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Felice giorno dell’infanzia in Argentina, ma per chi?

Riceviamo dalla bottegadelbarbieri.org questo appello a cui aderiamo –

Un appello perché cessi l’aberrante pratica del chineo, vittime da sempre le bambine indigene. Per domenica 21 agosto è prevista una azione plurinazionale che attraversi tutti i social.

di Maria Teresa Messidoro (*)

In Argentina, da quasi dieci anni, nella terza domenica del mese di agosto, si celebra il Dia de la infancia (il giorno dell’infanzia); quest’anno sarà dunque il 21 agosto.

Per molte famiglie, questa ricorrenza sarà soltanto una occasione in più per acquisti e consumi, come ci sta abituando un sistema mondiale che trasforma ogni momento in merce.

Così non la pensa il Movimiento de Mujeres Indígenas por el Buen Vivir, che ha appena emesso un comunicato molto duro, in cui prima di tutto si chiede l’abolizione definitiva dell’aberrante pratica del chineo e la fine della sofferenze subite dall’infanzia nei territori abitati dalle popolazioni indigene, sofferenze dovute alla fame imperante, alla militarizzazione del territorio, alla violenza istituzionale, alla criminalizzazione dei parti in casa, alla proibizione delle medicine tradizionali e al vuoto del sistema di salute occidentale.

Nel documento si afferma che “non è denutrizione, è No nutrizione, mancanza di acqua potabile, genocidio silenzioso, spogliazione del territorio e impoverimento sistemico” (1).

Ma cos’è il chineo?

Viena definito così quel “costume culturale” secondo il quale alcuni uomini bianchi si ritrovano e decidono di sequestrare una bambina o una adolescente indigena, portarla in montagna, violentarla ripetutamente in gruppo e poi lasciarla, viva o morta. Si chiama chinear perché le bambine indigene hanno gli occhi molto simili a quelli della popolazione cinese. Se la famiglia, o la comunità della vittima, decide di denunciare quanto successo, non ottiene nessuna condanna perché gli stessi giudici considerano l’accaduto una pratica appunto “culturale”.

Ma il chineo, che spesso sfocia in un delitto, dovrebbe essere considerata secondo il Codice Penale argentino, come gesto di violazione e stupro, accompagnato a volte da un assassinio. Inoltre, le comunità indigene coinvolte denunciano anche che negli ospedali viene quasi sempre negata una diagnosi che referti la violazione; quando sarebbe necessario, non si procede alla somministrazione di un anticoncezionale di emergenza, né si prescrivono esami per evitare eventuali trasmissione di malattie sessuali.

A febbraio di quest’anno, una bambina di appena 12 anni è stata assassinata. Si chiamava Pamela Flores, e non potrà più dare vita ai suoi sogni (2).

Nel caso di Pamela, c’è un detenuto di 17 anni, che si è dichiarato colpevole, senza però voler descrivere esattamente cosa è successo. Probabilmente i responsabili sarebbero 4 uomini.

I familiari di Pamela chiedono soltanto giustizia: così come per il caso dell’agosto dello scorso anno, quando un’altra bambina wichi è morta dopo una gravidanza a rischio, probabilmente risultato di un  atto di chineo.

E come la chiedono i famigliari di Florencia Torres, di 14 anni, ammazzata 21 giorni dopo Pamela, esattamente 48 ore prima della giornata della donna (3).

Durante una sua visita in maggio a Salta, per l’organizzazione del terzo  Parlamento Plurinacional de Mujeres y Diversidades Indígenas por el Buen Vivir, l’attivista Moira Millán aveva dichiarato “Il chineo è una violazione delle bambine indigene, che nasce con l’arrivo degli spagnoli e perdura ancora oggi. I violatori di ieri godevano dell’impunità, come la godono i violatori di oggi. Scelgono le bambine che vivono il momento della pubertà, per loro questi corpicini saranno un trofeo. Camminando in questi territori, parlando con molte bambine, molte di loro mi hanno raccontato che quando giunge la prima mestruazione piangono perché sanno di poter essere la prossima vittima. Per questo, spesso abbandonano anche la scuola rinunciando ai propri diritti. Fortunatamente, in questo mio viaggio, ho incontrato donne coraggiose, che non scelgono il silenzio, ma continuano a lottare e lo faranno fino a quando questo crimine non cesserà di esistere” (4)

Nel contesto della campagna ónDelChineoYa, rilanciata il giugno scorso (5),,  il Movimiento de Mujeres Indigenas sottolinea che con l’abolizione del chineo si vuole aprire una strada per ampliare i diritti delle donne e diversità indigene e portare alla necessaria trasformazione della società nel suo complesso., recuperando l’armonia ed il rispetto delle 40 popolazioni indigene presenti sul territorio argentino. Denuncia inoltre che fino ad oggi lo Stato Argentino non ha nemmeno preso in considerazione le due richieste di impegnarsi in una abolizione immediata del chineo, presentate dallo stesso Movimiento de Mujeres.

 

Per domenica 21 agosto è prevista una azione plurinazionale  che attraversi tutti i social con gli hashtags:

AbolicionDelChineoYa íaDeLasInfanciasNadaQueFestejar

Las Vidas indígenas también importan.#AbolicionDelChineoYa

Chi vuole, può aderire qui https://cutt.ly/3XfJaZ0

La foto di copertina dell’articolo è tratta da https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/05/24/pueblos-originarios-en-la-tercera-jornada-del-parlamento-de-mujeres-y-diversidades-indigenas-se-abordo-el-lacerante-tema-del-chineo/

  1. https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/08/16/pueblos-originarios-dia-de-las-infancias-no-es-un-dia-de-festejo-abolicion-del-chineo-ya/
  2. https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/01/24/pueblos-originarios-salir-a-chinear-la-costumbre-cultural-de-violar-en-grupo-la-historia-de-pamela-una-nena-wichi-de-12-anos/
  3. https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/03/06/argentina-dolor-en-salta-a-48-horas-del-dia-de-la-mujer-asesinaron-a-otra-nina-wichi/
  4. https://latinta.com.ar/2022/05/tercer-parlamento-plurinacional/
  5. https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/06/02/pueblos-originarios-comunicado-abolicion-del-chineo-ya/

 

(*) Vicepresidentessa Associazione Lisangà culture in movimento

 

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