Ancora una volta a Milano la questione immobiliare è al centro del dibattito pubblico, la questione che mobilita la politica e ingenti flussi finanziari è la realizzazione del nuovo stadio di calcio con l’abbattimento dello stadio di San Siro.
Le indagini giudiziarie hanno messo sotto gli occhi di tutti la realtà dello sviluppo immobiliare della città, la trasformazione urbanistica, la trasformazione sociale della città e del suo hinterland con i flussi in entrata e in uscita determinati dal gradiente dei valori immobiliari, del costo degli affitti. Al di là di quanto le strette relazioni tra amministratori e immobiliaristi abbiano configurato il reato di corruzione, che il tribunale del riesame non ha ritenuto sussistere, è risultato del tutto evidente il nesso tra le politiche, gli indirizzi dell’amministrazione e gli interessi le strategie degli immobiliaristi, Manfredi Catella in primo luogo.
A fronte degli interventi della procura, che aveva bloccato 150 cantieri era arrivato in parlamento il provvedimento detto ‘Salva Milano’, una interpretazione della legge urbanistica destinato a disincagliare gli interventi immobiliari, interdire l’intervento della magistratura: approvato dalla camera e bloccato in senato, definitivamente affondato dalle inchieste1.
Una sintesi della traiettoria dello sviluppo urbanistico della città di Milano e della sua area metropolitana, delle analisi e degli interventi critici sul cosiddetto ‘Modello Milano’ lo ritroviamo nel nostro articolo ‘Crisi del modello Milano, crisi del modo di produzione dominante’2, aggiungiamo l’e-book pubblicato dal collettivo di Effimera che sintetizza gli articoli pubblicati sul sito con una introduzione di Andrea Fumagalli e Cristina Morini ‘Milano, una città da cambiare – Tra finanza ed espulsione. Critica a una modello di valorizzazione urbana’3.
Prima di arrivare al decisione di dismettere lo stadio di San Siro, le vicende milanesi hanno visto lo sgombero del centro sociale Leoncavallo che ha prodotto in risposta una straordinaria mobilitazione con oltre 50.000 persone in piazza4. Lo sgombero del Leoncavallo, pendente ormai da anni ha rimesso all’ordine del giorno la possibilità che si possa esprimere nella città e nel territorio metropolitano di Milano il protagonismo di una nuova soggettività sociale, critica e antagonista nei confronti dell’attuale gestione della città, siamo lontani dalla stagione del protagonismo dei centri sociali, molta acqua è passata sotto i ponti, trasformazioni radicali sono intervenute nella composizione sociale della città; si sono incontrate diverse generazioni demografiche e politiche, un protagonismo che anche a Milano si è manifestato nella giornata del 22 settembre con la manifestazione per Gaza.
Come abbiamo evidenziato nel nostro articolo sulla crisi del modello Milano, la centralità della questione immobiliare, la riorganizzazione dello spazio urbano e della rete dei servizi che o struttura, si coniuga con i ruolo dei gradi eventi che scandiscono la vita della città, ruolo che ha avuto un impulso straordinario con l’EXPO 2015 e passa per una successione di saloni e settimane dedicate come l’Extra Salone del Mobile, le Fashion week, etc.. Si afferma in buona sostanza un modello neoliberista della città.
Del flusso di capitali verso Milano ci parla Enzo Scandurra5.
