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Fascisti, antifascisti, comunisti

di Luciano
Beolchi

Mettiamola così: tu ti duoli perché il tuo capo ti ha mancato di rispetto e si è comportato da villano, ma non vedi l’ora di far pace e che lui magnanimamente ti consenta di dire che tu e lui rappresentate i valori dell’Occidente. Paroloni come libertà e democrazia vogliono dire quello che abbiamo sotto gli occhi e si chiama – oggi – Palestina e Ucraina e ieri chiamavate Afghanistan e Iraq, Libia, Serbia e Siria e tutte le ragioni di attrito e frizione che nascono ogni qual volta che gli Stati Uniti incontrano delle resistenze ai loro interessi e che il suo capo attuale ha ereditato dal predecessori Biden, con cui eravate tanto in sintonia.
Noi vediamo la guerra in atto e il tuo capo che per motivi suoi avrebbe voglia di chiuderla, mentre proprio tu la vuoi continuare e comunque vuoi mantenere uno stato permanente di tensione in Europa; e vediamo te che vorresti convincere il tuo capo a tornare sui suoi passi.

Caro Serra, non prendiamoci in giro.
Vuoi cercare un compromesso o comunque un modus vivendi pacifico col tuo vicino di stanza perché la politica aggressiva del tuo principale alleato ti ha stancato? No, e anzi vuoi passare dal sequestro alla confisca delle proprietà russe, che è già una mezza dichiarazione di guerra.
Vuoi forse ritirarti dalla NATO, la più bellicosa di tutte le organizzazioni mondiali? Vuoi contestare la supremazia, per non dire il potere assoluto che gli Stati Uniti hanno al suo interno?
No, tu vuoi semplicemente che si dicano – e facciano – le stesse cose, ma che le presenti in forma più educata. Polite, direbbero gli americani, che ha la stessa radice di politics, ma è solo un inchino fatto alla virtù, non è la virtù.
Perché non accenni alla Risoluzione fascista votata il 23 gennaio dal Parlamento europeo, alla Germania che estrada i propri cittadini verso regimi fascisti e che criminalizza il pacifico e legittimo boicottaggio di un paese accusato di apartheid e genocidio?
Non ti dà da pensare il fatto di essere sempre dall’altra parte – dalla parte dove stanno i fascisti, intendo – sia che si tratti di NATO, di Ucraina e di Palestina? Non ti fa squillare un campanello d’allarme?
Provo a pensare a chi ti rivolgi Serra, a chi fai appello per la tua manifestazione. Non a quelli che per anni ha etichettato come putiniani.
Ti rivolgi a quelli che hanno nel cuore i valori dell’Occidente; e dunque sì alla NATO, sì alla guerra in Iraq e in Afghanistan, sì al sionismo genocida e fascista; no alla Palestina; no alla pace; no agli antifascisti.
Siete tutti frastornati dal fatto che il capo ha detto “la linea è cambiata”. E allora, facciamoci vedere. Ammettiamo che siate molti. Trump ne terrebbe conto? Non più di quanto tiene conto di manifestazioni magari oceaniche che si svolgono al Cairo, a Djacarta o a Baghdad. Cioè zero.
Perché di sicuro una delle cose che sono saltate con l’aggressione di Vance e Trump (Ricordati? Chi è l’aggressore!) è stata proprio il privilegio dei bianchi: il privilegio di contare più degli altri, di essere quasi uguali. E invece Trump tratta il Canada persino peggio del Messico. Il suprematismo bianco è suprematismo bianco americano, per chi ancora non l’avesse capito. Eppure Trump l’ha ripetuto centomila volte “Make America Great Again”. Nei primi due mesi del suo governo, come aveva promesso, Trump ha proclamato “Il re è nudo”. Ma non è lui il re denudato. È la democrazia parlamentare borghese falciata dai suoi decreti esecutivi. È il privilegio di essere bianchi e fascisti. E se invece foste pochini?
L’Europa si lagna. E i valori che abbiamo proclamato fino qui? La pace giusta, la guerra fino alla vittoria. La fraternità. Zelensky uno di noi? Ma benedetta gente, sono sempre buoni, sempre validi. Solo vanno tolti da lì e il cappello va posato su un’altra testa. Come abbiamo fatto in Iraq, in Serbia, Libia e Afghanistan. Si prendono e si mettono da un’altra parte. È per questo che la lotta per la libertà non muore mai. Ci vuole tanto a capirlo?

Caro Serra, mi auguro di cuore che la gente che viene alla tua manifestazione sia pochina perché se fossero molti vuol dire che insieme a voi, sinistra per bene, ci sono quelli che sono d’accordo con voi quasi su tutto, sulla guerra in Ucraina, sull’atlantismo spinto, sulla russofobia, su Israele e Palestina, e cominciano a capire che anche sugli LGBT si può anche ragionare, visto che voi siete tanto ragionevoli sui migranti. I fascisti, dunque. E chi altro? Mi aspetto che i manifestanti siano ventimila per gli organizzatori, centomila per la questura. Perché ognuno ha gli amici che si merita.

