Proponiamo alla riflessione e all’iniziativa queste considerazioni che ci sembrano importanti per lo sviluppo del dibattito.
Come sempre la borghesia fa e disfa a proprio piacimento. In Germania, addirittura col parlamento uscente, è stato infranto in fretta e furia il dogma del pareggio di bilancio. Naturalmente per fare armi. E questo fa schifo. Ma oltre lo schifo bisogna rimarcare che i dogmi per i dominanti sono a proprio uso e consumo. Il pareggio di bilancio, il monetarismo, e l’ordoliberalismo sono i dogmi di Maastricht. Il pareggio di bilancio è il pilastro della austerità usata per smantellare il modello sociale europeo ed accelerare la lotta di classe rovesciata. È ideologico e antikeynesiano. In Italia era spinto da La Malfa contro la crescita dei salari e poi usato contro la scala mobile. Il PCI lo ha sempre rifiutato. Purtroppo nel 2013 fu introdotto nella Costituzione italiana votato da quasi tutti. Sarebbe bene che invece che lasciar fare ai dominanti il warfare costruissimo una via di uscita da sinistra da questa idiozia.
Si tratta da un lato di cancellare le norme riferite a questa idolatria. Quindi Maastricht. Quindi l’inserimento nella Costituzione.
Bisogna altresì definire cosa è socialmente, ambientalmente, eticamente giusto finanziare. E come.
Quindi non le armi. Non le produzioni inquinanti. Non le multinazionali.
Al contrario serve finanziare il lavoro buono e dignitoso, il welfare, la riconversione ecologica, una reindustrializzazione che risani l’entropia della globalizzazione, il risanamento ambientale e ciò che serve a porre fine al vero sforamento insostenibile cioè quello della riproduzione ambientale.
Su tutto ciò sarebbe necessario costruire cospicui bilanci europei ed impegnare direttamente la Bce
Servirebbe, e come, un reddito universale garantito, come misura di cittadinanza europea garantita dalla Bce.
Sono solo alcune idee su cui come Transform vorremmo si aprisse una discussione e, possibilmente, una iniziativa.
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Incominciamo dallo spiegare ai lavoratori che esistono già conquistate in Parlamento ben tre Riforme sanitarie e varie leggi che dicono che con il modulo-impegnativa firmato dal medico di medicina generale il lavoratore ha diritto di scelta (ovviamente su consiglio del suo m.m.g. che è il tecnico che lo segue) del luogo di cura e dello specialista. Questo diritto è strettamente connesso ad ottenere una prerstazione sanitaria di qualità. Una volta uno specialista operava all’interno di tutta la sua specialità; oggi, se parliamo di qualità della prestazione, gli specialisti operano in un ambito ristretto della loro specialità, perchè è ben documentato che la qualità della prestazione dipende da quante volte quello specialista ha trattato quella patologia. È noto da anni ad es. che se un chirurgo fa meno di 150 interventi all’anno di tumori al seno, il tasso di recidiva del tumore è più alto; oppure se in un reparto si fanno meno di 60 interventi di tumore del colon all’anno il tasso di mortalità ad un mese dell’intervento è più alto, ecc.. Esiste inoltre la legge 120/07 che all’art. 1 comma 4 lettera g impone che il lavoro nel SSN (ulss, Aziende, Case di cura private convezionate) debba essere organizzato in modo che con il modulo-impegnativa firmato dal mmg i tempi d’attesa per una prestazione sanitaria siano egauli ai tempi medi che si avrebbero se quella stessa prestazione fosse chiesta in intramoenia (privato).
Di fatto la libera professione è abolità dalle numerose leggi già conquistate nella lotta parlamentare: cosa si aspetta a far partire la seconda fase della lotta sociale per far applicare quelle leggi?
Abbiamo avuto la possibilità di un cambiamento oltre 50 or sono. Avevamo l’ entusiastica partecipazione di centinaia di migliaia, se non milioni di giovani, donne, operai, lavoratori di tutti i livelli. Avevamo la capacità di incidere sugli strati sociali più bassi. Avevamo tante cose che oggi non abbiamo più , Abbiamo preferito giocarcela fra di noi. Abbiamo preferito trascorrere il tempo in inutili, futili discussioni tra stalinisti, filo PC, Trotzkisti e chi più ne aveva.. ne metteva in gioco. Al di là delle fumose alleanze da elezioni. Abbiamo gradualmente perso i nostri leader che dalle fabbriche, dalle università, da ogni posto di lavoro e di istruzione ci avevano portato a risultati inimmaginabili agli inizi, la partecipazione di fette di proletariato, ma non solo., a momenti comuni di lotta. Non siamo stati in grado di comprendere i cambiamenti della società dagli anni ‘70, le contromosse del capitale che dopo gli sbandamenti (e che sbandamenti) del 68 hanno tentato di tutto dalle stragi ai poteri occulti per fermarci. E, purtroppo, l’hanno fatto. Per un pugno di sedie in parlamento il vecchio PC è diventato un PS partito sociale. Berlinguer è Moro hanno vinto. Il compromesso storico è in atto dalle trasformazione in DS. Ma, anche qui, non siamo stati in grado di reagire e utilizzare quel sentimento e quelle azioni non comuniste del nuovo partito. Esattamente come nel 68 . Abbiamo fatto il lavoro per loro. Abbiamo fatto il lavoro per il PC. Sono cresciuti. Hanno mutato pelle. Sono diventati camaleonti. Oggi varano si all’invio armi in Ukrainia. Oggi non non si sentono in difesa dei Palestinesi. Mi fermo.
Io ero, sono e sarò a fianco di Rifondazione (sono un ex AO. Sono un ex di Emilio Molinari, Massimo Gorla, di Basilio Rizzo, di Sandro Barzaghi e così via. Sono a fianco di Rifondazione. Ma non sono “dentro”
Con tanto affetto.
Roberto