Ci sono persone che sanno divenire “naturalmente” punti di riferimento.
Non è “solamente” per le loro competenze o l’impegno o la cultura di cui sono portatrici. Nemmeno, a ben vedere, per le loro appartenenze politiche .
No non è solo per questo, è che alcune persone sanno creare attorno a loro un’atmosfera buona fatta di accoglienza, empatia, curiosità, ironia, buonumore. E soprattutto di amore verso il mondo. Non l’amore mercificato che ci impone un sistema fondato sul profitto ma piuttosto “l’armonia spirituale” di cui parla Alessandra Kollontaj in “Largo all’eros alato”.
Un amore che non è un “fatto” privato, ma un fattore sociale. Una forza travolgente senza la quale non è possibile avere la forza di continuare a credere e a lottare per un mondo migliore.
Ecco Lidia Menapace era una di queste persone.
Ci ha lasciato un anno fa eppure a volte sembra di vederla comparire con il suo passo da montanara, i suoi improbabili cappellini, il suo contagioso umorismo, il suo sferzante eloquio, la sua irriverente critica al potere inteso come dominio e possesso. E vien quasi voglia di offrirle un bel bicchiere di rosso sapendo che sarebbe ben felice di gustarselo con noi per ricordarci, sorniona, che la “via al socialismo” può essere anche alcoolica.
Ma Lidia non c’è più. E dobbiamo accontentarci del suo ricordo che è ancora vivido in noi.
Perché scordarla è impossibile. Lo testimoniano i tanti messaggi, scritti, pensieri a lei dedicati che oggi sono stati socializzati e condivisi ovunque.
Immaginiamo che li avrebbe letti con piacere ma senza compiacersi troppo, com’era nel suo stile.
E allora cara Lidia, amica, compagna, femminista, continua a camminare accanto a noi.
Noi ti teniamo nei nostri cuori e nei nostri pensieri serbando gelosamente i tanti momenti che abbiamo vissuto insieme, le tanti esperienze che abbiamo condiviso, i tanti pensieri che ci siamo scambiati.
E nel ricordarti vogliamo dedicarti alcuni brani tratti dalla poesia di Wislawa Szymborska “Sulla morte senza esagerare”:
“(…) Non c’è vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell’attimo.
Invano scuote la maniglia
d’una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.”
Il tuo tempo è ancora fra noi. Ciao Lidia.