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Diritti umani e situazione politica a Cuba

In occasione della sessione plenaria del Parlamento Europeo, tenutasi dal 7 all’11 giugno 2021, ognuno dei Gruppi del Partito Popolare Europeo (PPE), di Renew e dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) ha presentato una sua Proposta di Risoluzione, finalizzata alla condanna di Cuba, per violazione dei diritti umani. Le tre Proposte sono poi confluite in una Proposta di Risoluzione comune di compromesso.

Prosegue, quindi l’offensiva dei tre Gruppi contro il Governo cubano, dopo che 37 deputati popolari, liberali e conservatori avevano chiesto le dimissioni dell’Ambasciatore dell’UE a L’Avana, per aver firmato, insieme a 800 altre persone, un appello agli Stati Uniti di rimuovere l’embargo a Cuba.

Prima della votazione, l’8 giugno 2021, si è svolto nella plenaria del Parlamento un dibattito sui diritti umani e la situazione politica a Cuba. Il dibattito è stato introdotto da un intervento dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza, Josep Borrell ,il quale ha esordito dicendo che i diritti umani sono nel cuore dell’ Accordo e del dibattito aperto con le Autorità cubane. Un dibattito definito critico ma che ha ottenuto risultati concreti, come la liberazione dell’artista e leader del movimento San Isidro , Luis Manuel Otero Alcantara, uscito di prigione il 31 maggio.

D’altra parte, solo attraverso questo strumento, a Cuba, come in altre situazioni, è possibile accompagnare i progressi politici e sociali ed ottenere aperture e riforme. L’Accordo con Cuba è in vigore da meno di quattro anni e il dialogo politico è sempre stato preceduto da accordi con la società civile, attraverso associazioni accreditate ma anche con altre non riconosciute dal governo. L’economia di Cuba ha molto risentito della crisi COVID ma anche di misure restrittive come quelle adottate dal Presidente Trump, il quale ha impedito il turismo americano sull’isola. In ogni caso, Borrell ha sollecitato i parlamentari ad avanzare proposte per migliorare gli accordi che, comunque, egli ritiene utili perché consentono di mantenere una relazione, seppure critica.

Il dibattito che è seguito ha visto 10 oratori spagnoli su 13 il che, a tratti, è sembrato un confronto anche un po’ muscolare, tendente a colpire la figura di Borrell, più come esponente socialista spagnolo che come Alto Rappresentante UE.

Le opinioni si sono divise tra chi – Sinistra, Verdi, Socialisti e Democratici – hanno indicato l’Accordo come strumento utile per mantenere una relazione, seppur a tratti critica con il Paese, e chi (Destre, PPE e Renew) ha solo denunciato un fallimento dello stesso, senza rilevare alcun progresso in alcun campo.

Nella replica, durissima è stata la reazione di Borrell rispetto alle insinuazioni che i fondi europei fossero utilizzati dal regime, ricordando che degli 8,4 milioni di euro, oltre 7, sono gestiti da ONG europee ed i restanti, da ONG locali, selezionate dalla Rappresentanza dell’Unione. Ha poi concluso dicendo che nessuno può onestamente affermare che in assenza di relazioni le cose andassero meglio.

Sulla Risoluzione adottata, di cui i deputati di Fratelli d’Italia (Gruppo ECR) si considerano i principali artefici, l’Ufficio Stampa del Parlamento non ha emesso alcun comunicato. Imbarazzo? Sintesi dei contenuti della Risoluzione può essere trovata anche sulla stampa italiana.

La Risoluzione è stata approvata con 386 voti a favore (Destre, Renew, PPE ma anche 12 voti di S&D – unica italiana Patrizia Toia – e 3 Verdi), 236 contrari (S&D, Sinistra, Verdi, 5 Stelle) e 59 astensioni (nessuno della Sinistra e nessun italiano).

La Risoluzione è stata deplorata da varie parti, a cominciare dal Partito della Sinistra Europea. Prima della sua approvazione si era espressa criticamente l’Assemblea Nazionale di Cuba.

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