Sul web si è aperto un dibattito serio e per la verità a senso unico sui licenziamenti a catena che si registrano sulle reti televisive di Stato e su quelle private. La tesi che prevale è semplice: fanno bene a mandarli via perché, stringi stringi, non si sono mai esposti più di tanto. In fondo chi sono e quanto valgono Fazio, la Littizzetto, Lucia Annunziata e quell’anima nera di Giletti, imbavagliato da la7? Niente. Sono passati per “sinistri”, ma erano più o meno democristiani. Finché gli è andata bene, li hanno pagati profumatamente; ora stiano zitti, come hanno sempre fatto, si tolgano dalle scatole e soprattutto non si attendano solidarietà. Alla “gente normale” non importa nulla di quello che gli fanno. Non se ne frega e fa bene. In ogni paese libero è giusto prendere a calci nel culo i moderati. Fossero stati sinistri e rivoluzionari, si fossero esposti coraggiosamente, la cosa sarebbe evidentemente diversa.
Si sa, no? Se avessero toccato un marxista dichiarato, la “gente normale” sarebbe saltata dalla sedia.
Per protestare o per applaudire?
I sostenitori della cacciata dei moderati non hanno dubbi: per protestare. E come dargli torto? La gente protesta tutti i giorni per i morti sul lavoro, provoca l’intervento dell’esercito a ogni licenziamento senza causa, né giusta, né ingiusta, figuratevi quali e quante piazze metterebbe a ferro e fuoco per un giornalista di sinistra licenziato.
Il dibattito è rivelatore e pone di certo qualche domanda: a nessuno sorge il dubbio che non mandano via i giornalisti per questioni di bravura o moderazione? Nessuno s’insospettisce o ricorda le tre parole di storia che qualcuno deve avergli pur insegnato? Fazio, Giletti, la mia ex amica Lucia Annunziata. Come si conciliano la libertà di stampa e di opinione con il bavaglio imposto a chi dà fastidio?
La prima volta che accaddero cose simili si videro all’opera purghe e bastonature. Stavolta no.
Perché la politica non c’entra?
No! È che l’Italia ha enormemente aumentato gli allevamenti di pecore e la produzione di dementi.
Qualcuno definisce “normali” le persone a cui tutto questo non interessa. Perché? Semplice. Per le “persone normali” che popolano l’Italia di oggi, anormali furono Matteotti, Amendola, Rosselli, Gobetti, Gramsci e i solitari eroi dell’antifascismo.
Intanto, mentre i “grandi nomi” fanno le valigie, quelli più piccoli si vedono i blog attaccati e – per quanto possibile – boicottati.
Perché? Perché danno fastidio.
Chi li boicotta?
Una società guidata da Mentana! Dice che mandano in giro notizie false.
E la gente? A quella “normale” non importa nulla.
Mi vergogno di essere italiano.
Giuseppe Aragno
1 Commento. Nuovo commento
[…] Transform Italia, 31 maggio 2023 […]