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Farm to fork (dal produttore al consumatore)

Il 20 ottobre 2021, il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione d’iniziativa  sulla Strategia “Dal produttore al consumatore per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”, lanciata dalla Commissione Europea, il 20 maggio 2020, e già annunciata nella Comunicazione sul Green Deal Europeo, nel dicembre 2019.

La Strategia comprende un piano d’azione di 27 misure legislative e non legislative, da introdurre entro il 2024. Tra queste: riduzione del 50 % dell’uso e del rischio complessivi di pesticidi chimici e dell’uso di pesticidi più pericolosi entro il 2030; almeno il 20 % di riduzione dell’uso di fertilizzanti entro il 2030; misure per una zootecnia più sostenibile, il benessere degli animali e la salute delle piante; riduzione del 50 % delle vendite UE di antimicrobici in agricoltura e acquacoltura entro il 2030; 25% di superficie coltivata biologicamente e un aumento significativo dell’acquacoltura biologica entro il 2030.

Il Parlamento Europeo ha affidato alle Commissioni Ambiente (ENVI) e Agricoltura (AGRI) la preparazione, di una Relazione con Proposte per una Risoluzione d’Iniziativa su detta Strategia.

Nel dicembre 2020, i due correlatori – Anja Hazekamp (Sinistra-GUE/NGL, Paesi Bassi) per ENVI e Herbert Dorfmann (PPE, Italia) per AGRI – hanno presentato il loro Progetto di Relazione, che è stata fatta oggetto di ben 2295 emendamenti da parte delle due Commissioni. Successivamente, le Commissioni parlamentari per il Commercio Internazionale (INTA), il Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori (IMCO), lo Sviluppo (DEVE) e la Pesca (PECH) hanno espresso il loro parere. Il 10 settembre 2021, in una riunione congiunta delle Commissioni AGRI/ENVI, la Relazione è stata approvata (voti: 94 a favore, 20 contrari e 10 astensioni) a seguito dell’adozione di tutti gli emendamenti di compromesso. I Deputati dei Gruppi della Sinistra-GUE/NGL e dei Verdi/ALE hanno votato compattamente a favore.

