di Paola Boffo –
Proponiamo, riprendendolo da ilsole24ore.com un articolo di Francesco Saraceno.
E’ molto interessante e ricco di documenti anche un articolo di Gianfranco Viesti pubblicato su eticaeconomia.it che Saraceno cita nel testo: “Gli investimenti pubblici nella sanità italiana 2000-2017: una forte riduzione con crescenti disparità territoriali”
L’articolo di Francesco Saraceno riguarda il processo di revisione della governance europea sul coordinamento delle economie di cui avevamo parlato e pubblicando questi documenti su transform-italia.it.
“La Commissione europea ha avviato un riesame della governance economica, sottoponendo una serie di quesiti a Parlamento europeo, Consiglio, Banca centrale europea, Comitato economico e sociale europeo, Comitato delle regioni, governi e parlamenti nazionali, banche centrali nazionali, istituzioni di bilancio indipendenti, comitati nazionali per la produttività, parti sociali, organizzazioni della società civile e istituzioni accademiche, al fine di raccogliere le osservazioni da loro espresse entro il primo semestre del 2020. Il riesame intende valutare principalmente fino a che punto i diversi elementi relativi alla sorveglianza siano stati efficaci nel conseguire i loro obiettivi fondamentali, vale a dire: i) garantire finanze pubbliche sostenibili e una crescita sostenibile, ed evitare gli squilibri macroeconomici, ii) creare un quadro di sorveglianza integrato che consenta un più stretto coordinamento delle politiche economiche, in particolare nella zona euro, e iii) promuovere la convergenza dei risultati economici tra gli Stati membri.
Nel riesame la Commissione rileva che le politiche di bilancio degli Stati membri sono ancora prevalentemente procicliche. “Questa tendenza era già osservabile a metà degli anni 2000, durante una congiuntura economica particolarmente positiva, ed è perdurata durante la crisi, quando il risanamento ha dovuto fare i conti con l’aumento della pressione di mercato in un periodo di crescita molto contenuta o addirittura di contrazione dell’attività economica. Per quanto il quadro di bilancio riformato abbia consentito il funzionamento degli stabilizzatori automatici, il loro effetto è stato controbilanciato da misure di risanamento discrezionali necessarie per correggere le situazioni non sostenibili in un contesto di maggiore pressione di mercato. Malgrado l’intento di riportare le finanze pubbliche sulla via della sostenibilità e riguadagnare la fiducia del mercato, ciò ha contribuito ai risultati economici e occupazionali deludenti di quel periodo. Il risanamento di bilancio ha subito una battuta d’arresto a partire dal 2014, quando il divario tra prodotto effettivo e potenziale nella zona euro era ancora negativo. Sebbene tale divario sia positivo dal 2017, l’orientamento aggregato della politica di bilancio della zona euro è rimasto sostanzialmente neutro. Per di più, la sua distribuzione tra gli Stati membri non è stata adeguata alla luce delle esigenze specifiche di sostenibilità e stabilizzazione. Nonostante il rafforzamento del braccio preventivo molti Stati membri non hanno quindi approfittato della congiuntura economica più favorevole per predisporre riserve anticicliche.”
“Sono quindi state introdotte nel quadro di bilancio disposizioni tese a proteggere il livello degli investimenti pubblici nei periodi di recessione e a incentivare l’attuazione di riforme strutturali che concorrano alla sostenibilità delle finanze pubbliche, anche aumentando la crescita potenziale. Nel complesso, però, l’attuale quadro di bilancio non ha potuto impedire la diminuzione del livello degli investimenti pubblici nei periodi di risanamento di bilancio né ha reso le finanze pubbliche più favorevoli alla crescita, principalmente a causa di precise scelte politiche negli Stati membri. Non vi sono infatti elementi concreti che facciano supporre che le regole di bilancio siano state di ostacolo agli investimenti.”