Quale Europa volete non è mai detto. E se intendete modificarla – peraltro senza accorgervi che si sta già modificando per conto suo – come contate di farlo? Con gli strumenti istituzionali antidemocratici che l’Europa si è data? Con le prossime elezioni di un parlamento chiassoso, quanto impotente?
Noi, sinistra non per bene, cerchiamo sinceramente e affettuosamente di capire perché siete turbati. È per il gesto in sé, per l’affronto per il suo significato concreto?
Vediamo il fascismo incombente e i suoi capi, palesi e dichiarati a livello planetario, manifestarsi con le facce di Trump, Musk e Vance e il loro seguito di Javier Milei, Giorgia Meloni, Marine Le Pen, Alice Weidel, Viktor Orban]. I primi tre sono proprio quelli di cui rimpiangete il perduto amore.
Noi abbiamo visto e criticato una Risoluzione fascista del Parlamento europeo e voi vi siete voltati dall’altra parte uscendo dall’aula. Un po’ poco rispetto a una Risoluzione che offendeva non solo la Grande Guerra Patriottica della Russia Sovietica, ma tutta la Resistenza Europea, con le stesse parole e ragioni che avrebbe usato Goebbels. Noi diciamo che bisogna cercare la pace e voi pretendete che per farlo dobbiamo preparare la guerra (che grande invenzione!) e per armarci dobbiamo derubare la Russia confiscando i suoi beni che è già come detto – una mezza dichiarazione di guerra.
Noi vediamo il fascismo che si sta rafforzando dappertutto in Europa e voi dite che l’Europa è un valore di per sé: ma se oltre l’Italia anche la Francia e la Germania eleggessero governi fascisti, come la chiameremmo quell’Europa se non Europa fascista? O demofascista? Vi va bene anche quella?
A questo punto è anche possibile che le cose precipitino e che un imperialismo si schieri contro l’altro (Europa contro USA o contro Russia, per capirci) e un passo dopo l’altro ci troveremo come la monaca di Monza a fare qualcosa di orribile che non avevamo mai pensato di poter fare.
Noi pensiamo che la lotta all’imperialismo americano è sacrosanta, e però non sarà un altro imperialismo a condurla, ma il fronte antifascista dei popoli del mondo. Non esiste una patria senza etichette, esattamente come l’Italia è, o dovrebbe essere, una repubblica democratica nata dalla resistenza e fondata sul lavoro.
Voi, sinistra per bene, con la vostra finta ingenuità e col vostro vero agnosticismo state spalancando un portone ai fascisti. Pensateci bene. In questo momento sono gli unici che coincidono con le vostre opzioni di principio tanto più quanto più sono fumose e vaghe con la vostra inclinazione per la guerra e il sostegno allo sciovinismo e al riarmo massiccio.
Semmai i fascisti – Meloni in testa – sono più cauti di voi perché – avendone già fatto dolorosa esperienza – sanno che a furia di tirarla la corda si rompe; e a far la guerra alla Russia e tanto più all’America ci si lasciano le penne. Loro hanno già provato a farla contro tutte e due insieme.
Ci sono poche persone anziane ogni anno a ricordare i compagni Varalli e Zibecchi; e con loro le decine di migliaia dei caduti vittime del fascismo e della repressione. Che cosa saranno mai duemila camicie nere ad Acca Larentia? Una bazzecola, ma non se con loro hanno il parlamento europeo se a sfidarli ci sono solo pochi indomabili.

Il fascismo ritorna e proprio nella forma arcaica che gli è propria. “Dittatura terroristica aperta dei settori più reazionari, sciovinisti e imperialisti del capitale finanziario”. Non è la foto spiccicata del duo che guida la resurrezione del fascismo su scala mondiale, Trump e Musk? Il corteo che li accompagna è dei più variegati e grotteschi e non solo in America dove li plaudono i red necks, il Ku Klux Klan e i cristiani bigotti che hanno visto dio, per dirla con Bersani. Vi fanno ridere?

La borghesia non ha mai avuto paura del fascismo. Lo ha magari mal tollerato in qualche suo settore intellettuale e libertario, ma paura quella no, non ne ha mai avuta. È il proletariato che deve aver paura del fascismo, perché se è vero che il fascismo picchia su tutti, dove picchia più duro, a fondo e senza quartiere, è lì: sulle organizzazioni del proletariato, in primo luogo; sui suoi giornali, sui suoi intellettuali.

Post scriptum a proposito di bandiere.  Avete sfilato orgogliosamente con le bandiere della NATO, dell’Ucraina, di Israele e dell’Unione Europea, a segnalare il fronte d’acciaio dell’Occidente. Il 15 marzo sfilate con una sola bandiera, quella poco appassionante dell’Unione Europea.
Avete litigato con gli altri? Ma se il vostro scopo, per quanto riguarda l’Ucraina è di farle continuare la guerra fino alla vittoria e alla pace giusta, perché non esporre la loro bandiera? E Israele? Scrivete sul vostro giornale che l’orrendo spettacolo di Hamas che espone i detenuti rilasciati vi turba il cuore e delle torture subite dall’85% dei detenuti palestinesi non parlate. Segno che la vostra posizione su Israele è sempre la stessa: Israele ha sempre ragione. Dunque, perché non la loro bandiera? E la NATO poi! La NATO è casa nostra!
Cari amici per bene, siete farisei, ma non ingenui. Sarebbe meglio che faceste capire che non avete cambiato idea e che chi viene con voi accetta quell’idea. Questo faranno i fascisti, se sono furbi come a volte hanno dimostrato di essere. E a quel punto siete voi che andate con loro.
Potevamo sopportare un’Europa incompleta e a-democratica, potevamo sopportare con molta fatica un’Europa che in nome dell’autorità faceva a pezzi la Grecia e che trova 800 miliardi per armarsi. Qualcuno trovava il modo di sopportare un’Europa asservita agli interessi stranieri, ma un’Europa che oltre a questi macroscopici difetti – se vogliamo chiamarli così, per amor di patria – sia anche sciovinista, bellicista e fascista, grazie no, non è la mia bandiera.

Luciano Beolchi

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