed imponendo una tregua come facevano gli antichi. C’è pure qualche europeista reale che conta le medaglie dell’Europa unita (certo meglio che contare le armi) ma si è guardato bene dal chiedere la tregua. L’UE è peggio di gran lunga dell’antica Grecia. Di assurdi orwelliani è piena la cronaca. Ucraini che invadono la Russia con le armi NATO e l’UE che applaude in barba a Costituzioni nazionali e regole europee. Presidenza del Parlamento Europeo che vuole liberare la Bielorussia. Omicidio di Stato a casa altrui e gente che minaccia chi ha subìto l’aggressione. Presidenti non riconosciuti da chi ha eletto il proprio grazie a voti non ricontati per decisione a stretta maggioranza di una Corte fatta di nominati dai Presidenti e quello eletto ha fatto una guerra che è costata centinaia di migliaia di morti (Gore e Bush jr per chi non ricordasse). O da chi, la UE, non ha neanche una Costituzione ed ha già riconosciuto un altro, Guaido’, di cui non parla più. Genocidio quotidiano a Gaza. Diciamo che, all’ingrosso, in questa orwelliana lotta suprematista l’Occidente ha affidato il ruolo di volpi in pista (come nell’atletica alle olimpiadi) a Ucraina e Israele. Che sperano di andare a medaglia e di non finire bruciati.
Brutta roba, veramente un ferragosto di fuoco.
Roberto Musacchio