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Per la pace, la giustizia sociale e climatica!

da Anna Camposampiero, di ritorno da Atene –

Questo il titolo, ambizioso, del 6° Forum Europeo delle forze di Sinistra, Verdi e Progressiste.

Il sesto forum di questa iniziativa europea organizzata dal Partito della Sinistra Europea insieme a gruppi europarlamentari di sinistra e progressisti, con il grande contributo di Transform!Europe, si è tenuto ad Atene, dal 21 al 23 ottobre 2022 (https://europeanforum.eu/).
Il primo in presenza dopo l’emergenza Covid, pur mantenendo la diretta e la partecipazione di alcuni ospiti on line, l’unica eredità costruttiva della pandemia, insieme alla nostra consapevolezza che nessuno si salva da solo.
350 le persone presenti (più tutte quelle che si sono collegate), appartenenti a 125 organizzazioni, provenienti da 35 differenti paesi. Questi i “numeri” del Forum, certamente positivi, anche se forse una maggior partecipazione, considerati i tempi e i temi, sarebbe stata sicuramente più costruttiva rispetto ai compiti che ci si è dati e che ci aspettano.
La parola attorno a cui si sono animati i tre giorni di Forum è stata “sicurezza”. Già dall’uso della parola si capisce come il dibattito sia stato articolato e interessante, considerato che, almeno per noi in Italia, il concetto di “sicurezza” viene sempre associato a restrizioni, repressione e destra.

Il tentativo di affrontare il concetto di sicurezza con una visione di sinistra e progressista, cosa necessaria, ha portato all’aggettivazione di volte in volta nei vari dibattiti. “Sicurezza umana”, forse con una visione un po’ antropocentrica, unico limite, è stato il tentativo di approcciare il tema del cambiamento climatico e della necessaria transizione energetica, così come la ripresa di “sicurezza sociale”, concetto invece ben radicato nella sinistra, è stato al centro del ragionamento attorno ai servizi pubblici e del diritto alla salute, considerando la situazione di endemia, e tutto ciò che ha comportato la pandemia, spesso chiamata in causa come elemento di azione comune a livello europeo, anche per quanto riguarda il tentativo di maggior democratizzazione dei processi europei con le campagne europee, come quella sul diritto alla cura per togliere i brevetti ai vaccini.

Ovviamente una buona presenza della dirigenza di Syriza, partito ospite, a partire dall’apertura con la presenza di Rania Svigkou, del Segretariato Generale, fino ad Alexis Tsipras, presidente del partito, nell’atto politico centrale del Forum moderato da Pierre Laurent del PCF francese, a cui hanno partecipato anche Yolanda Diaz, Ministro del Lavoro e politiche Sociali ed Economiche in Spagna, con un messaggio video, Heinz Bierbaum, presidente uscente del Partito della Sinistra Europea; Aurélie Trouvé, Presidente del gruppo parlamentare francese Nupes, via zoom, Udo Bullmann, europarlamentare SPD, Anna Pic, Responsabile Europa del Partito Socialista francese, Manon Aubry, co-presidente del gruppo The Left nel Parlamento Europeo, Stefano Stenaou del partito Akel di Cipro, Mary Loo McDonald, Presidente del Sinn Féin, in video, Martina Anderson, rappresentante del Sinn Féin in Europa. Quest’ultima ha scaldato la platea con un appassionato intervento sulla possibilitá, finalmente, di avere un’Irlanda riunita e democratica. Tutti gli interventi hanno “fotografo” un’Europa in grande difficoltá,  davanti a grandi sfide, e con le elezioni europee non cosí distanti.
L’avanzata delle destre, con la triste avanguardia italiana del loro arrivo al governo del paese, i sovranismi, i nazionalismi, la crisi energetica e la crisi economica e sociale, legata ai disastri del galoppante cambiamento climatico e su tutto la guerra: mai l’Europa postbellica si è trovata in un contesto tanto difficile, che pretende una risposta collettiva, progressista e anticapitalista.

Da rimarcare anche una buona presenza extraeuropea, in presenza e in collegamento, con una visione internazionalista che ha attraversato tutto il Forum: dal Senegal, alla Colombia, al Brasile, Cile, a rappresentanti curdi e dell’Hdp. Anche la presenza di movimenti sociali, sindacati e societá civile è stata interessante: da sempre l’ambizione di questo Forum è far riprendere il dialogo tra partiti e societá civile, che pare interrotto da troppo tempo, e che invece risulta oggi piú che mai urgente e necessario, anche nella prospettiva di far rinascere un movimento pacifista europeo di rilievo e che possa davvero incidere. Presente per l’Italia Raffaella Bolini, dell’Arci Nazionale, che ha giustamente rilanciato il prossimo Forum di Firenze, in occasione dei 20 anni dal Forum Europeo di Firenze del 2002, e la manifestazione nazionale per la pace del prossimo 5 novembre, che si spera partecipata. La prima nazionale dall’inizio della guerra.
Da rimarcare che il lavoro per trovare consenso sulla dichiarazione finale, considerando che è un forum trasversale, patrocinato dalla Sinistra Europea e dai gruppi di sinistra, verdi e progressisti dentro il Parlamento Europeo, non è stato facile. Grande assente il termine “NATO”, anche in molti dibattiti e – appunto – nella dichiarazione finale, pur avendo esplicitato in modo chiaro e inequivocabile la richiesta di un immediato “cessate il fuoco” e di una conferenza internazionale di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite. Con riferimento alla guerra, alla parola “sicurezza” si è aggiunto “collettiva e disarmo”, per rendere piú chiaro che la nostra sicurezza deve essere scollegata dall’aumento delle spese militari e dalla militarizzazione dei nostri territori.
Ha comunque prevalso la volontà di continuare un cammino comune, e con qualche piccolo passo indietro da parte di tutte le realtà coinvolte, si è giunti a una dichiarazione finale che rispecchia i tempi in cui viviamo.
Il Forum è stato attraversato dall’assemblea del Network giovanile della Sinistra Europea, che ha posto le basi per il futuro lavoro, confermato come coordinatore Vincenzo Colaprice, dei Giovani Comunisti/e italiani/e, a cui si è aggiunta Bex Tapanainen, presidente della Gioventú comunista di Finlandia.
Anche l’assemblea delle donne si è riunita, manifestando prima di tutto la propria solidarietá alla giovane diciannovenne greca violentata alla vigilia del Forum in una stazione di polizia, ad opera di due agenti. Una solidarietà che si è estesa a tutte le donne vittime di violenza, di guerra. La volontà di attraversare il movimento pacifista con una visione femminista e la preoccupazione per l’onda nera e conservatrice che offusca l’Europa sono state al centro del dibattito e lo saranno per le prossime mobilitazioni, verso l’8M e non solo.
Il Forum si è concluso con la plenaria di presentazione della dichiarazione finale (qui la versione inglese: https://europeanforum.eu/wp-content/uploads/2022/10/EN-Final-declaration.pdf), accolta per acclamazione, con solo la sottolineatura dei Verdi della Catalugna che non si sono risconociuti nella parte relativa alla guerra, ma che non hanno posto veti, in una logica di prospettiva di lavoro comune, al di là delle differenze.

Senza speranza non c’è futuro: il nostro compito è alimentare la speranza, e agire per il cambiamento.

Qui tutto il programma completo del Forum e a breve le registrazioni degli eventi:

https://europeanforum.eu/athens-2022/programme-2022/

Anna Camposampiero

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