“Più di qualsiasi altra città europea. In questo modo essa è diventata la capitale indiscussa del liberismo internazionale attraverso architetture realizzate in vetro o, come il famoso Bosco verticale, che confliggono con il cambiamento climatico in corso. Se in passato si emigrava dal sud verso Milano per le occasioni di lavoro, oggi gli abitanti non riescono più a sopportare i costi della vita quotidiana, re-migrando verso territori esterni. I costi dell’abitazione sono cresciuti più del doppio della media nazionale, stessa cosa per gli affitti e i mutui per l’acquisto delle case. Il “modello Milano”, in una parola è sostenibile solo per i ricchi che qui continuano ad acquistare case, magari nell’affascinante (si fa per dire) centro di City Life, un vero non-luogo, dove il crollo parziale della gigantesca insegna “Generali” posta su uno dei tre grattacieli (il Dritto, Lo Storto e il Curvo) ha simboleggiato per molti l’inizio di una catastrofe, come nei libri di Ballard. Ma non solo per questo il “modello” è insostenibile. In un recente articolo pubblicato su questa stessa rivista (La fisica, l’economia e i comportamenti umani, Volere la luna del 18 luglio), Angelo Tartaglia (professore emerito di Fisica) ci ricorda che «le leggi fisiche ci dicono che in un sistema produttivo con produzione in crescita (di beni o di servizi che inglobano risorse materiali ed energetiche) il volume di risorse primarie (materia ed energia) necessario per mantenere la produzione cresce più in fretta di quest’ultima» col risultato che «il costo del controllo e della gestione del sistema cresce più rapidamente del sistema stesso e dei vantaggi che se ne ricavano».”
Il quadro che emerge è quello di una città ben lontana dal mito di una Milano all’avanguardia nello sviluppo capitalistico, sulla frontiera delle nuove tecnologie digitali, polo trainante della trasformazione complessiva del paese, viceversa è il centro di una speculazione finanziario-immobiliare che ben si concilia con un contesto nazionale fatto di stagnazione economica, produttiva e financo demografica6, con un protagonismo nel mercato del lavoro delle fasce di popolazione attiva più anziana e funga verso l’estero dei quelle più giovani7.
L’Italia si avvia verso una crisi demografica senza precedenti che rischia di compromettere crescita economica, sostenibilità del welfare e tenuta del mercato del lavoro. Secondo l’Employment Outlook 2025 presentato dall’Ocse al CNEL8, entro il 2060 il nostro Paese perderà 12 milioni di persone in età lavorativa, con una flessione del 34%: una caduta quattro volte più grave rispetto alla media dei 38 Paesi Ocse, ferma all’8%. Le conseguenze si annunciano pesanti: se la produttività del lavoro dovesse mantenersi sui livelli medi del periodo 2006-2019 (0,31%), il PIL pro capite italiano calerebbe dello 0,5% ogni anno, con una contrazione complessiva del 22% entro la metà del secolo. Le peculiari caratteristiche delle trasformazioni urbanistiche, economiche e sociali della città di Milano vanno viste infatti entro il contesto complessivo del modello di sviluppo -se così si può definire- delle trasformazioni complessive in corso nella formazione sociale del nostro paese, vale dire ciò che accade nelle principali aree metropolitane assieme a ciò che accade nel resto del territorio vale dire all’incirca i quattro quindi della popolazione del paese ovvero il paese di mezzo e le aree marginali.
Lo scontro nell’aula consigliare di Palazzo Marino sulla sorte dello stadio di San Siro ha prodotto uno sconquasso politico che ha diviso maggioranza e opposizione9, il provvedimento è passato con l’astensione decisiva di forza Italia e l’opposizione o l’astensione di diversi esponenti della maggioranza. La questione politica tuttavia affonda le sue radici nel contesto reale delle trasformazioni urbane, delle decisioni prese negli ultimi anni, dell’esito finale della parabola iniziata con la giunta Pisapia, passando per Expo 2015. Il quadro della politica che se ne ricava è indubbiamente desolante, ben impersonata dal sindaco Sala da commissario per l’Expo a sindaco della città che, ricordiamo, minacciò le dimissioni se non fosse stato approvato il ‘Salva Milano’ con gli esiti che ben conosciamo.
