Capita, non sempre, di leggere libri non solo gradevoli ma capaci alla fine di lasciarti con l’idea di aver trovato uno strumento utile a capire il presente. Sì, il presente, anche se l’inizio del romanzo è ambientato in un futuro abbastanza vicino in cui si incontrano due persone che accomunano l’autrice. Alice, ormai anziana ex responsabile comunicazione di quello che un tempo fu il Partito del Popolo, accetta di farsi intervistare da una giovane giornalista a cui decide, forse d’istinto, di raccontare tutto o quasi della sua vita. Questo lo spunto da cui parte Alice. La democrazia è in pericolo in tutto il mondo (edizioni Il Paguro, 148 pagine) scritto dalla senatrice Paola Nugnes. Nel racconto la protagonista, ancora giovane, intenzionata a cambiare il mondo, disorientata e per certi versi distrutta dal fallimento della sinistra in Italia, incappa in un gruppo che sembra rappresentare all’inizio, le proprie aspirazioni. Democrazia diretta, rottura con i meccanismi di gerarchia, lavoro di gruppo continuo attraverso incontri che chiamano meet up, intenti che la fanno sentire meno sola. La dissoluzione delle speranze quasi rivoluzionarie l’hanno lasciata, come tante/i, sola e infelice, priva di visione del futuro e viene travolta dall’entusiasmo di questi giovani che sembrano incarnare una voglia di ricostruzione. In poco tempo viene notata e si ritrova a ricoprire ruoli apicali in questo “movimento”, le vengono affidati incarichi delicati, si ritrova a fare riunioni sempre più riservate, sempre più prodotto di un nuovo mondo diviso in compartimenti stagni. E mentre i “compagni” la considerano come una persona catturata da una setta quasi new age e man mano perdono con lei i contatti, il “movimento” diviene il suo nuovo mondo, la ripartenza tanto agognata. Ben presto Alice, che ha attraversato lo specchio, scopre che il paese in cui si ritrova è insidioso, pieno di trappole, legato a meccanismi gerarchici ancora più potenti e antichi di quelli che ha combattuto. Scopre che la voglia di instaurare una “vera democrazia” da fine si trasforma rapidamente in strumento per eliminare le dissidenze, gli ostacoli, i dubbi. È in un mondo in cui bisogna solo credere e obbedire, un mondo che la lusinga, cerca di corromperla ma che non è adatto a lei, un mondo nel quale diviene necessario saper dire di no.
Non si raccontano i finali di romanzi del genere ma pare giusto quantomeno fornire alcuni spunti di riflessione. L’utilizzo di un espediente narrativo come la giornalista che porta a parlare del passato è utile strumento per far comprendere anche ai non addetti ai lavori, che senso abbia avuto l’arrivo di quello che nella realtà è stato il M5S in Italia. Il vuoto che ai suoi esordi è andato a colmare, soprattutto fra coloro che erano rimasti ustionati dalla frantumazione delle istanze di sinistra e di movimento. Una costruzione in laboratorio di un nuovo ambito politico? Forse anche questo, nella progettualità dell’unico esponente di rilievo che si riconosce nella metafora elaborata dall’autrice. Ma una costruzione che si realizza passo dopo passo, che coinvolge in maniera attiva anche coloro che sembrano semplici comprimari in un ruolo di responsabilità, che si disvela pienamente – per chi ha una lettura di parte come la nostra – nel momento in cui si afferma il superamento delle categorie “novecentesche” di destra e sinistra, ma che affonda in malesseri molto più profondi e che tutt’ora non hanno trovato rappresentanza o sbocco sociale e politico. Nugnes racconta bene, in maniera semplice e incisiva ma non per questo superficiale, i meccanismi spersonalizzanti, i meccanismi comunitari di appartenenza e di affidabilità che si creano in un contesto in cui non deve, per sua natura, esistere cultura politica di riferimento. Racconta un’azienda che commercia in valori e principi ma che può farlo proprio in virtù del fatto che questi siano pressoché scomparsi dalla scena politica e divenuti unicamente rappresentazione mediatica nella pubblica opinione. Poteva forse scendere più in profondità ma avrebbe rischiato di divenire oscura e troppo complessa come narrazione, avrebbe forse perso in capacità divulgativa. Il romanzo, più della saggistica, offre spesso gli strumenti per disvelare mantenendo le utili ambiguità che separano il reale dall’inventato, consente di parlare senza remore e senza l’obbligo di fornire dimostrazione documentale di quanto si afferma. In quanto tale, se contiene, come in questo caso, elementi autobiografici, diviene catartico, ma non solo in termini individuali. Quando ci ritroveremo a dover raccontare e spiegare una stagione pressoché fallimentare e di perdita di ogni ruolo della politica, quando potremo, magari in una condizione modificata in cui abbiano ripreso vita spinte propulsive che hanno solide radici nel passato, Alice potrebbe divenire utile a far comprendere a chi non c’era, a far decriptare pochi ma intensi anni di disgregazione anche sociale e dell’immaginario di questo paese e non solo. Difficile che quella che è un’opera prima possa divenire pietra angolare della letteratura ma a leggerlo fa venire in mente l’adagio di un anziano editore molto scrupoloso nella scelta dei libri da pubblicare che era solito dire “bisogna sentire il dovere morale per scrivere un libro”. Beh in questo romanzo breve ma costellato di personaggi e di riferimenti al passato, al presente e, perché no al futuro, il dovere morale si avverte eccome. Sembra quasi che l’autrice/protagonista senta forte il bisogno di far capire a chi non c’era le modalità con cui si è realizzato un vero e proprio inganno collettivo. Un testo che andrebbe letto senza filtri e pregiudizi ma con la curiosità e lo spirito di chi esplora un mondo che non conosce e che forse ha avuto anche il timore di guardare. Diciamocelo con franchezza. L’esplosione immensa e probabilmente effimera del M5S, molte/i di noi non sono stati in grado di comprenderla e tutt’ora la analizzano con strumenti logori e poco adeguati a comprenderne la complessità e la pervasività. Per questo, vale quanto detto all’inizio, il primo consiglio estivo è quello di leggersi questo libro utile. Si apprende fra le pieghe del racconto della protagonista il meccanismo che ha portato lei e tante/i ad “attraversare lo specchio”, scoprendo ben presto come il decantato Paese delle meraviglie aveva in nuce tutti gli elementi per divenire un incubo.
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Ci sono cose che non si possono esprimere con le parole di un articolo, cioè secondo logica, perché riguardano l’intimo della persona umana. Perciò c’è il romanzo che racconta stati d’animo percepibili come tali dal lettore. In questo è stata bravissima Paola Nugnes che ha espresso in questo libro il travaglio suo e di molti altri nelle vicende del movimento 5 stelle. Un libro scritto in modo semplice e accattivante, pur nella sua brevità, che deve essere letto da tutti coloro che inseguono l’obiettivo di realizzare il bene comune.