Riprendiamo da lafionda.org l’articolo di Fabrizio Russo –
A quanto pare l’intera economia statunitense, e quindi le sorti della finanza occidentale in buona sostanza, dipendono dal trend positivo del mercato azionario e dall’anticipare la Fed? E questo non solo va bene, sarebbe addirittura “ottimale”: pare ad alcuni che sia il miglior “affare” che il mondo abbia mai visto! Mi chiedo: sotto quale prospettiva “eterea” tutto ciò è considerato “sano”? A me pare molto (ma molto!) meno ottimale e assai poco sano: follie della visione del mondo neo-liberista!
Oggi l’economia USA, quella reale (non quella dei media scintillanti) – un sistema di fatto neofeudale, dove una nobiltà parassitaria e predatoria “aspira” praticamente tutti i guadagni della “Everything Bubble” (la “Bolla di tutti gli asset finanziari”) mentre l’80% più povero inciampa nella schiavitù del debito, rassegnato a servire il 10% più ricco che possiede il 90% degli asset i cui prezzi “spumeggiano” sempre più in alto – appare sempre più in bilico sul precipizio, aggrappata all’effetto ricchezza degli asset in ascesa, per gentile concessione della Federal Reserve. Perché, di fatto, è quest’ultima oggi la sua ultima ancora di salvezza… Beh, a me tutto questo appare decisamente folle!
A proposito di “gaslighting”, quante persone conoscete che chiamano questo “patto sociale imposto” con il suo vero nome, neofeudalesimo? Nessuno, vero? Quante persone fremono d’eccitazione perché ogni volta che la Fed ha tagliato i tassi ai massimi storici del mercato azionario o quasi, le azioni sono aumentate l’anno successivo, 20 volte su 20? Centinaia? Mille? Di certo una moltitudine. Uno stuolo di folli!
In effetti, questo eccezionale track record della Fed che stimola l’effetto ricchezza sta generando un’euforia estatica in quali coorti esattamente crea maggiore entusiasmo? Il 50% più povero che possiede un singolo “capello” del 2,6% delle attività finanziarie della nazione? Le famiglie che pagano metà del loro reddito netto in affitto? No, l’euforia è limitata alla coorte che sta per aumentare i suoi già giganteschi guadagni dallo stimolo della Fed: il 10% più ricco!
Qualcuno compra effettivamente un’azione o un indice in base ai fondamentali? Tutti rispondono “sì” perché questa è la narrativa di copertura accettabile per una realtà che è Fed, Fed, Fed: la Fed sta per tagliare i tassi, quindi anticipa il taglio dei tassi, e poi anticipa tutti i tagli dei tassi, fino al giorno dorato in cui la Fed finalmente taglia i tassi, poi compra, compra, compra, poiché le statistiche – 10 su 10 – garantiscono un enorme guadagno indipendentemente da quisquilie come rapporto prezzo-utili, ricavi, margini di profitto o qualsiasi altra sciocchezza dell’analisi fondamentale.
Certo, le grandi case di ricerca vomitano fiumi di materiale di analisi fondamentale, ma in realtà nessuno ci presta attenzione, nonostante le loro dichiarazioni a parole affermino il contrario: l’unico vero fattore scatenante per premere il pulsante “compra” è la Fed. Tutto il resto è solo una narrazione “di copertura” che dà l’impressione di aver effettuato un’analisi seria e di “investimento”.
L’economia dipende oggi dall’effetto ricchezza che alimenta i redditi e, soprattutto, la spesa del 10% più ricco, quello che raccoglie circa la metà del reddito e rappresenta quasi la metà di tutti i consumi: il consumo di fascia alta che tiene a galla l’economia. Se il prossimo round di fentanyl finanziario della Fed non riuscisse a spingere ancora di più il settore immobiliare e le azioni, allora il reddito e la spesa di coloro che raccolgono i guadagni della bolla degli asset si assottiglierà o cesserà e i percettori, così determinanti per la crescita del PIL USA, potrebbero smettere di spendere …. allora l’economia probabilmente crollerà improvvisamente.
Riassumiamo: l’economia statunitense sembra dipendere oggi quasi completamente da un unico driver: il 10% più ricco che anticipa tutti gli stimoli della Fed. Quindi il “front-running” (chi arriva primo ed anticipa la FED) è pressoché l’unico sostegno della “crescita”.
Per quanto riguarda tutte quelle statistiche scintillanti che promettono rendimenti grassi ai primi classificati, sono brillanti ma non sono causalità, e nemmeno correlazione: se le condizioni causali sono cambiate, allora i risultati saranno diversi, indipendentemente da ciò che è accaduto in passato in condizioni diverse.
Le condizioni causali sono effettivamente cambiate? Beh, verifichiamolo! Bene, allora che dire della Cina, che è passata dal motore che ha trainato l’economia globale in salita con il suo famoso impulso creditizio, all’attuale stagnazione causata dallo scoppio della sua monumentale bolla immobiliare, che ha sgonfiato non solo i consumi ma l’intero effetto ricchezza che ha alimentato la sua economia per due decenni.
Se le condizioni causali sono cambiate, la “garanzia” offerta dalla solidità statistica è inesistente, priva di fondamento.
Coloro che detengono fondi indicizzati convinti che “le azioni salgono sempre dell’8% all’anno nel tempo” diverranno possessori di “contenitori vuoti” perché le condizioni causali sono cambiate, e la “smart money”, il cd. denaro intelligente, avrà già venduto agli “scommettitori” retail (al dettaglio, ovvero i piccoli risparmiatori/speculatori), affascinati dalle statistiche, ed a coloro che acquistano e detengono fondi indicizzati perché ha funzionato assai bene da quando la Fed è diventata l’intero mercato e l’intera economia, cioè da circa il 2009.
Contrariamente a quanto sostengono gli statistici del mercato azionario, il mondo non è un meccanismo che sputa “rally azionari” quando si gira la manovella. Pure se è stato in gran parte dimenticato, abitiamo in un “universo morale”, dove la fede assoluta nell’avidità come fonte di abbondanza, l’orgogliosa fiducia che le nostre vincite al casinò della Fed sono state “guadagnate” dal nostro genio e dal nostro duro lavoro, mentre quelli che non possiedono gli asset, quelli i cui prezzi “ribollono” più in alto, scivolano invece nell’abisso: tutta questa arroganza genera, purtroppo, un feedback (un effetto di ritorno).
L’arroganza chiama la Nemesi. La “Nemesis” offre una lezione curativa all’avidità e all’eccessiva fiducia in se stessi. Non sappiamo in quale forma o quando, ma la manovella girerà e i risultati non saranno come ci si aspettava, decisamente non saranno “euforici”.
Un’economia basata sull’effetto ricchezza generato dal front-running dei primi classificati è davvero così stabile? Un’economia basata sull’arricchimento dei già ricchi, in modo che la loro ricchezza aumenti di decine di trilioni di dollari quando gli asset aumentano di prezzo, è un’economia solida? O è un’economia neofeudale di estremi, sfruttatrice e parassitaria che attende la Nemesis? Forse lo scopriremo prima di quanto la folla in prima fila si aspetti. La mia risposta già la conoscete.