La vicenda milanese suggerisce di fare un ragionamento sui caratteri della politica, del sistema politico, delle forze politiche nel nostro paese che vada oltre ovviamente il dibattito sulle alleanze ad esempio riferite all’esito delle elezioni regionali delle Marche, nel contesto di una serie di scadenze elettorali regionali da qui a novembre. Se nel dibattito politico dopo la dura sconfitta del candidato di centro-sinistra si ragiona sulla opportunità delle alleanze, la realtà è quella della del territorio, della sua composizione sociale, di una Italia di mezzo, fatta di piccoli centri, di una economia organizzata per distretti più o meno vitale o in crisi, di conseguenze del terremoto non ancora risolte, di una condizione delle popolazione che produce attenzione alla risoluzione immediata delle proprie problematiche di vita e di sopravvivenza, senza alcuna rilevanza delle grandi crisi e transizione in corso come quella tecnologico-digitale e quella energetico-climatico, ovvero le questioni sono oggettivamente presenti nell’evoluzioni delle filiere economico-produttive o nell’evoluzione locale del clima, nei fenomeni metereologici estremi, ma non v’è traccia concreta di una strategia locale e nazionale che evidenzi i rischi, le opportunità, gli interventi necessari ad affrontare l’incombere di quelle crisi e trasformazioni, che renda i cittadini, le comunità le popolazioni consapevoli del contesto in cui si trovano a vivere a difendere il proprio presente e possibilmente a progettare il proprio futuro. Nulla di tutto ciò accade, la partecipazione elettorale scende al 50%. Le scadenze elettorali delle prossime settimane, possono essere una occasione per illuminare la realtà della politica, la realtà del paese in cui si svolgono. Se per gaza abbiamo visto e continuiamo a vedere e vivere una straordinaria mobilitazione, come è stato rilevato10 una analoga mobilitazione, non si esprime, non si esprime una rivolta nei confronti della condizione in cui si trova il nostro paese, in cui vive la maggioranza dei suoi abitanti.
L’impressione è quella di una sorta di sabbie mobili che ci imprigionano tutti, nelle quali ognuno cerca di rimanere a galla, di sopravvivere senza la possibilità di condividere uno sforzo verso un futuro diverso, di liberarsi da questa condizione che ci imprigiona e ci opprime. Una tensione una energia imprigionata che si libera, nella rivolta contro le immagini di morte che ci vengono da Gaza, dalla Palestina, che ci mobilita attorno alle sorti della Global Sumud Flovilla.
Nel periodo in cui si liberano tensioni, energie, si esprime solidarietà e condivisione attorno a Gaza, mentre saremo costretti a rivisitare la miseria, le contraddizioni, l’inadeguatezza complessiva della politica che toccheremo con mano nelle tornate elettorali, forse queste settimane possono essere l’occasione per riattraversare il nostro paese, quello delle aree metropolitane, del paese di mezzo e delle aree marginali, per portare l’energia delle piazze contro il genocidio di Gaza, la guerra ed il riarmo nel cuore della condizione sociale di vita di tutti noi, in tutti i territori per ridare un senso alla politica, alle sue forme organizzative ormai esangui.
Roberto Rosso
- https://ilmanifesto.it/stop-al-salva-milano-linchiesta-affonda-sala-2 [↩]
- https://transform-italia.it/crisi-del-modello-milano-crisi-del-modo-di-produzione-dominante/ [↩]
- https://effimera.org/ebook-milano-una-citta-da-cambiare/ [↩]
- vedi il nostro articolo L’imperdibile occasione della rivolta di Milano https://transform-italia.it/limperdibile-occasione-della-rivolta-di-milano/ [↩]
- https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2025/07/22/la-milano-da-bere-si-e-ubriacata-di-liberismo/ [↩]
- https://lavoce.info/archives/107498/cosa-ci-rende-un-paese-in-crisi-demografica-e-come-provare-a-uscirne/ https://www.neodemos.info/2024/04/09/le-citta-metropolitane-italiane-tra-declino-e-competizione-demografica/ [↩]
- https://www.avvenire.it/economia/pagine/adapt-calo-demografico-3-milioni-di-occupati-in-meno-nel-2040 [↩]
- https://www.cnel.it/Comunicazione-e-Stampa/Notizie/ArtMID/1174/ArticleID/5540/EMPLOYMENT-OUTLOOK-OCSE-PRESENTAZIONE-ITALIANA-AL-CNEL [↩]
- https://www.radiopopolare.it/san-siro-la-delibera-spacca-destra-e-sinistra-il-sindaco-pensa-gia-allinizio-dei-lavori/ [↩]
- https://transform-italia.it/piccola-cronaca-personale-del-22-settembre-a-roma/ [↩]