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Ripartire da Riace per affrontare l’emergenza vera, che è l’accoglienza!

di Pietro
Soldini

Introduzione al convegno “Europa a Sinistra”, tenuto a Riace il 13 ottobre 2024 –
Mentre il G7 dei ministri dell’Interno si riunisce in Irpinia terra di origine e di sottogoverno del Ministro Piantedosi, per discutere di difesa dei confini e lotta al traffico di esseri umani.
L’esperienza di Riace è unica e non può essere un modello organizzativo per tutto il paese, ma può esserlo come ispirazione ed approccio. Cioè l’accoglienza come strumento essenziale per l’integrazione e la crescita economica e culturale. L’accoglienza come investimento sociale, non solo come valore umanitario, ma come valore economico produttivo.
L’Europa spende 1 per l’accoglienza e 10 per la repressione.
Se avessimo speso per l’accoglienza e l’integrazione gli oltre 10 miliardi di euro che abbiamo dato alla Libia ed alla Turchia, alla Tunisia ed ultimamente pure all’Albania, negli ultimi 5 anni, per bloccare, rinchiudere, torturare, schiavizzare gli immigrati e farli morire nel deserto o in mare, oggi non solo avremmo salvato migliaia di vite umane, ma saremmo un Europa economicamente e politicamente più forte.
Una spesa sbagliata ed improduttiva, salvo che per la propaganda politica delle destre che puntano ai voti razzisti e xenofobi ed a strumentalizzare le paure e le insicurezze della gente.
Un sistema di accoglienza è fondamentale ed imprescindibile per governare le migrazioni, se fosse diffuso su tutto il territorio ben organizzato ed attrezzato con tutti i servizi che servono ( sostegni psicologici, linguistici, formativi e di mediazione culturale), non solo logistici, potrebbe essere un Asset di eccellenza del paese e potrebbe valere quasi l’ 1% di PIL.
Le politiche Italiane ed anche europee sull’immigrazione sono fallimentari, oltre che inaccettabili dal punto di vista umanitario, perché partono da un presupposto sbagliato ed anche illegale, che l’ immigrazione sia un reato, per i più buoni un reato amministrativo, per i più cattivi un reato penale. Marchiano il migrante irregolare come clandestino e criminale, ma la irregolarità è causata dalle restrizioni dei singoli paesi alla mobilità transfrontaliera. Ciò è in netto contrasto con le norme internazionali che sanciscono il diritto all’immigrazione sia per i rifugiati (convenzione di Ginevra) sia per i migranti economici (convenzione di Urban).
Lo spirito di queste norme internazionali prevede che le irregolarità siano sanate, magari con accordi bilaterali non criminalizzate.
La nostra responsabilità è garantire il diritto di asilo e ripartire i rifugiati proporzionalmente, in Italia ed in Europa.
Per quanto riguarda gli immigrati economici, non si può tollerare oltre la manipolazione della realtà. Il governo che vuole la chiusura delle frontiere ed i blocchi navali, ha deciso un decreto flussi triennale (23-25) di 452.000 ingressi, che è peraltro non più del 70% del fabbisogno stimato da tutti gli Osservatori sul mercato del lavoro, Istituti di ricerca e Associazioni imprenditoriali.
Il sistema di accoglienza vale anche per gli immigrati economici, soprattutto degli stagionali, ed è previsto negli stessi CCNL, e dovrebbe essere un carico economico delle Imprese. Infine la Cittadinanza, dopo l’ubriacatura agostana.
La riforma della legge sulla cittadinanza in Italia è un’emergenza. Avere oltre un milione di minori senza cittadinanza e quindi discriminati nella scuola, nel lavoro e nella società è un grande problema sociale. Avere oltre 3 milioni di immigrati che possiedono la carta di soggiorno e non sono ancora cittadini e quindi discriminati nei diritti civili fondamentali ( per esempio il voto) è un grave vulnus per la nostra democrazia. Avere 5 milioni e più d’immigrati regolari, ai quali aggiungere altri 500 Mila irregolari, in altre cifre, circa il 10% della popolazione Nazionale che sono stranieri e quindi con uno status giuridico differenziato, quindi discriminati e rappresentati come capro espiatorio di tutti mali del paese, è pericoloso per loro, ma anche per la sicurezza di tutto il paese.
Gli argomenti di chi si oppone sono ridicoli.
È stato detto che non serve lo ius soli, ne le versioni più moderate e graduali dello ius culture o ius scole, perché noi diamo più cittadinanze degli altri paesi europei, in particolare si è fatto il paragone con la Francia e la Germania, in realtà questo dato prova esattamente il contrario, cioè che in Italia sono di più perché sono molti di più coloro che ne fanno richiesta, mentre in Francia e Germania sono meno, perché hanno acquisito gia la cittadinanza con maggiore facilità, perché c’è lo ius soli e perché la cittadinanza viene concessa dopo 5 anni di residenza, mentre in Italia c’è ne vogliono 10+4. Il ministro dell’Interno ha fornito i dati anche più disaggregati, dai quali si evince che noi abbiamo dato nel 2023 oltre 200 Mila cittadinanze, contro le 180 Mila della Germania, poi per essere ancora più convincente, il ministro ha detto che oltre il 26% di queste cittadinanze hanno riguardato i minori da 0 a 14 anni, senza riflettere che anche questo dato disaggregato prova il contrario di quello che sostiene il ministro. Chi sono questi minori, circa 50 Mila, un quarto del totale? Sono i figli d’immigrati che dopo 14 anni di residenza in Italia, hanno ricevuto la cittadinanza e quindi la trasmettono ai figli minori. Questo dato non è contemplato ne in Francia ne in Germania, dove in virtù dello ius soli, questi minori ricevono la cittadinanza automaticamente, a prescindere dalla cittadinanza dei genitori. Infatti la percentuale di stranieri sul totale della popolazione, in Francia ed in Germania è quasi più bassa che in Italia, ma se si guarda alla percentuale di cittadini di origine straniera che hanno acquisito la cittadinanza in Germania, siamo al 20%, in Francia ancora di più, il 23%, cioè un quinto dei cittadini tedeschi, sono di origine straniera ed un quarto dei cittadini francesi sono di origine straniera. Quindi non solo occorre lo ius soli, ma serve rivedere anche la norma sulla naturalizzazione degli adulti che in Italia prevede 10+4 anni di residenza stabile mentre la media europea è di 6,8 ( se la media è quella ci sono paesi che prevedono solo 3 anni e comunque i paesi più grandi, Germania e Francia sono a 5 anni). Quindi si che parlate????
Il fatto è che per le destre al governo il problema è l’approccio discriminante, che in misura minore permane anche nella versione dello ius scole, perché, che i bambini nati qui facciano, le scuole dell’obbligo, lo dice la parola stessa, è un obbligo, quindi perché non riconoscergli automaticamente la cittadinanza? e riconoscergliela solo dopo? Perché durante la scuola devono continuare ad essere discriminati e differenziati rispetto agli altri e questo è un marchio razziale e razzista.
Vannacci, con il sorrisetto fascista (pare che l’appellativo non lo offenda) dice che la cittadinanza deve essere data a chi la merita ed è disposto a morire per la Patria, ma non e così, ancora una volta Vannacci esplicita il suo pensiero Fascista, e la sua totale ignoranza della nostra Costituzione e della Carta dei diritti Umani delle Nazioni Unite (art. 15 prevede esplicitamente in due punti, il diritto alla cittadinanza ed il diritto a cambiarla), dove la cittadinanza non è un premio per chi lo merita, ma è un diritto fondamentale di ogni essere umano.
Pietro Soldini

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