Passa la Commissione Von Der Leyen con molti voti del gruppo di Meloni ma con meno consensi e perdendo pezzi verdi e socialisti
Con 370 voti a favore 282 contro e
36 astensioni la Commissione Von Der Leyen è stata approvata dal Parlamento europeo. La presidente aveva a suo tempo ottenuto 401 voti a favore 284 contro e 15 astensioni.
Si assottiglia dunque la maggioranza che ora comprende Popolari, Socialisti, Verdi europei e Fratelli d’Italia, ma con significative defezioni tra verdi e socialisti. Vedremo col voto nominale chi si è chiamato fuori e chi ha soccorso. Il PP spagnolo ostile alla commissaria Socialista ha votato contro.
Una maggioranza tenuta insieme dalla guerra, dall’intergovernativismo, dalla convergenza tra “europeisti reali” e sovranisti e dal trasformismo. Una UE sempre più ademocratica a cui affidare un esercito senza Costituzione e senza garanzie politiche e democratiche sarebbe un ulteriore gravissimo errore.
Alla lettura dei voti dal gruppo Ecr (quello di Meloni) sono arrivati ben 33 voti, con 4 astenuti e 40 contrari. Verdi italiani contro che fanno arrivare a 20 i verdi contrari, più 6 astenuti. Contro anche Strada e Tarquinio arrivando a 25 socialisti contro più 18 tra gli astenuti.
Compatto il no del gruppo della Sinistra, che almeno in questa occasione, ritrova una armonia che spesso è mancato.
Questo quadro sembra confermare la stabile precarietà di una strabica governance incapace di una svolta ambientalista e di una transizione da sostenere socialmente, ma capace di perseverare nel disastro della guerra e del riarmo.
I “mai con” si sono tramutati in uno squallido trasformismo in uno scambio di ruoli che portano sempre più gli elettori a disertare e starsene a casa.
Speriamo che le crepe si allarghino
Roberto Morea