Si è tenuto il 27 e 28 giugno a Lisbona, il congresso del Bloco de Esquerda Portoghese. Un congresso marcato dal cambio di fase con l’avanzata delle destre in Europa e che anche in questo paese evidenzia la necessità di strategie e scelte politiche capaci di arrestare questa ondata nera.
Le tante crisi che si susseguono e si sovrappongono sono frutto di un modello economico che mostra i suoi limiti e che da tempo ha smesso di sostenersi grazie al consenso delle popolazioni, pronte fino a ieri a fare qualche sacrificio ma compensate da un relativo benessere.
La crisi finanziaria del 2008, oggi la crisi climatica, la crisi energetica, le guerre, quella sul terreno ucraino e quella commerciale con la fine della globalizzazione così come l’abbiamo conosciuta, hanno sprofondato le condizioni di vita e di speranza nel futuro di larghi strati delle nostre società.
È in questo contesto che Catarina Martins, coordinatrice nazionale del Bloco de Esquerda lascia il proprio incarico per fare posto alle nuove leve.
Abbiamo voluto ascoltarla non solo per fare un bilancio del suo mandato, ma soprattutto per ragionare sulle sfide che il Bloco e con lui tutta la sinistra in Europa, ha ora davanti a sé.
Grazie Catarina di aver accettato questa intervista con transform! europe, in una giornata anche emotivamente così toccante. La mia prima domanda è relativa al tuo percorso. Hai preso la guida del Bloco de Esquerda molti anni fa, come ti senti a lasciare questo incarico?
Prima di tutto ringrazio io transform! europe per il suo importante e utile ruolo di aiutare a capire la dimensione europea e per favorire una comune conoscenza e un dialogo tra le diverse sinistre europee.
Ho preso l’impegno come coordinatrice del blocco molti anni fa, 11 anni fa, era il tempo in cui avevamo la troika in casa ed un governo di destra, una destra molto aggressiva che affermava che il Portogallo non aveva futuro. Che i lavoratori dovevano rinunciare a diritti, salari e contratti decenti con paghe sempre più basse per non cadere nella disoccupazione. I giovani dovevano accettare precarietà o andare in altri paesi per avere opportunità e questo era ciò che veniva detto chiaramente.
Sfortunatamente molti hanno creduto a questo racconto ed accettato come verità inconfutabile. Abbiamo trovato un paese con molte difficoltà ad opporsi a tutto ciò. Abbiamo fatto un enorme lavoro per costruire mobilitazioni nelle strade per dare alle persone la speranza e mostrare che era possibile vivere nel nostro paese che non volevamo abbandonarlo a questo destino. Che volevamo aver il diritto di essere rispettati. Questo ci ha portato ad un grande successo elettorale nel 2015, il migliore di sempre, perché il programma del Partito Socialista non era molto diverso da quello delle destre. E lo abbiamo denunciato in tutta la campagna elettorale, non abbiamo chiesto di fermare le destre, ma di liberarci dalle politiche neoliberiste che stavano distruggendo il nostro paese. Solo dopo abbiamo fatto un accordo con i socialisti, ma sulla base di un programma di governo con chiare e concrete misure. Fine dei tagli ai salari, alle pensioni, alle privatizzazioni riportare nelle mani pubbliche alcune cose che erano state privatizzate. Più risorse allo stato sociale e al sistema sanitario nazionale.
E davvero credo che dal 2015 al 2019 abbiamo consentito migliori condizioni di vita e speranza e non c’è democrazia senza il sentimento di speranza. Ma dopo i socialisti hanno ritrattato quel programma e hanno fatto di tutto per rompere con noi. Dal 2019 ad oggi abbiamo già avuto due elezioni, nel 2019 il Bloco ha mantenuto le sue posizioni nel parlamento, ma i socialisti non hanno più voluto un accordo con la sinistra e questo ha portato al lento smantellamento di ciò che avevamo fatto insieme. Ora governano con un programma neoliberista che, come sapete, in tutta Europa i socialisti applicano in tutti i paesi.
Credo che con questo loro stanno dando via la speranza che avevamo ricostruito tra il 2015 e il 2019 e per questo assistiamo ad una crescita delle destre in Portogallo, chiaramente è una tendenza internazionale e la destra portoghese beneficia di questa ondata regressiva.
Lascio oggi il Bloco sapendo che si è aperto un nuovo ciclo, perché dobbiamo riportare la speranza e lottare, manifestare per le strade avendo il Partito Socialista al governo e dall’altra parte l’estrema destra e non sarà facile, ma sono sicura che il Bloco saprà farlo. Questo è il momento in cui nuove generazioni devono entrare in scena. Sono molto sicura della mia scelta e fiera di ciò che è diventato il Bloco, di Mariana Mortagua e di tutta la nuova generazione che si sta portando avanti e costituirà la nuova leadership del Bloco.
La mia seconda domanda riguarda l’Europa. Tu ricordavi la Troika, le politiche di austerity. Oggi dopo la pandemia affrontiamo la guerra e l’innalzamento delle spese militari che sicuramente non favoriranno neanche la necessaria transizione ecologica. Come vedi la situazione?
Il punto è che le crisi sono reali, abbiamo avuto la crisi finanziaria nel 2008 e la guerra così come la pandemia e questi sono fatti reali. La mia obiezione è perché ogni crisi deve finire con sempre maggior disuguaglianza, abbiamo una economia che cresce anche durante la pandemia e la guerra assistiamo a enormi profitti; quindi, perché abbiamo visto larghi strati delle società diventare più poveri in tutta Europa? Il problema è che il capitalismo, con le politiche neoliberiste, usa ogni possibilità che ha per attaccare i salari e distruggere lo stato sociale e con questo la democrazia.
Quello che deve fare la Sinistra qui come in tutta Europa è di rifiutare che la guerra o la pandemia o qualunque altra crisi, inclusa quella ambientale, possa essere una scusa per continuare ad attaccare le condizioni di vita e di lavoro. Perché i governi hanno la responsabilità della vita delle persone non possono dire che questo è il frutto delle crisi. Le élite vivono sempre meglio non abbiamo mai avuto ricchi così ricchi come oggi; quindi, le crisi sono vere ma non sono il motivo che provocano il peggioramento delle condizioni di vita delle persone, sono le scelte dei governi che le determinano.
La sinistra deve offrire una altra risposta deve avere una sociologia per trasformare l’economia e un programma anticapitalista, contro l’uso delle crisi come scusa per avere lavoratori e lavoratrici più poveri ma che risponda alle crisi, che eviti le crisi, e dia più uguaglianza nel mondo.
Grazie Catarina, a nome di transform! europe e vista l’opportunità di averti potuto incontrare più volte i miei personali ringraziamenti e la gratitudine per ciò che hai fatto per la sinistra in Europa negli anni passati e che, sono certo, continuerai a dare.