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Ljubljana

di Roberto
Morea

Prima di raccontare l’Università estiva che abbiamo promosso come Partito della Sinistra Europea e transform! europe, delle belle plenarie e dei workshop che abbiamo tenuto, vorrei partire dal luogo in cui l’abbiamo fatta.

Lubiana, la piccola capitale della piccola Slovenia una città diventata capitale per la sua posizione di congiunzione tra balcani, centro europa e accesso al mediterraneo. A lungo sotto l’impero Austro Ungarico che ne fa uno snodo per l’accesso a Trieste, entra a far parte del regno di Jugoslavia alla fine della prima guerra mondiale.  L’Italia la occupò durante il fascismo e all’inizio della seconda guerra e dal 41 al 43 stabilì una sua autonoma provincia.

Mi sono sentito coinvolto nel racconto di come sia ancora vivo il ricordo della presenza delle regie truppe e delle atrocità commesse dagli italiani che occupavano quelle terre. Facendo un giro per la città si possono vedere le statue delle donne che, sfidando i divieti, scendevano in piazza per chiedere che venissero rilasciati i prigionieri, spesso arrestati e fucilati per rappresaglia e senza processo.

Forse pochi sanno, quando ricordano le fosse ardeatine, che anche le truppe italiane usarono una cava per fucilare per rappresaglia 121 civili, come pubblicammo qui https://transform-italia.it/giorno-del-ricordo-ricordare-gramozna-jama/ , così come il ricordo dei treni piombati appartengono anche alla storia del fascismo nostrano. Treni che hanno portato i prigionieri sloveni nei campi italiani e da lì spediti, dopo l’armistizio, nei lagher tedeschi.

Vedere quei luoghi e sentire come le popolazioni slovene siano state trattate da quegli “italiani brava gente” di cui tanta retorica parla, mi è sembrato salutare e una boccata d’aria cantare con loro bella ciao.

Di fronte allo scenario europeo, alla rinascita e al proliferare di governi di destra e di estrema destra, come da noi, riscoprire il senso di appartenenza alla resistenza partigiana, mi sembra un passo necessario per la possibilità che si riaffermi una Europa di pace e di giustizia sociale. Sapere che questa esperienza di resistenza, ancora oggi, resta viva mi ha fatto sperare che, come allora, le destre e la barbarie del capitalismo, possa essere fermato. Ho capito ancora e meglio che questo legame storico unisce oltre i confini e definisce, per usare le parole di don Milani, due sole nazioni gli oppressi e gli oppressori.

Anche per questo l’Università Estiva che abbiamo promosso ci ha aiutato ad affrontare i nodi che abbiamo di fronte per arrivare alle elezioni europee con una capacità di unire, nonostante le differenze e le particolarità, una sinistra alternativa e non subalterna al potere economico delle classi dominanti.

transform! europe ha in programma di raccogliere e pubblicare gli interventi che si sono susseguiti durante le tre giornate dell’Università Estiva e vi segnaleremo l’uscita che avverrà dopo la pausa estiva.

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