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Un progetto di ricerca sull’ambientalismo

Transform!Italia in collaborazione con Transform!Europe intende realizzare un progetto di ricerca europea (concentrato su alcuni Paesi, Italia, Germania, Spagna) sull’ambientalismo radicale e le sue culture politiche. In vista di questo lavoro si stanno predisponendo alcune note progettuali iniziali. Ne pubblichiamo la prima, a cura di Roberto Musacchio, sul possibile focus della ricerca con cui interloquiscono alcuni appunti di Paolo Cacciari. A seguire una prima traccia di ricerca semi-strutturata sempre a cura di Roberto Musacchio. Come nota una questione riguardante la decisione di non definire antropocene l’attuale epoca geologica con il link ad un articolo de Le Scienze.

La condizione del Pianeta, in particolare quella climatica, è ormai tale da potersi definire catastrofica e da richiedere dunque interventi “rapidi e rivoluzionari” oppure c’è ancora spazio per “adattarsi” alle condizioni in mutazione?
Questa domanda è il focus della nostra ricerca sugli atteggiamenti e gli indirizzi che sono presenti nella galassia dei movimenti, dei pensieri e dei soggetti politici ambientalisti.
La domanda e la ricerca sono intrecciati.

Non c’è dubbio che avere chiaro a che punto siamo e quanto tempo abbiamo è cruciale.
Su questo si interroga la scienza, nelle discussioni teoriche e formali sul cambiamento climatico o in quelle sulla possibilità/necessità di definire l’era in cui viviamo come antropocene, dunque a massima responsabilità umana.
Si interroga, e deve operare, la politica e sappiamo tutte le difficoltà che si frappongono.
Hanno un ruolo fondamentale i massmedia.

Ma sono decisivi anche gli orientamenti che i soggetti cui si rivolge la nostra ricerca maturano e sostengono con la loro azione.
Sulla base di quanto riusciremo a raccogliere intendiamo realizzare un momento di riflessione e confronto su come uno dei grandi pensieri rivoluzionari dell’era moderna, cioè quello di Marx (che già a suo tempo si confrontava con grandi scienziati come Darwin e Malthus), ritrovi una sua attualità in una prospettiva ecosocialista e si confronti con l’ecofemminismo, l’ecopacifismo e la decrescita.

Note di Paolo Cacciari

  1. Bisognerebbe definire quali sono le soglie (spaziali/temporali e quali/quantitative) che separano: crisi / disastro / collasso / catastrofe / apocalisse… Io penso che siano la riduzione degli spazi vitali per le diverse specie vegetali e animali. In altri termini, la biodiversità (numero e numerosità delle specie viventi).
  2. Se è così la crisi ecologica (chiamiamola come vogliamo: catastrofe) sta certamente verificandosi in modo generalizzato, ma differenziato e graduale. Alcune specie e, al loro interno, alcune popolazioni, riescono a spostarsi (emigrare) [hanno trovato dei pesce palla in Laguna di Venezia!], altre si adattano alle nuove condizioni [ci sono riusciti gli eschimesi nell’era glaciale!], altre si estinguono definitivamente. Altre ancora, se le si lascia del tempo, mutano. Queste considerazioni sono importanti, perché come dice giustamente Greta Tumberg (correggendo non di poco Bergoglio): “siano tutti dentro la stessa tempesta, ma su imbarcazioni diverse”. Alcuni hanno l’aria condizionata e i desalinizzatori, altri no. Alcuni hanno l’auto elettrica, altri nemmeno la legna da ardere, alcuni potranno proteggersi con il MOSE, le isole Fiji no… e così via. Quindi l’”adattamento” affidato alla protezione artificiale geofisica (geoingegneria) può significare una crudele selezione di classe.

Quindi bisognerebbe capire (come? Con un questionario? Con interviste? Con una inchiesta vecchio stampo?) cosa i vari, diversi movimenti ecologisti, climatici, ambientalisti, decrescentisti… (tu li chiami “soggetti”) pensano della “catastrofe” in corso. Da ciò deriva anche la narrazione e il linguaggio che usano per descrivere (sui mass media) la situazione e le loro azioni. Ci sarà forse da fare una gradazione: dai catastrofisti (che dicono: solo una catastrofe potrà farci aprire gli occhi e portarci a combattere l’Armageddon), ai tecno-ottimisti, i realisti (coloro che credono nella miracolosa potenza della tecnoscienza e nella “crescita verde”). In mezzo una lunga possibilità di posizioni intermedie.

Infine Marx. Bene Saito, benissimo gli ecosocialisti, meglio ancora gli ecopacifisti e le ecofemministe… il tema dell’Antropocene (la sua datazione, non in termini stratigrafici, ma antropologici) mi pare un ottimo terreno di confronto storico-culturale. È evidente che la datazione acquista un significato politico enorme. Da dove partire? Dalla grande accelerazione? Dai combustibili fossili? Dalla rivoluzione industriale? Dal nascita del capitalismo mercantile? Dal pensiero greco-giudaico? Dalla rivoluzione agraria? Dal patriarcato?

Progetto ambiente – Ricerca semi strutturata

Temi e soggetti dell’ambientalismo

I temi

Il futuro del pianeta: quali visioni ci sono rispetto al futuro del nostro pianeta. Tra catastrofismo e adattamento.

Chi è responsabile della attuale situazione. Il capitalismo. La politica.

Lo sviluppo. L’economia. Il patriarcato.

Comportamenti individuali e collettivi, quali contano, quali si praticano. Educazione, conflitto, politica, convincimento, esempio.

Ambiente, mercato, giustizia sociale, scienza.

Quale energia. Nucleare. Risparmio. Energie alternative. Comunità energetiche.

Alimentazione e agricoltura. Autosufficienza, sicurezza, sovranità. Veganesimo.

Industria, produzione, consumi, rifiuti.

Trasporti, movimento e tempi di vita e di lavoro.

Lavori e ambiente.

Habitat umani e convivenza tra specie.

Acqua, beni comuni, biodiversità.

Scienza e controllo sociale. Artificializzazione e rinaturalizzazione. Economia circolare.

Demografia e migrazioni.

Clima.

Pace e Guerra.

Ecosocialismo, ecofemminismo, decrescita, ecocapitalismo.

Rapporti con istituzioni locali e globali.

Rapporti con politica, sinistra, destra.

Conoscenza storia ambientalismo. Rapporti con scienziati, esperti.

I soggetti

Movimenti, associazioni, comitati.

Partiti, liste, verdi, sinistre, destre.

Filoni culturali

Ecosocialismo, decrescita, ecofemminismo, ambientalismo profondo, greenwashing.

Nota. Nei giorni scorsi la commissione di scienziati preposta ha “bocciato” la proposta di definire l’attuale come una nuova era geologica e cioè l’antropocene. Su questo fatto torneremo. Intanto linkiamo un articolo uscito su Le Scienze che spiega come la discussione sia in realtà aperta e importante: https://www.lescienze.it/news/2024/03/08/news/epoca_geologica_antropocene-15323246/.

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1 Commento. Nuovo commento

  • Joseph Sinigalias
    03/04/2024 19:05

    Buonasera,
    Mi domandavo se si potesse includere la Grecia nel progetto avviato. Si potrebbe fare riferimento a delle collettività scientifiche locali nel terreno della sinistra radicale.
    In attesa di un riscontro.

    Joseph Sinigalias ( ing) membro della redazione del giornale EPOHI di Atene

    Rispondi

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