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Costruttori e Costruttrici di Pace

di Elena
Mazzoni

In 12.000 All’arena Di Verona, sabato 18 Maggio, son Papa Francesco ed i Movimenti Popolari Italiani

C’era anche transform!italia, rappresentato da me, Elena Mazzoni, ed Anna Camposampiero, nella delegazione di oltre 100 persone, in rappresentanza di 53 realtà, che la Rete dei Numeri Pari ha portato a Verona all’incontro dei movimenti popolari italiani con Papa Francesco.

Al momento di confronto, che si è tenuto nella mattinata del 18 maggio all’anfiteatro di Verona, hanno partecipato più di 12 mila persone provenienti da tutto il mondo. C’era l’afghana Mahbouba Seraj, venuta da Kabul, il palestinese Aziz Sarah, al quale l’esercito israeliano ha ucciso il fratello e l’israeliano Maoz Inon, a cui Hamas ha ucciso i genitori.

L’attivista brasiliano Jao Pedro Stedile ha infiammato la platea salutando con un caloroso “buongiorno Compagni”, accanto a lui la chirurga veronese Elda Baggio di Medici Senza Frontiere, i Fridays for Future, la portavoce delle Mamme NoPfas Annamaria Panarotto e centinaia di esponenti dei movimenti popolari, che insieme hanno lavorato con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un futuro di Pace in un mondo che, invece, sembra capace solo di guerra.

L’Arena è stata il momento conclusivo di percorso di confronto su cinque macro temi ed altrettanti tavoli, democrazia e diritti, lavoro ed economia, migrazioni, ecologia, pace e disarmo, che si sono riuniti per mesi e poi hanno condiviso una giornata di lavoro comune il 17 maggio nel centro Congressi della Fiera di Verona.

In un contesto nazionale in cui disuguaglianze ed esclusione sociale sono drammaticamente estese, dove i diritti sociali continuano a essere messi in discussione, la partecipazione diminuisce, la democrazia e la Repubblica sono minacciate da autonomia differenziata e premierato, la solidarietà e le proteste sociali vengono criminalizzate e represse, inserito nel contesto internazionale di collasso climatico, disuguaglianze e guerra mondiale a pezzi, come ci dice Francesco, i  movimenti popolari hanno ragionato sul fatto che la Pace non è solo assenza di guerra ma disarmo, democrazia, giustizia, diritti, abitare, tutela dell’ambiente, cura della casa comune, lavoro sicuro e retribuito in modo dignitoso.

Quelli che Francesco chiama “poeti sociali”, con le loro pratiche dal basso, condivise, trasversali e la loro capacità di tessere relazioni inseparabili, sono l’unica speranza per la conversione ecologica di cui ha bisogno l’umanità.

“Per garantire il nostro diritto alla vita, abbiamo bisogno di cambiare approccio culturale, non solo il modello economico. A partire da una diversa relazione con le altre entità viventi, riconvertendo il modello produttivo, industriale ed energetico sulla base dei limiti del pianeta”, questo si legge nel documento che i movimenti popolari italiani, insieme, dai comitati nati per difendere il territorio e i beni comuni, alle reti di quartiere, progetti di mutualismo, cooperative sociali, movimenti per il diritto all’abitare, gruppi impegnati per i diritti umani, centri sociali, antiviolenza, di ricerca, scuole di autoformazione popolare, associazioni che contrastano il welfare mafioso nelle periferie, realtà di base impegnate a difendere i diritti degli animali, insieme, hanno preparato in occasione di “Arena di pace”.

Ripudiamo la guerra e chiediamo il cessate il fuoco per tutte le guerre. Pratichiamo la nonviolenza. Vogliamo la riduzione delle spese militari e la riconversione dell’industria militare, la rimozione delle armi nucleari dall’Italia e l’adesione al Trattato che le proibisce, il controllo e la trasparenza sul commercio delle armi, la costituzione di corpi civili di pace per una difesa civile. Sosteniamo l’obiezione alla guerra, la diplomazia anche dal basso, le pratiche di riconciliazione, il dialogo interreligioso, il rinnovamento dell’Onu, un’Europa attivamente neutrale. Le risorse necessarie al benessere personale e collettivo sono investite nel riarmo, si intende favorire l’opacità del commercio delle armi e dei suoi finanziatori, ci si propone di rinforzare il potenziale militare anche reintroducendo la leva obbligatoria. La propaganda militare entra nelle istituzioni scolastiche d’ogni ordine e grado con pretese “educative”.

Questa la sintesi prodotta dal tavolo Pace e Disarmo.

Avanzata anche la posizione su lavoro ed economia: “Chiediamo all’UE di assumere un efficace ruolo pubblico, con fiscalità e bilancio propri, per investimenti su transizione ecologica, spesa sociale, beni comuni. Analogamente deve agire il nostro Paese; vogliamo un fisco giusto e progressivo, che promuova buona occupazione e universalità dei diritti sociali; un sistema produttivo orientato al bene comune, finalizzato alla cura e alla riproduzione sociale. Serve dare valore economico e giuridico al lavoro perché le persone siano protagoniste come singoli e collettivamente e affinché vi si affermino democrazia, sicurezza, qualità, diritti e salari adeguati. Chiediamo siano sostenute tutte le pratiche e le azioni sociali a ciò orientate.”

“Sono sempre più convinto che il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. È soprattutto nelle mani dei popoli. Nella loro capacità di organizzarsi e anche nelle loro mani che irrigano, con umiltà e convinzione, questo processo di cambiamento. Voi, però, tessitrici e tessitori di dialogo in Terra Santa, chiedete ai leader mondiali di ascoltare la vostra voce, di coinvolgervi nei processi negoziali, perché gli accordi nascano dalla realtà e non da ideologie: le ideologie non hanno piedi per camminare, non hanno mani per curare le ferite, non hanno occhi per vedere le sofferenze dell’altro. La pace si fa con i piedi, le mani e gli occhi dei popoli coinvolti”

Questo ha detto Papa Francesco.

Con questo messaggio di Pace negli occhi, nel cuore, nelle mani e nei piedi camminiamo insieme verso la fine di tutte le Guerre.

Elena Mazzoni

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