L’APPELLO che potete leggere qui verte sui due temi fondamentali: il salario minimo, equo e unificante, e il riconoscimento dei diritti di chi lavora nelle piattaforme come esempio d’avanguardia delle lotte per far emergere lo sfruttamento come carattere distintivo del lavoro e come necessario terreno di lotta.
La lotta dei lavoratori in tutta Europa esiste, pesa, preoccupa le elite ma non è visibile: non raggiunge l’attenzione dei media salvo eccezioni che non sono significative. Ad esempio di recente la Repubblica titola “Lavoro povero, boom in Italia, quarta in Europa: riguarda un lavoratore su quattro”, ma queste sono attenzioni sporadiche che confinano il problema del lavoro a una delle dimensioni della perpetua crisi italiana e il problema diventa il confronto con gli altri Paesi e non la mancanza di forza degli sfruttati.
La visione per cui il lavoro povero, nero, delocalizzato, scarsamente produttivo è uno tra i tanti elementi di arretratezza dell’Italia è sbagliato perché non riconosce la centralità del problema: il fatto che non siamo tutti uguali di fronte al lavoro (che sia di fabbrica, di distribuzione, materiale o immateriale…), il fatto che non a caso sui lavoratori si riversa sempre tutto il peso della crisi.
L’Europa non può essere il riferimento trainante di un progresso generico, tantomeno l’Europa del pareggio in bilancio e delle teorie liberiste perché ogni crisi si risolve in un aumento di diseguaglianza, di ingiustizia sociale e i lavoratori sono dalla parte perdente a causa dei modi della valorizzazione, sia che essi diano la loro opera nei Paesi locomotiva o in quelli a rimorchio.
Occorre riconoscere che l’unico soggetto plausibile per la trasformazione è costituito dai lavoratori e che il primo compito è quello di ricostruire le tante figure di sfruttato e di sfruttata che compongono il soggetto del cambiamento.
A questo tema dedicheremo numerosi articoli nel prossimo numero e anche così il nostro appello a più salari, più diritti vuole essere un contributo allo sviluppo e alla connessione delle lotte dei lavoratori europei.
Già oggi pubblichiamo un importante articolo di Alessandro Scassellati sull’inflazione, e ricordiamo il precedente invito a firmare, l’ottimo articolo di Paolo Andruccioli comparso su https://www.collettiva.it , l’ottimo contributo di Andrea Allamprese per quanto riguarda la proposta di Bruxelles sul lavoro sulle piattaforme.
Vogliamo mettere al centro una riflessione sullo sfruttamento, sulle tante forme di lavoro, sul loro riconoscimento, sulle diverse strade che prende la distribuzione del salario.
Intanto, oltre che a inviarci commenti, punti di vista, riflessioni, FIRMATE!