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Stato di natura: dal neolitico all’intelligenza artificiale

di Roberto
Rosso

La Corte Suprema degli Stati Uniti con gli ultimi provvedimenti adottati1 -e quelli annunciati dai suoi rappresentanti più conservatori2, in particolare il giudice Clarence Thomas3- entra nel merito di questioni cruciali che hanno caratterizzato la trasformazione sociale quantomeno negli USA ed in Europa dagli anni ’70 ad oggi. L’agenda della corte intende in maniera del tutto evidente ridefinire non solo ciò che è legittimo o meno in base alla Costituzione degli Stati Uniti, ma nella sua interpretazione del testo intende affermare ciò che è naturale, ciò che nel diritto è trasposizione di uno stato di natura che va negato contro ogni sua perversione.

Aborto, detenzione delle armi, protezione della natura, diritti dei gay e contraccezione costituiscono altrettante linee di demarcazione che definiscono un visione della società; è in gioco non solo e non tanto la legittimità o la punibilità di alcuni comportamenti, ma i caratteri fondanti di ciò che possiamo definire la persona umana, in quanto si intende definire, circoscrivere un ambito nel quale essa si colloca ‘naturalmente’, al di fuori del quale i caratteri genericamente umani vengono stravolti.

Il merito dei sei giudici conservatori – una tale definizione forse è un semplice eufemismo per definirne la visione del mondo- è rendere evidente, se ancora ce ne fosse bisogno, come tante questioni che appaiono lontane, distaccate tra loro, collocate in ambiti ne nulla hanno a che fare tra di loro in realtà sono punti nodali della trasformazione sociale in corso dei suoi punti di crisi. Ci si potrebbe chiedere che relazione ci sia tra il Gay Pride e la tragedia del ghiacciaio della Marmolada, qualcuno potrebbe affermare che il secondo evento è una sorta di punizione divina per il primo evento; d’altra parte prima dei modelli matematici sui fenomeni complessi, per spiegare la complessità del mondo -quando ci si perde nel ricostruire la realtà del mondo con catene semplici che legano le cause ai loro effetti, dove il terremoto di Lisbona sembra smentire le sorti progressive annunciate dall’illuminismo- ci si affidava all’intervento divino per farsene una ragione.

Per parlare di un’altra mano miracolosa, c’è la pretesa di affidarsi alla ‘mano invisibile del mercato’ per garantire un equo e positivo sviluppo della società, laddove il mercato è visto, come manifestazione naturale delle attitudini alla relazione dell’essere umano, forma inevitabile delle società che via via si perfeziona, premio alla laboriosità dell’uomo (rigorosamente maschile).

Lo sviluppo tecnologico permette di conoscere, modellizzare e soprattutto manipolare i processi più intimi -potremmo dire- della riproduzione della vita, mentre a livello sociale la digitalizzazione delle relazioni, dello scambio simbolico, della rappresentazione del mondo, produce luoghi, tempi e modi del relazionarsi; ne deriva una diversa esperienza della vita, diverse concezioni della stessa. La manipolazione dei processi naturali interviene -ne abbiamo esperienza quotidiana- nel mantenimento della qualità della vita, nel suo prolungamento e nella sua riproduzione.

Che ogni società e cultura abbia una sua rappresentazione e definizione di cosa sia l’umanità, è una affermazione antropologicamente e storicamente fondata; la globalizzazione ed il trionfo della società mercantile prima e successivamente industriale ha prodotto una gerarchizzazione dei tipi umani, essenzialmente razzista, nel pieno trionfo del paradigma patriarcale, con il dominio del maschio bianco; del resto i processi di colonizzazione, alla base delle prime forme di globalizzazione si sono basate sulla schiavizzazione e lo sterminio delle popolazioni indigene dei territori conquistati. I personaggi di Robinson Crusoe e Tarzan, a distanza di circa due secoli tra loro, esprimono la fondamentale capacità dell’individuo, maschio, bianco di sopravvivere e trionfare, di dominare e piegare la natura ai propri voleri.

