L’8 giugno 2921, il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione d’iniziativa, dal titolo “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita”. Lo ha fatto approvando la Relazione contenente la Proposta di Risoluzione, che, il 31 maggio 2021, era stata approvata in Commissione Ambiente da tutti i Gruppi ad eccezione delle Destre.
Come ha sottolineato, nella discussione, il relatore César Luena (Gruppo Socialisti e Democratici), il testo portato in Plenaria è il frutto di un lavoro durato un anno, all’interno del Parlamento; quindi un testo negoziato e ormai concordato. Un testo che sostiene buona parte delle proposte della Commissione Europea, ma che “spinge” oltre. Il relatore ha richiamato i sette punti cardine della Risoluzione.
In primo luogo, la richiesta di una legge europea sulla diversità. “Se abbiamo una legge europea sul clima (nella prossima sessione plenaria, questa volta a Bruxelles, la approveremo), perché non avere una legge sulla biodiversità? Una legge che renda vincolanti gli obiettivi, che siano obbligatori e che fissi per noi delle scadenze anche per il 2050, ma con tappe intermedie, per esempio nel 2030.”
Secondo punto: “Il piano di recupero della natura che sarà presentato dalla Commissione alla fine dell’anno. Vogliamo che anche quegli obiettivi di ripristino, protezione, conservazione della natura, di almeno il 30% dei nostri ecosistemi, siano obbligatori”.
Terzo: Suolo. “Non esiste un quadro legislativo comune per il suolo. Come è possibile? Vogliamo che la Strategia e la futura legislazione dell’Unione Europea lo prevedano. E, in più, anche una strategia sulla desertificazione nell’Unione Europea. Riteniamo che sia una priorità e che debba essere affrontata”
Quarto: Clima e biodiversità. C’è una crisi planetaria, non solo una crisi climatica, e la crisi planetaria è una crisi climatica e, insieme,una crisi della biodiversità. Ecco perché chiediamo un piano d’azione a lungo termine dell’Unione europea sul clima e la biodiversità. Non ha più senso per noi affrontare questi temi, affrontarli politicamente, anche qui in questo Parlamento, separatamente.”
Quinto: Diritto a un ambiente sano. “non esiste un diritto fondamentale a un ambiente sano. È un principio, onorevoli colleghi, un principio, ma non è un diritto, e ciò che chiediamo in questa relazione, e la Commissione ha sostenuto con molti voti, è che sia un diritto fondamentale, che sia nella Carta dei diritti fondamentali.”
Sesto: Erasmo Verde. Crediamo che sia molto importante poter promuovere l’educazione attraverso progetti per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi, che coinvolgano gli studenti”
Settimo: Foreste. “oggetto di polemica e divisione di opinioni geografiche e ideologiche che abbiamo in questa sessione plenaria.
Nel suo intervento introduttivo, il Commissario all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, ha vantato i risultati raggiunti dal primo anno di attuazione della Strategia per la biodiversità. La Commissione ha fatto progressi anche nella preparazione di una nuova legislazione su una serie di argomenti, dal ripristino della natura alle foreste e al suolo.
I Gruppi della maggioranza parlamentare, dei Verdi/ALE e della Sinistra-GUE/NGL si sono espressi favorevolmente. Ville Niinistö, (Verdi/ALE), ricordando che è la prima volta che il Parlamento Europeo vota su una relazione sulla biodiversità che ha obiettivi basati sulla scienza e “gli scienziati ora ci dicono che dobbiamo proteggere almeno il 30% della terra e dell’acqua per fermare la perdita di biodiversità”. Ritiene importante approvare la Risoluzione nella sua interezza anche per poter premere per obiettivi simili a livello globale nella COP15 delle Nazioni Unite questo autunno.” Anch’egli insiste sulle foreste. “A terra, la maggior parte della biodiversità è nelle foreste. Sfortunatamente, le foreste dell’UE non sono in buone condizioni.” “tra il 2011 e il 2021 quasi un terzo delle foreste dell’UE è stato valutato in cattivo stato di conservazione e oltre la metà è stato valutato in mediocre stato di conservazione.”
Nikolaj Villumsen, intervenuto a nome del Gruppo della Sinistra-Gue/NGL, stigmatizza, innanzi tutto i ritardi dell’UE su questa materia. Riferendosi a quanto affermato dal Commissario Sinkevičius: “Nonostante le belle parole sulla Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2020, gli sviluppi negli ultimi dieci anni sono andati nella direzione sbagliata.” “Abbiamo bisogno di una legge europea vincolante sulla biodiversità che metta la natura al primo posto, che obblighi noi e i futuri politici a ripristinarla. Abbiamo bisogno di un Consiglio europeo per la biodiversità con i migliori scienziati che possano gridare quando qualcuno cerca di intrufolarsi nella politica agricola nera travestito da conservazione della natura. “Dobbiamo dare alla natura lo spazio di cui ha bisogno. Almeno il 30 percento di tutte le aree marittime e terrestri in ciascuno Stato membro deve essere protetto e il 10 percento deve essere rigorosamente protetto.”
Manuel Bompard (Sinistra) affronta la questione della responsabilità della produzione agricola prevalente. “L’agricoltura intensiva rimane infatti una delle principali cause di perdita di biodiversità. Gli scienziati ripetono: dobbiamo trasformare radicalmente la PAC per promuovere un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente. Sfortunatamente, questo non è ciò che è previsto. La nuova PAC e la sua versione nazionale minacciano, ad esempio, l’agricoltura biologica, mentre in media il 30% in più di specie si trova nelle aree coltivate biologicamente.”
Il rappresentante del Gruppo Identità e Democrazia ha lanciato anatemi contro i “conservazionisti della biodiversità” che fanno “del male” al mondo e all’umanità.
Nella sua replica il Commissario Sinkevičius, si è innanzi tutto preoccupato di rassicurare tutti quelli che avevano sollevato la preoccupazione che agricoltori, silvicoltori e pescatori diventino le vittime di una politica a favore della biodiversità. Ha, invece, insistito anch’egli sulla protezione delle forest: “se è vero che la quantità complessiva di foreste ha iniziato ad aumentare negli ultimi anni, gli ecosistemi forestali sono sempre più sotto pressione nell’UE e in tutti gli Stati membri e la protezione delle foreste esistenti dell’UE è assolutamente fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi in materia di clima e biodiversità per il 2030 e il 2050. “E non siamo credibili nello spingere qualsiasi politica dell’UE ambiziosa per fermare la deforestazione e il degrado forestale in Amazzonia o nel sud-est asiatico se consentiamo il degrado nelle foreste di vecchia crescita dell’UE. Insieme ai miei colleghi Janusz Wojciechowski e al vicepresidente Frans Timmermans, stiamo sviluppando una nuova strategia forestale dell’UE da adottare a luglio, sulla base della strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2030, che copre l’intero ciclo forestale e promuove i numerosi servizi che le foreste possono fornire.”
La Risoluzione è stata approvata a larga maggioranza: 515 voti a favore (maggioranza più Verdi e Sinistra), 90 contrari (soprattutto ECR-Conservatori e Riformisti, la parte non italiana di ID-Identità e Democrazia, un buon numero di Popolari e di liberali di Renew) e 86 astenuti (in gran parte i deputati ID della Lega).