Nella seduta del 18 ottobre 2021, il Parlamento ha discusso la Relazione delle Commissioni AGRI/ENVI. La discussione è stata introdotta dai due correlatori. “La nostra attuale produzione e consumo di cibo è responsabile di circa un terzo di tutte le nostre emissioni di gas serra e di una percentuale ancora maggiore della perdita di biodiversità”. Partendo da questa considerazione, Anja Hazekamp, accoglie positivamente il fatto che la Commissione Europea abbia finalmente affrontato la questione della sostenibilità del sistema agricolo-alimentare e si dice soddisfatta del lavoro fatto per l’elaborazione della Relazione, anche se “la nostra risposta comune avrebbe potuto e dovuto essere molto più ambiziosa su molte questioni”. Ha, inoltre, messo in evidenza l’incoerenza delle misure previste dalla Strategia, con il permanere di politiche agricole e commerciali di segno opposto: “non possiamo veramente ripristinare la biodiversità o raggiungere con successo una transizione proteica mentre stiamo ancora sovvenzionando pesantemente la zootecnia intensiva e firmando accordi di libero scambio (ALS) che contraddicono direttamente questi obiettivi.” L’intervento di Herbert Hoffman non ha nascosto i punti di frizione tra l’ottica agricola e quella ambientalista, che caratterizzano le due Commissioni parlamentari. Ha criticato la Commissione per aver mirato più all’agricoltura che non all’intera filiera agricolo-alimentare, ignorando sostanzialmente il peso della commercializzazione. Ha attaccato la Commissione per aver pubblicato in ritardo, e non aver tenuto in considerazione, il Rapporto del Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione Europea, che mette in guardia sulle possibili conseguenze negative (dal punto di vista della produzione e dell’economia agricola) di alcune misure proposte dalla Commissione Europea nell’ambito delle Strategie Farm to Fork e per la Biodiversità. Sulla stessa lunghezza d’onda, di sostanziale difesa dell’attuale modello di agricoltura, il relatore per parere della Commissione INTA, Paolo De Castro  (PD, Gruppo Socialisti e Democratici): “Dobbiamo scongiurare il rischio che la strategia “Farm to Fork” riduca il nostro potenziale produttivo, aprendo le porte a importazioni che per nulla contribuirebbero agli obiettivi che si pone”. Niente più che difesa delle posizioni della Commissione Europea, nell’intervento di Stella Kyriakides, Commissaria per la salute e la sicurezza alimentare. Sarah Wiener, intervenuta a nome del Gruppo Verdi/ALE, ha sottolineato la distanza tra le diverse posizioni all’interno del Parlamento e lo sforzo per raggiungere il compromesso, ma ha anche stigmatizzato il pesante ruolo giocato dalle lobbie agricole. “il programma Farm to Fork è pericoloso, ideologico e inadeguato.” Ha affermato Silvia Sardone, Lega, a nome del Gruppo Identità e Democrazia. Di ben altro tenore, l’intervento di Eugenia Rodríguez Palop, a nome del Gruppo della Sinistra: “Il dibattito sulla Strategia Farm to Fork mostra che il cibo è politico e che la discussione va ben oltre la riduzione delle emissioni o l’evitare perdite di nutrienti.” Tilly Metz (Verdi/ALE) ha denunciato il fatto molti Stati membri “Non vogliono che gli obiettivi della strategia Farm to Fork vengano presi in considerazione nei Piani strategici nazionali della PAC.” Manuel Bompard (Sinistra): “questa relazione sarà inutile se le politiche europee non saranno allineate agli obiettivi che contiene. Per questo chiedo di sostenere questa relazione così com’è, ma anche di chiedere la riscrittura della Politica Agricola Comune nella votazione decisiva che avrà luogo il mese prossimo”. Lo stesso richiamo alla esigenza di modificare profondamente la PAC viene dal Verde Martin Häuslin. Dino Giarrusso (5Stelle, Gruppo Non Iscritti) si sofferma sul problema della etichettatura: “Bene la sintesi in questa Risoluzione d’Iniziativa, ma mi aspetto di più, anche a partire dall’etichettatura, che non può essere fuorviante per il consumatore; dunque, va eliminato una volta per tutte il fraudolento e antiscientifico sistema del Nutri-Score a semaforo”. Per Marta Bizzotto (Lega, ID), “Farm to Fork rischia di diventare un pericoloso attacco all’agricoltura italiana” “la sostenibilità ambientale non può esistere se prima non è tutelata la sostenibilità economica delle aziende agricole” “Il fanatismo ambientalista porterà alla chiusura di migliaia di aziende” “Noi non permetteremo a Bruxelles di massacrare l’agricoltura italiana”. Caroline Roose (Verdi/ALE) mette in evidenza la questione zootecnica: “L’allevamento rappresenta oltre il 14% delle emissioni di gas serra nel mondo. Secondo la FAO, il 40% dei terreni coltivati è utilizzato per nutrire il bestiame. Le importazioni di semi di soia per alimentare gli animali degli allevamenti industriali contribuiscono direttamente alla deforestazione, ad esempio in Amazzonia”. Nella replica, la Commissaria Kyriakides, ha voluto rassicurare i deputati preoccupati dell’impatto economico delle misure preconizzate nella Strategia, e ha cercato di ridimensionare, anche mettendone in luce le lacune, l’importanza del Rapporto JRC ai fini della valutazione d’impatto delle misure stesse.

Nelle successive votazioni sulla Proposta di Risoluzione, sono stati approvati, a larga maggioranza, diversi emendamenti, ma tutti riguardanti il preambolo. Uno di questi è stato particolarmente controverso. Sitratta di un emendamento sottoscritto da un nutrito numero di deputati del PPE, ECR e Renew, tra i quali si trova anche il nome di Pina Picierno, PD, deputata del Gruppo Socialisti e Democratici. Facendo riferimento al succitato Rapporto JRC, l ’emendamento propone di inserire un nuovo punto tra i “considerando” della Risoluzione, per cercare di ridurre la portata delle misure proposte dalla Commissione. L’emendamento, votato dalle destre, dal PPE e da Renew, è passato solo grazie al voto di un gruppo di deputati del Gruppo dei Socialisti e Democratici, tra cui spiccano i nomi di tutti gli italiani che hanno votato: dalla Moretti a Pisapia, da Smeriglio a Cozzolino, da Majorino a, ovviamente, alla Picierno.

Il voto si è sostanzialmente ricompattato sul testo finale, approvato con 452 voti a favore, 170 contrari (Destre e frange di PPE e Renew) e 76 astensioni, tra cui Calenda (S&D), e Pereira Sandra e Pimenta Lopes della Sinistra.

In definitiva, l’articolato della Proposta di Risoluzione contenuta nella Relazione delle Commissioni ENVI e AGRI, è sostanzialmente rimasto immutato.

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