Lo sfruttamento della natura, intesa come ambiente esterno in cui la società umana si riproduce e lo sfruttamento interno, basato sulla definizione di diversi valori attribuiti alla persona umana, in base al sesso, l’età e la condizione sociale sono da sempre correlati nei vari modi di produzione e riproduzione sociale. L’uso del termine sfruttamento come carattere fondante di un modello di società, viene spontaneo per definire la nostra società -le società attualmente esistenti- e quelle che l’hanno preceduta e dice molto dello stato di cose presenti e quanto difficile sia oggi la realizzazione di un processo di rovesciamento di questo stato e di liberazione dai suoi condizionamenti più profondi.

La teoria dell’evoluzione di Darwin rappresentò a suo modo una tappa fondamentale, una cesura nello sviluppo della società capitalistica, nella sua auto-rappresentazione, un primo approccio alla complessità del mondo, ai processi producono la straordinaria biodiversità, come oggi la definiamo, che si è andata sviluppando dall’origine della vita su nostro pianeta, e che la nostra civiltà sta distruggendo e mettendo a rischio. Da allora si è approfondita enormemente la comprensione dei processi riproduttivi ed evolutivi delle singole specie e degli ecosistemi che esse costituiscono e da cui dipendono; dalla dimensione della cellula, dei meccanismi genetici ed epigenetici, sino a quello degli organismi più complessi, degli ecosistemi e del rapporto di questi ultimi con i processi climatici.

Oggi, non è inutile ripeterlo, la riproduzione della vita come l’abbiamo conosciuta è a rischio, il sistema del clima è ormai preda di una deriva che in tutta evidenza l’attuale assetto geopolitico globale non è in grado di governare in alcun modo. Ci risparmiamo le citazioni dei nostri precedenti articoli e della letteratura scientifica e dei report sullo stato del clima e della biodiversità. Questa incapacità è espressione dello stato complessivo della formazione sociale globale, nelle sue articolazioni regionali e nazionali – le cui vicende a geometria variabile seguiamo con tanta passione dai Brics, al G7, alla NATO, all’Unione Europea, al QUAD, all’AUKUS, … – nell’intreccio dei vari livelli e aspetti di ogni formazione sociale, che vanno dalle forme di governo e di economia in senso stretto, alle espressioni culturali e antropologiche che le caratterizzano.

Torniamo allora alla Corte Suprema degli Stati Uniti alla stretta, alla sintesi che sta operando sul sistema di norme che regolano la società su cui vigila, restringendo il recinto, anzi creando un recinto di legittimità su processi che stavano abbattendo da decenni recinti che si erano costruiti nei decenni e nei secoli precedenti. Una avvertenza, che è poi una citazione, è necessaria: l’insieme delle tecnologie digitali, il dispositivo digitale globale, come lo abbiamo definito, costituisce il fattore abilitante per ogni processo di innovazione tecnologica, il sistema nervoso di ogni formazione sociale, struttura di governo e di estrazione di valore da ogni forma di relazione sociale, l’ambiente nel quale si svolgono le battaglie culturali e politiche, ma anche terreno di conflitto, terremo di espressione e contenuto dei conflitti sociali e culturali.

La dimensione, l’infrastruttura, l’espressione digitale dei fenomeni sociali e dei conflitti esaspera il bisogno di controllo, produce una sorta di appetito inestinguibile di controllo a fronte della disponibilità crescente di dispositivi di sorveglianza e di controllo, ma anche di conflitti crescenti nei loro confronti e del propagarsi e del differenziarsi di culture, comportamenti e forme di relazione sociali e interpersonali.

Il richiamo alla naturalità come fondamento della legittimità dei comportamenti e delle norme da parte dei giudici e della Corte Suprema USA, non va certo nella direzione di difendere i diritti delle popolazioni dell’Amazzonia che difendono con la propria esistenza, l’esistenza dell’intero ecosistema delle foreste tropicali e fluviali. La pretesa è quella riaffermare il dominio di una minoranza sui comportamenti, sulla riproduzione in tutti i suoi aspetti, del resto dell’umanità; benché gli strumenti di controllo sui comportamenti sociali, si facciano sempre più raffinati e penetranti, si riafferma la necessità di un dominio assoluto ed incontrollato. Questo tentativo non certo solitario e limitato ai soli Stati Uniti, c’è una sconcertante somiglianza con l’ideologia putiniana con le sue accuse alla depravazione del modo di vita occidentale.

