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Corpo, sociale, corpo, digitale, mondo della vita

di Roberto
Rosso

L’antefatto

L’enigma dell’identità e della sua rappresentazione, del proprio essere e fare nel mondo, attraversa la storia dell’umanità dalle prime pitture rupestri, dalle semplici impronte colorate delle mani. Immagine, privata immagine pubblica. Vite che scorrono anonime entro ambiti stretti di relazioni personali, vite, copri sacri, che riassumono in sé l’identità di popoli e comunità. Nei dipinti del Caravaggio  sono rappresentati corpi privi di ogni sacralità, la nascente società borghese è rappresentata nei uqadri di Rembrandt e Vermeer.

Lo svolgimento

La società industriale rappresenta la rivolta dei corpi, l’uscita dall’irrilevanza degli sfruttati, la saldatura tra  i destini individuali e quelli collettivi, la nascita dei diritti legati al lavoro e non solo alla proprietà. La lotta dei lavoratori è lotta per il risanamento delle condizioni abitative, delle condizioni di salute, per l’educazione, rivendicazione del proprio essere all’origine delle cose con il proprio fare,

Società di massa, società dell’informazione, rilevanza dei corpi sociali della loro immagine, taylorismo e fordismo, massificazioni della guerra e della guerra civile. Disciplinamento dei corpi individuali e sociali, disciplinamento e riconoscimento dei diritti nelle società industriale, sfruttamento dei corpi nelle società coloniali, compreso il colonialismo interno delle divisioni ‘razziali’.

Il ciclo delle lotte sociali dei paesi industrializzati, le rivolte contro il giogo coloniale esterno ed interno si vanno a schiantare contro il nuovo ciclo dell’economia capitalistica, la globalizzazione finanziaria che fonda una nuova realtà fondata sullo sviluppo esponenziale delle tecnologie digitali che trainano l’innovazione tecnologica complessiva. Il coordinamento, il disciplinamento dei corpi e delle relazioni perde la linearità del fordismo, la rappresentazione digitale dei corpi sociali e individuali si diffonde e si amplifica nell’infosfera creata dai network sociali nel nuovo secolo, veicolati dai dispositivi digitali mobili e geo-localizzati,  che hanno ‘democratizzato’ l’accesso al circuito dell’informazione ed alla creazione di una immagine di sé o almeno così sembra.

La fabbrica, il sistema di circolazione delle merci, il sistema finanziario, l’amministrazione pubblica hanno creato con la propria specifica informatizzazione, una rappresentazione formalizzata, specializzata, ordinata e gerarchizzata delle persone, dei loro ruoli e collocazione nell’ordinamento sociale e produttivo. La struttura informativa era ed è definita a priori, le basi dati sono differenziate, nascono separate le une dalle altre. Per necessità di governo dell’economia, fiscalità e lotta alla criminalità le autorità pubbliche cercano di ricostruire una identità complessiva dei soggetti, incrociando dati fiscali e finanziari. La grande distribuzione ci profila da decenni, costruendo la nostra personalità di consumatori, ci colloca nell’universo delle merci, ci identica in flusso di prodotti.

Tutt’altra cosa sono i social network, per le dimensioni della platea delle persone coinvolte, dell’ordine delle centinaia di milioni, dei miliardi sia per lo spettro di comportamenti, relazioni, opinioni e sentimenti che vengono espressi ed investigati. Il legame sociale si trasforma e si riproduce in quanto legame digitale; dell’esempio di WeChat in Cina abbiamo parlato in un precedente articolo, dove un spettro sempre più ampio di relazioni passa per l’applicazione. Il ‘digitale’ in tutte le sue dimensioni non è più semplicemente una infrastruttura per quanto essenziale, è diventato allo stesso tempo una sorta di codice genetico e Sistema neuro-endocrino del legame sociale.

In questo terribile 2020 abbiamo visto una sorta di competizione tra la connessione digitale che supporta  la struttura sociale e la pandemia che la devasta e ne riduce i minimi termini le connessioni e la riproduzione. Dove la pandemia interrompe, il digitale riconnette, ricostituisce legami. La diffusione del Covid-19 è pervasiva, percorre ogni fibra del tessuto sociale, sfidando la capacità di modellarla di anticiparla, ed è stata bloccata quando la vita sociale è stata congelata, mentre nel lockdown la rete di comunicazione virtuale si è infittita ed estesa nelle relazioni interpersonali. di lavoro e di apprendimento/insegnamento: gran parte di ciò che si può muovere è disciplinato dalle regole del lavoro.

Con l’app Immuni si cerca di replicare a livello digitale la rete del contagio, mentre la rete del contagio percorre la rete delle relazioni sociali. Nel gioco tra la rete del sociale e del digitale la fa da protagonista la rete della vita in un gioco tra astratto e concreto a tutti i livelli. E’ il gioco in cui il controllo e la riproduzione artificiale della vita ne insegue la devastazione, nell’orizzonte della catastrofe climatica dentro una transazione epocale definita come antropocene ovvero, specificando meglio, capitalocene, nella quale la rottura dei sistemi ecologici rende più frequenti -e letali nelle loro conseguenze- i fenomeni di zoonosi.

La pandemia da Sars-Cov-2 è entrata in competizione con tutto l’universo delle patologie nell’uso delle risorse delle strutture sanitarie evidenziandone tutte e fragilità e mancanze, dimostrando come sia necessaria la ridondanza rispetto ad una cosiddetta normalità. L’apparato sanitario dalla ricerca farmaceutica di Big Pharma all’ultimo medico di campagna, col corredo di tutte le scienze della vita, è chiamato a garantire la riproduzione del corpo sociale, garante della sua normalità, in ultima analisi dell’antropizzazione del mondo, innervato anch’esso da una fitta rete digitale.  Nella sua funzione il servizio sanitario in tutte le sue forme testimonia del crescere delle diseguaglianze, sfuggono alle sue cure ed al suo controllo le masse metropolitane dell’economia informale, come sono sfuggite al disciplinamento delle quarantene nella miseria negli spazi angusti ed affollati del proprio lavoro e della propria vita.

Una parte del mondo ha saputo governare la pandemia, con l’uso della disciplina sociale, il controllo sanitario capillare, l’elaborazione in tempo reale di tutti dati e le informazioni digitalmente disponibili, con una mix di fattori diversi da paese a paese dalla Cina alla Nuova Zelanda, Da Taiwan alla Corea dl Sud all’Australia.  Vedremo nei prossimi mesi, nelle prossime stagioni, come la pandemia abbia cambiato la geografia del mondo, la mappa delle diseguaglianze e dei rapporti di forza, quali saranno i comportamenti, la risposta dei corpi sociali.

I giganteschi profitti delle corporations dei social network testimoniano in modo semplice e concreto come le relazioni sociali siano ‘messe al lavoro’,  siano ‘messe a valore’, se aggiungiamo il fatto che sui mercati finanziari il costo del denaro è praticamente nullo, mentre diventa una risorsa scarsa scendendo verso il basso della scala sociale, risulta evidente la necessità di un movimento per la garanzia del reddito, dei servizi essenziali dalla cura alla casa all’istruzione ed anche alla connessione digitale. Utopia concreta della connessione globale dei movimenti sociali capaci di innervare i corpi sociali, facendo della rete digitale globale il proprio sistema nervoso, dispositivo di coordinamento dell’azione e di condivisione della conoscenza.

digitale, identità, Pandemia, sociale
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