di Roberto Musacchio –
Vista con occhi “europei”, la scelta di voto per il rinnovo del Parlamento Europeo dovrebbe apparire più facile.
Se si vuole che l’Unione Europea continui più o meno così si vota per chi di questa continuità è garante e cioè in primo luogo popolari, socialisti e liberali. Di fatto in questi quasi trent’anni, da Maastricht al Fiscal Compact, hanno votato sostanzialmente tutto e tutti insieme.
Se si vuole che si accentuino gli elementi securitari e respingenti e addirittura ci si trascini verso la xenofobia o perfino il razzismo c’è il voto alle varie destre populiste. Con l’avvertenza che se si pensa così di alleggerire le politiche di austerità si deve sapere che la prevalenza di queste destre è anche ferocemente liberista e per “il rispetto dei conti”.
Ma se si vogliono battere queste destre fascisteggianti senza rinunciare a combattere liberismo e austerity il voto utile, il solo, è quello per rafforzare il Gue/Ngl, il gruppo della sinistra unitaria europea e della Sinistra verde nordica che è uno dei principali gruppi al Parlamento Europeo e che da sempre è impegnato su questo doppio fronte.
Per chi ha introiettato la “malattia” del voto non come indicazione delle proprie idee e aspettative (quale dovrebbe essere in una sana democrazia parlamentare) ma legato ai calcoli politici la natura proporzionale del Parlamento Europeo dà la “tranquillità” che si profila una maggioranza ampia tra popolari, socialisti e liberali, mentre le destre sono sì in crescita ma divise e abbastanza confinate, non esistendo né numericamente né politicamente una maggioranza tra esse e i popolari.
Il voto al Gue, rappresentato in Italia dal voto a La Sinistra, può essere dato non su promesse ma sulla base di ciò che ha fatto dal 1994, quando è nato, ad oggi. E non solo in Parlamento ma in rapporto ai tanti movimenti con cui ha collaborato nelle lotte per un’altra Europa, per il lavoro, l’ambiente, il femminismo, il pacifismo, l’antifascismo e l’antirazzismo.
E non solo in Europa ma Paese per Paese dove i partiti che fanno vivere il Gue sono in prima fila contro le destre e contro le conseguenze nefaste di liberismo e austerity. A volte governano come in Grecia o cercando di far fare cose di sinistra ai socialisti come in Portogallo, Spagna, Slovenia. Mai hanno alleanze con destre o con Merkel e simili.
Saranno forse 15 milioni coloro che sosterranno le liste del Gue in tutta Europa. Una parte importante di coloro che eserciteranno il diritto al voto.
Molti e significativi sono i leader e le leader delle liste. I due candidati alla Presidenza della Commissione europea Nico Cue, belga, già leader dei metallurgici, e la slovena Violeta Tomic, femminista leader di Lavica nata a Sarajevo. Gli spagnoli Pablo Iglesias e Alberto Garzón ma anche Ada Colau impegnata nella campagna per confermarsi sindaca di Barcellona come lo è Manuela Carmena a Madrid. Gregor Gysi e Katia Kippling in Germania. Alexis Tsipras in Grecia. In Francia oltre a Jean Luc Melenchon leader di France Insoumise è cresciuta molto la figura del giovane capolista Ian Brossat che sta portando il Pcf a raggiungere l’obiettivo con una campagna elettorale assai efficace che lo ha riportato in auge. Leader spesso giovani, legati ai movimenti, con una dimensione europea.
Dell’Italia sappiamo delle difficoltà e delle fragilità che portano molti a dubitare anche del voto. Qui veramente ci sentiamo di fare un appello. Per quanti errori abbia commesso la sinistra italiana – o anche colpe abbia – sarebbe veramente un peccato che dall’Italia non si contribuisse a questa battaglia di liberazione dell’Europa. L’Italia, i suoi movimenti e le sue sinistre questa lotta l’hanno fatta in tanti anni, dal social forum europeo alla costruzione stessa del Gue e del Partito della Sinistra Europea cui hanno partecipato sin dall’inizio.
Nel Gue sono peraltro presenti tutte le articolazioni di pensiero politico che vivono nell’ambito del campo dell’alternativa. Nel Gue non solo convivono ma convergono nella lotta alle destre e al liberismo. Unità e pluralismo sono il modo di essere del Gue laddove troppo spesso in Italia rischiamo di far prevalere le divisioni fino al punto da mettere in discussione l’esistenza di un campo di soggettività politica alternativa.
Eppure di questo campo c’è quanto mai bisogno se pensiamo alla deriva a cui siamo arrivati ma anche a come ci siamo arrivati e cioè con la piena responsabilità di chi non a caso ha voluto lo scioglimento del Pci contribuendo ad una perdita di memoria e di senso che prodotto mostri.
E questo campo ha tutte le possibilità di esistere se pensiamo a come movimenti e conflitti continuino ad attraversare un Paese non rassegnato.
Votiamo dunque europeo, votiamo La Sinistra nel Gue.