L’affermazione di un processo di liberazione, che noi definiamo in sintesi come rosso-verde, si colloca in un contesto di sostanziale instabilità dei meccanismi riproduttivi delle società mediati dall’ecosistema tecnologico che per così dire- si intromette in maniera pervasiva e radicale entro tutti i micro e macro processi naturali e sociali. I giudici della corte suprema vorrebbero riprendere a modo loro il controllo sull’etologia della ‘scimmia nuda’ come Desmond Morris la definì nel 1967. Questo processo di liberazione si può fondare solo sulla pluralità e la parità di movimenti e culture che questa liberazione nei decenni hanno tentato di costruire, dal Gay Pride, ai Fridays For Future, dallo sciopero generale all’insurrezione, dal consumo critico al libero accesso alla conoscenza.

La pandemia da Sars-Cov-2 è stata un terribile banco di prova delle condizioni cui ci troviamo tra apparato digitale-tecnologico essenziale ormai alla riproduzione delle nostre società, delle nostre vite individuali e processi autoritari di governo delle società, a fronte di una rottura catastrofica degli ecosistemi. E dell’equilibrio climatico Lo sviluppo dei vaccini che sono stati e restano essenziali per l’affrontamento della pandemia si è realizzato entro questo contesto, riaffermando da un lato la struttura di potere che governa le nostre società, mentre si producevano strumenti per combattere la pandemia. In questo quadro complesso i movimenti contro i vaccini sono stati l’espressione della difficoltà di orientarsi in questo contesto operando quello che si dice con una metafora, buttare il bambino con l’acqua sporca. Un articolo che pubblichiamo su questo numero del giornale ripete questo errore di base con abbondanza di citazioni dotte, ma con carenze evidenti nei dati a supporto, a dimostrazione del fatto che la possibilità di orientarsi è sempre più difficile: il confronto è aperto.

Un’ultima avvertenza è necessaria, i riferimenti storici dell’ideologia dei giudici della Corte Suprema sono molteplici; il rapporto con la natura della ‘razza superiore’ era un contenuto centrale dell’ideologia nazista; la pratica e l’ideologia dell’eugenetica del perfezionamento della razza non fi certo una esclusiva della Germania nazista, nella ‘civile’ Svezia furono effettuate tra il 1906 ed il 1975 furono effettuate sterilizzazioni senza un valido consenso del soggetto. Tra il 1972 ed il 2012 la sterilizzazione è stata anche una condizione per il cambio sesso4. Quando non si praticava direttamente lo sterminio, obiettivo del processo di colonizzazione è stato lo sradicamento delle culture indigene come in Australia o in Canada.

In generale ogni ideologia razzista privilegia una sua visione del mondo, del contesto dell’ambiente in cui la razza superiore si riproduce e afferma il proprio dominio. Il riferimento alla natura è parte sostanziale delle ideologie di destra, quindi ci dobbiamo e in futuro dovremo fare i conti. Le sfaccettature autoritarie e libertarie di queste ideologie si intrecciano; se sin da oggi ben altra è la dimensione dei movimenti di liberazione che oggi si confrontano con le diverse forme di dominio, tuttavia complesso è il processo di dialogo e riconoscimento reciproco delle diverse culture che li compongono, a questo ci dovremo applicare.

Roberto Rosso

  1. https://www.bbc.com/news/world-us-canada-62000677 []
  2. https://www.cnbc.com/2022/06/24/roe-v-wade-supreme-court-justice-thomas-says-gay-rights-rulings-open-to-be-tossed.html []
  3. https://apnews.com/article/abortion-us-supreme-court-gun-politics-gay-rights-marriage-b9062feb4f80c49de088c36b0f17aa7c []
  4. vedi i riferimenti nell’articolo di Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sterilizzazione_obbligatoria_in_Svezia []
Corte Suprema USA, Gay Pride, rapporto uomo natura, razzismo
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